Capitolo 25 - "Sei comoda?"

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Frugai nel mobile del bagno, ma del phon non c'era nessuna traccia. Appena ero uscita dalla doccia lo sbalzo termico mi aveva fatto tremare come una foglia, a questo si aggiungeva il fatto che avessi ancora i capelli totalmente bagnati.

Avevamo cenato presto, Samantha aveva preparato una zuppa di carote e zucchine. Non era successo nulla di rilevante, avevamo mangiato in silenzio, ascoltando le notizie sul televisore. Il tempo era volato e si erano già fatte le nove di sera e non sarei andata a letto se prima non avessi fatto una doccia rilassante.

Afferrai il plico di asciugamani impilati, li tirai fuori e li appoggiai sul ripiano in marmo. Infine, lo vidi nascosto nell'angolo più remoto del mobile.

Mi asciugai i capelli alla meglio, usando la spazzola per creare delle piccole onde morbide sulle punte. Non avevo i capelli lisci, perciò era sempre un'impresa ardua fare la piega.

Se c'era una cosa che non mi piaceva del mio corpo era proprio questa: i capelli. Invidiavo chi li aveva perfettamente lisci e ordinati senza dover fare chissà che trattamento, io invece era costretta a subire quella specie di punizione divina.

Come se non bastasse, non riuscivo a trovare il reggiseno e gli slip che avevo preso dalla valigia. Davanti a me c'era solo il pigiama di flanella, ma senza traccia della mia biancheria intima.

Andai nel panico più totale.

Presi un asciugamano di grandi dimensioni e mi coprii.

Tornai in camera da letto e sussultai quando i miei piedi si appoggiarono sul parquet freddo.

«Hai dimenticato qualcosa?»

I suoi occhi mi studiarono attentamente, salirono dalle mie gambe nude al punto in cui l'asciugamano stringeva il petto, facendolo risaltare.

Era serenamente disteso sul letto, con la schiena appoggiata al muro e un libro sotto il naso. Indossava solo un paio di pantaloni a quadri rossi e neri, mentre il suo addome era scoperto.

Trattenni il respiro.

Quel panorama mi aveva provocato una serie di vibrazioni all'altezza del basso ventre e sulle braccia.

«Ho dimenticato di prendere l'intimo dalla valigia», spiegai, tentando di mantenere un tono di voce calmo.

«Bastava che me lo chiedessi e te lo avrei portato io», disse, incrociando le braccia dietro la testa. I miei occhi saettarono sui suoi bicipiti contratti e sugli addominali in bella vista.

Iniziai a dubitare che mi stesse provocando, approfittando del fatto che fossi totalmente nuda sotto l'asciugamano.

Lasciai perdere l'intimo e feci alcuni passi in avanti, per poi andarmi a sedere sul bordo del letto accanto a lui.

«Che cosa stavi leggendo?», chiesi ingenuamente.

«Il grande gatsby».

«E' la prima volta?»

«No, ad essere precisi è la terza volta che lo rileggo».

«Io non l'ho mai letto», dissi, spostandomi i capelli tutti su una spalla. Il suo sguardo si focalizzò sulla mia clavicola, ma io continuai a parlare, facendo finta di niente.

«Quindi, ti pregherei di non dirmi come va a finire, perché è nella lista delle letture che ho in programma».

«Non hai nemmeno visto il film?»

Scossi la testa. «No, ne ho solo sentito parlare».

«Allora potremmo guardarlo stasera, credo sia stato caricato su qualche piattaforma streaming.»

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora