Capitolo 26 - Come vuoi, amore

183 12 8
                                    

«Sto bene, mamma. Non ti devi preoccupare di nulla», la rassicurai, infilandomi il telefono tra l'orecchio e la spalla.

Avevo un po' di tempo libero, così avevo deciso di mettere un po' in ordine la camera. Raccolsi da terra i calzini che mi ero tolta la sera prima.

«Voglio solo sapere se stai mangiando e se dormi bene. Tuo padre crede che tu abbia perso la testa», sospirò pesantemente.

«Ancora con questa storia?». Alzai gli occhi al cielo, nonostante non potesse vedermi.

«Tornerò a casa lunedì sera, non serve che tu e papà vi agitate. Qui si sta benissimo, sembra che stia per nevicare.»

«Mandami qualche foto»

«No, mamma.»

«Almeno scrivimi un messaggio quando hai tempo.»

«Va bene, ora devo andare. Devo prepararmi perché stasera sono invitata ad una festa.»

«Ci sentiamo domani, ciao stellina!»

«Ok», dissi e poi riattaccai.

Spalancai la valigia e tirai fuori tutti gli abiti da sera che avevo selezionato prima di partire. Osservai attentamente l'abito nero e lo posizionai sopra i vestiti che indossavo.

I miei occhi intercettarono l'abito rosso, così lasciai andare quello nero sul materasso. In quel momento la maniglia della porta di abbassò e Dylan si infilò nella stanza.

-Ti stai preparando?-

-Sono abbastanza indecisa-. Afferrai i due abiti e glieli misi in mostra.

Si fermò ad ossservarli con attenzione, grattandosi la mascella con la mano destra.

-Quale mi starebbe meglio? Quello rosso o quello nero?

-A primo impatto ti direi rosso, ma non posso esprimere un giudizio se prima non li indossi entrambi-

Aveva ragione, così, riflettei una manciata di secondi se fosse il caso di andare in bagno oppure restare.

-Vuoi che me ne vada?- domandò.

-No-

Iniziai a spogliarmi. Afferrai gli angoli della maglietta e la sfilai dalla testa. Rimasi in reggiseno, anche se gli occhi di Dylan non si erano mai spostati dal mio viso.

Poi, con un gesto rapido, levai i pantaloni e con il piede li spostai alla mia destra, facendoli finire sul tappeto.

In quel momento il suo sguardo scivolò sempre più giù.

Presi l'abito nero pronta ad indossarlo, ma la sua voce mi fermò.

«Non avere fretta», disse con le labbra incurvate in un mezzo sorriso.

Era in piedi davanti a me, ma non aveva fatto nemmeno un passo avanti. Restava fermo nella sua posizione e la cosa mi sembrava alquanto strana, considerando che ero quasi nuda davanti a lui. Per la seconda volta.

Non avevo nessuna intenzione di rivestirmi, avevo bisogno che mi guardasse con desiderio.

«Voglio che mi baci», le parole mi uscirono di bocca come se fossero un ordine.

Dylan non se lo fece ripetere due volte, perché in un millisecondo la sua bocca si fiondò sulla mia. Intrecciai le mie mani dietro il suo collo e lo attirai più vicino a me.

Fu un bacio lento, quasi casto. Era diverso dalle altre volte, ma non riuscivo a capire cosa fosse cambiato.

«Inizio ad avere freddo, posso rivestirmi?». Sorrisi contro la sua sua bocca.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora