Capitolo 24 - "Volevo farti una sorpresa"

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La voce del navigatore ci comunicò che eravamo arrivati a destinazione.
Dylan imboccò una stradina sassosa molto lunga. Osservai il panorama alla mia destra e alla mia sinistra e notai un'infinita fila di alberi spogli. 

Il cielo ero ricoperto dalla nuvole, non c'era nemmeno un raggio di sole.

Poco minuti dopo, fermò l'auto di fronte ad un enorme cancello. Abbassò il finestrino e allungò un braccio per suonare il citofono alla sua sinistra.
Non rispose nessuno, ma una manciata di secondi dopo le ante del cancello si aprirono e pian piano si intravide un' enorme casa circondata da una distesa immensa di verde.

Girammo attorno ad un'imponente fontana in marmo posta al centro del cortile , il quale era ricoperto dalle foglie secche dell'autunno. 

Dylan spense il motore della macchina davanti ad una scalinata, ma prima di scendere, si voltò nella mia direzione e afferrò la mia mano sinistra.
Fece intrecciare le nostre dita, infondendomi il calore del suo corpo. 

«Siamo arrivati», mi fece presente.

«Va bene» dissi con tono calmo.

«Stai tranquilla, andrà tutto bene.» Abbassò la testa e lasciò un soffice bacio sul dorso della mia mano. 

Quel gesto bastò a farmi tranquillizzare. 

Dylan aprì lo sportello, fece il giro della macchina e mi aiutò a scendere. Poi, si preoccupò di tirare fuori dal bagagliaio le nostre valigie, appoggiandole sul primo gradino davanti a noi.

Salii le scale e mi fermai di fronte ad un imponente portone il legno. Prestai particolare attenzione alle lavorazioni che erano incise e notai alcuni fiori intrecciati tra loro attraverso il gambo. 

Il portone si aprì e davanti a noi apparve una donna sulla cinquantina. Il suo viso era tempestato da rughe attorno agli occhi e la fronte era appena appena increspata. Indossava un grembiule bianco e rosso e da come teneva i capelli ordinatamente raccolti in uno chignon intuii che si trattasse della domestica.

«Signor Walker.» Abbassò la testa e fece un piccolo inchino al padrone di casa.

«Ciao Samantha. Ti trovo bene.»

Lei, in risposta, fece un sorriso quasi imbarazzato.

Poi guardò me, così ne approfittai per presentai. «Chloe Montgomery, piacere.» Allungai la mano destra e la signora la afferrò. Rimasi stupida, la sua pelle estremamente morbida.

«Prego, venite dentro. Fuori fa freddissimo», sentenziò, facendosi da parte.

Entrammo e la domestica ci guidò, portandoci nella zona giorno della casa. Prese i nostri cappotti e i nostri bagagli per poi accantonarli in un angolo. 

Mi strinsi nelle spalle e mi guardai attorno. Era tutto perfettamente in ordine, immacolato. C'erano un delizioso odore di pulito, ma nonostante questo mi sentivo fuori luogo. A primo impatto, non era per niente accogliente. 

La governante si era dileguata e ci aveva lasciato soli. Fu questione di pochi minuti, perché poi udimmo in lontananza il tacchettio di un paio di scarpe farsi sempre più vicino. 

Cominciò a salirmi l'ansia e il primo pensiero che mi balenò nella mente fu quello di raddrizzare la mia postura. Dylan fece un paio di passi avanti, mettendosi davanti a me e dandomi le spalle. Mi nascose dietro di lui e provai un leggero fastidio per quel gesto. 

«Tesoro! Finalmente sei arrivato! Stavo contando i minuti, io e tua sorella non sapevamo più come occupare il tempo», una voce chiara e squillante aveva riempito le mura.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora