Capitolo 1 - "Ricominciamo da capo"

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Il primo giorno della settimana non era mai stato uno dei miei preferiti.

Quella mattina non riuscivo minimamente a trovare la forza di volontà di alzarmi dal letto, considerando che ero beatamente raggomitolata nelle mie morbide lenzuola di cotone. Per una decina di minuti restai a fissare il soffitto sopra la mia testa, ma poi capii che dovevo assolutamente alzarmi e non potevo dilungarmi ancora.

Così, allungai la mano sul comodino al mio fianco alla ricerca del mio cellulare per verificare che ore fossero e non appena lessi l'orario, mi si sbarrarono gli occhi.

Era tardissimo! Erano le dieci e mezza e sarei dovuta essere a lavoro almeno due ore prima. Balzai giù dal letto e come un fulmine spalancai le ante dell'armadio alla ricerca di qualcosa di adatto da indossare. Intercettai una gonna nera e una camicetta color panna. Non era l'abbinamento perfetto, ma considerando il mio enorme ritardo andava più che bene.

Mi lavai i denti al volo, presi le chiavi dell'auto e mi precipitai fuori casa. Mentre guidavo in direzione degli uffici, iniziarono ad arrivare le prime chiamate dal mio capo e da Jennifer. Rifiutai senza pensarci due volte, non avevo il tempo materiale di parlare al telefono e concentrarmi sulla guida in contemporanea. Premetti il tacco sull'acceleratore il più possibile. Quello era il mio primo ritardo e ancora non ci potevo credere.

Parcheggiai l'auto ed entrai nel grande edificio. Mostrai il mio badge al portiere che mi lascio entrare. Schiacciai il pulsante dell'ascensore in direzione del terzo piano e quando arrivai trovai Jennifer alla reception intenta a registrare il mio ingresso. Quel giorno portava i suoi lunghi capelli rossi legati in una coda alta, che arrivava fin sotto le spalle. Indossava un maglietta a maniche corte di color verde acqua, quest'ultima si abbinava ai suoi grandi occhi verdi. Ai polsi pendevano i suoi soliti braccialetti argentei i quali muoveva in continuazione quando parlava e raccontava qualcosa.

«Ti prego dimmi che non sono nei guai...» piagnucolai, appoggiandomi al bancone dell'ingresso.

«Avanti Chloe sbrigati, c'è il nuovo cliente che ti sta aspettando nel tuo ufficio» mi rimproverò, guardandomi storta.

Appoggiai il viso sui palmi delle mani, in modo che quest'ultime lo sostenessero. «Ma io non ho nessun appuntamento fissato per stamattina» riflettei ad alta voce.

«Si, invece. E devi sapere che il Signor Philip è un fascio di nervi, se non trovi una motivazione valida che giustifichi il tuo ritardo finirà per tenerti qui tutta la notte a recuperare il lavoro perso. Ricordati dopo di passare nel suo ufficio» mi informò.

Presi il cellulare per controllare l'agenda e notai il promemoria che segnava il colloquio proprio in quella giornata. Come diavolo avevo fatto a dimenticarmene! Rimisi frettolosamente il cellulare in borsa e voltai lo sguardo alla mia amica.

«Ok, grazie Jen. Corro».

Mi precipitai nel mio ufficio, ma non appena giunsi dinanzi alla porta in vetro bianca mi fermai per dar una sistemata rapida ai capelli. Presi un respiro profondo e poi mi decisi ad abbassare la maniglia. Notai immediatamente un uomo seduto che mi dava le spalle. Feci un colpo di tosse per richiamare la sua attenzione e a quel punto lui si girò. Non ebbi il tempo di aprir bocca che lo fece lui al mio posto, battendomi sul tempo.

«Non è un buon segno arrivare tardi sul luogo di lavoro» asserí, alzandosi in piedi e infilandosi una mano nella tasca dei pantaloni.

Rimasi immobile ad osservare il suo volto. Aveva gli occhi chiari e un ciuffo di capelli scuri che gli ricadeva sul lato destro del viso. Le sue labbra erano tese in un mezzo sorriso, quasi come se fosse divertito all'idea di vedermi in evidente difficoltà.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Where stories live. Discover now