Capitolo 4 - "Lo vedo che stai ridendo!"

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Lo guardai attentamente, mentre sentivo crescere uno strano calore diffondersi nella zona del basso ventre. Era splendido con quell'aria sbarazzina, ma soprattutto era da un po' che non provavo certe sensazioni. Ovviamente, dopo Josh non avevo mai avuto l'occasione di trovare qualcuno che potesse considerarsi attraente quanto lui; ma Dylan era bello da togliere il fiato.

«Sicuro di non volerti asciugare i capelli?» gli chiesi per sicurezza. Mi sentivo tremendamente in colpa a farlo uscire di casa con i capelli bagnati.

In risposta scosse la testa. <Non ne ho bisogno.>

«A me sembra di sì. Ti prenderai un raffreddore uscendo in questo stato. »

«Non devi preoccuparti per me.» Dylan fece un passo in avanti e questo mi intimorì.

La sua figura slanciata si trovava a pochi centimetri da me e questo mi permise di sentire il suo profumo. Anche se ad essere precisi non era suo, dato che si trattava della fragranza del mio bagnoschiuma al muschio bianco. Mi soffermai a guardare le sue spalle larghe e tentai di compararle mentalmente con le mie, ma con il mio metro e sessanta non poteva competere con il suo metro e ottanta.

Alzai la testa per guardarlo negli occhi.

<Ti assicuro che ho un sistema immunitario potentissimo, è da anni che non mi ammalo>, aggiunse, facendomi l'occhiolino.

<Io non ne sarei così tanto convinta.> Alzai le spalle con innocenza.

Si morse il labbro inferiore, mettendo in mostra i suoi denti perfetti. <Scommettiamo?>

<Sono tutta orecchi, Signor Walker>. Feci un passo in avanti, avvicinandomi di più.

<Se prima del mio compleanno riesco a non ammalarmi...>, pensò un attimo alle condizioni del patto, prima di concludere la frase.

<Dovrai farmi un regalo, come dimostrazione del fatto che avessi ragione io> spiegò.

<Accetto>, dissi senza pensarci due volte.

Misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <E cosa succede se perdi?>.

<Se invece dovessi ammalarmi, in tal caso la scommessa la vinci tu e in cambio ti offro una cena>.

Strinsi le labbra, pensandoci su.

<Cosa ti fa credere che io abbia voglia di uscire a cena con te?>.

Ero pronta ad uscire con altri uomini? Non ero ancora certa di avere una risposta a questa domanda, ma ero stanca di stare rintanata in casa a guardare le vecchie foto di me e Josh. Mi allontanai un attimo e andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua, poi tornai da lui, che era rimasto in piedi accanto al divano bianco in pelle.

<Tutte vogliono uscire con me. Sono bello, ricco e simpatico>, spifferò egocentrico, anche se non aveva tutti i torti.

<Ricco?> chiesi divertita e stupita allo stesso tempo.

Si finse offeso. <Certo!>

<Uhm... non ti credo.> Incrociai le braccia al petto, appoggiando la schiena sul retro del divano.

In quel momento la mia mente pensò a Jennifer. La mia migliore amica era convinta che io fossi finita a letto con lui, ma non poteva sapere quanto ancora io pensassi al mio ex. Che brutta parola "ex". Faceva male solo a pensarla. In ogni caso però Jen non aveva alcun diritto di starmi col fiato sul collo, ero abbastanza adulta da fare quello che volevo della mia vita e non avevo di certo bisogno che qualcuno ne esprimesse giudizi negativi. Nemmeno mia madre si interessava più della mia vita sentimentale, aveva capito che non erano scelte che la riguardavano e la stessa cosa doveva capire Jen. L'unica responsabile delle mie azioni ero io.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora