capitolo 10 - "PS: buon compleanno"

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Osservai attentamente gli abiti che teneva in mano, senza avere la benché minima idea di quale dei due preferissi. Nella mano destra stringeva un vestito lungo color blu cobalto, con lo scollo a cuore e con moltissimi strass. Nella mano sinistra un abito corto in stile palloncino di colore rosa cipria.

Ero seduta su una delle poltrone imbottite davanti alla tendina del camerino, ed ero in estrema difficolta. Non sapevo dire quale mi piacesse di più.

«Jen, sono molto belli entrambi», mi lasciai sfuggire confusa.

«Avanti Chloe. Devi sceglierne uno!». Mi fissò senza battere ciglio, mettendomi fretta.

Guardai prima la mia amica e poi i vestiti, per l'ennesima volta. Jennifer il giorno dopo avrebbe avuto una cena importante con i genitori di Adam ed era convinta che lui le avrebbe fatto la proposta di matrimonio. Perciò, aveva chiesto il mio aiuto per scegliere l'outfit adatto all'evento, ma io non ero convinta di essere la persona più adatta in fatto di consigli.

«Ho un'idea», proruppi. «Comprali entrambi.»

Jennifer inclinò la testa su un lato e poi mi guardò rammaricata. «La prossima volta chiedo aiuto al mio cane. Sono sicura saprà aiutarmi.»

«Non hai una cane», le ricordai divertita.

«In ogni caso, sono due vestiti completamente diversi ed è difficile sceglierne solo uno».

Sembrò darmi ragione e subito dopo si voltò verso l'enorme specchio appeso alla parete. Allontanò l'abito rosa, posizionando quello blu sopra i vestiti che indossava.

Fece un smorfia di incertezza e questo era un'ottimo segnale, perché voleva dire che stava elaborando qualcosa e che finalmente saremmo usciti da quel negozio.

Fare shopping con Jennifer era un vero trauma. Non riusciva mai a decidere cosa comprare e si ostinava a provare ogni vestito che attirava la sua attenzione. Così, mi trascinava con lei per ogni angolo del negozio ed io inoltre dovevo farle da portabiti, tenendole la borsa e la giaccia mentre le camminavo dietro.

Mentre la guardavo, mi accorsi però che il blu le stava divinamente e creava uno stacco con i suoi lunghi capelli rossi.

«Prendi questo, ti sta benissimo», le dissi.

Inizialmente mi guardò scettica, ma subito dopo strinse gli occhi in due fessure e come una pazza corse di nuovo dentro il camerino.

Restai fuori ad aspettare, godendomi la melodia che metteva gli altoparlanti fissati sul soffitto.

Circa cinque minuti dopo Jennifer uscì dal camerino e fece una giravolta su se stessa.

<Non sembro una principessa?>, mi chiese volteggiando leggiadra.

Sorrisi teneramente, sembrava una bambina. <Sì, ti sta un incanto> le dissi in tutta sincerità.

<Grazie! Non vedo l'ora di scoprire che reazione avrà Adam>, ammise, senza staccare gli occhi dal suo riflesso.

Quanto era egocentrica.

<Probabilmente ti salterà addosso> ridacchiai.

<Non davanti ai suoi genitori, spero> rispose divertita e lanciandomi uno sguardo d'intesa, che solo noi due potevamo capire.

Jennifer smise di volteggiare e notai che improvvisamente il suo viso era mutato in un'espressione pensierosa.

Le sue labbra si erano unite in un'unica linea, e aveva chinato la testa verso il pavimento con lo sguardo rivolto sulle punte dei suoi tacchi a spillo neri.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora