Capitolo 27 - "Apri la porta!"

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Aguzzai la vista e cercai di concentrarmi meglio su cosa stesse accadendo a pochi passi da me. Non vedevo molto bene a causa di alcune persone ammassate di fronte, così allungai il collo. Nel frattempo, Hailey si era dileguata ed era sparita insieme ad una sua amica.

La ragazza bionda accarezzò la spalla di Dylan e lui si voltò verso di lei. Sorrideva compiaciuta, mentre le sue mani continuavano ad accarezzarlo. Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò qualcosa e aspettai che si allontanasse poco dopo. Ma non lo fece, rimase troppo vicina per un po tempo che mi sembrò infinito.

Sentii le guance andare a fuoco per il nervosismo.

Non sopportavo che la sua ex ragazza gli stesse tanto vicino. La rabbia cominciava a crescere e avrei tanto voluto mettermi tra loro, ma non potevo fare nulla.

Mi formicolavano le gambe e non riuscivo a capacitarmi che quella donna si fosse presentata alla sua festa. Era tutta colpa di sua madre che l'aveva invitata, nonostante Dylan avesse voluto il contrario.

Assottigliai lo sguardo e vidi la bionda fiondarsi sulle labbra di Dylan.

Non fece nulla per allontanarla.

Il mio cuore prese a martellare e mi sentii come se si frantumasse in mille pezzi.

Mi sentii presa in giro e usata. Non avevo idea di dove scappare, ero bloccata in mezzo a tutte quelle persone. Iniziò a mancarmi l'aria, all'improvviso quella stanza era diventata minuscola.

Spinsi un po' di gente, cercando di farmi spazio per andare via e mi fermai quando arrivai di fronte alle scale che portavano al piano di sopra.

Scalciai via le scarpe e cominciai a correre, saltando ogni gradino con velocità.

Le lacrime cominciarono a scendere e non riuscii a trattenerle. Giunsero alle labbra e il loro sapore salato mi fece rabbrividire.

Strinsi gli occhi con forza e poi li riaprii.

Corsi il più rapidamente possibile e mi fiondai nella mia camera da letto, per poi chiudermi in bagno. Girai la chiave e bloccai la porta, non volevo che entrasse nessuno.

Mi mancava il fiato per quanto avevo corso. Appoggiai la schiena sulla porta e mi lasciai andare in un pianto liberatorio. Non sapevo perché stavo piangendo, ma sapevo solo che vedere l'uomo di cui mi ero innamorata baciare un'altra persona mi aveva spezzato il cuore.

Fitte allo stomaco mi fecero piegare in due e cominciai a scivolare fino a quando non toccai il pavimento.

Volevo tornare a casa.

Non mi era mai mancata così tanto casa mia.

Strinsi le labbra in un'unica linea e soffocai un singhiozzo. Dovevo resistere, dovevo farlo per me stessa. Era stata una mia scelta e quello era un segno del destino che mi faceva capire di aver preso una decisione sbagliata. Era uno dei tanti campanelli di allarme che avevo ricevuto ed ero stata un'incosciente a non accorgermene prima.

Jennifer aveva ragione.

Mio padre aveva ragione.

Avevo totalmente perso la testa a fidarmi di un uomo simile. Partire con lui era stata una follia ed io avevo sbagliato a credere che quella vacanza mi avrebbe fatto bene.

La testa aveva cominciato a girare come non mai. La nascosi fra le ginocchia e lasciai che i miei capelli mi oscurassero la luce. Volevo vedere buio.

Avevo infranto quella promessa, avevo sbagliato di nuovo.

Mi ero innamorata dell'uomo sbagliato e stavolta sentivo di non poter riuscire a superare quel dolore.

Udii delle nocche sbattere contro il legno della porta, ma non ero minimamente intenzionata a rispondere.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora