Capitolo 32 - "Nessuno di importante"

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La commessa prese Jennifer sottobraccio e l'accompagnò in camerino per aiutarla ad indossare il primo abito da sposa. Mentre io e sua madre restammo fuori, sedute sui divani in pelle dell'atelier. Erano bianchi e comodissimi, e richiamavano il colore dei vestiti messi in mostra.

Nell'attesa, gli altoparlanti appesi al soffitto riproducevano la dolce melodia di un pianoforte. Era un locale molto accogliente. Infatti, c'erano alcune candele accese che scaldavano l'atmosfera.

Mi sentivo onorata ad essere lì, pronta a sostenerla in una delle scelte più importanti della sua vita. Volevo essere per lei tutto quello che lei era stata per me.

Mi era stata accanto nei momenti dolorosi e tristi. Ma non solo, era riuscita ad essere presente anche quando tutto andava liscio come l'olio.

Non mi aveva mai abbandonata e di questo le ero eternamente grata. Desideravo darle tutto il mio supporto e farle sapere che qualsiasi problema avesse avuto, io l'avrei aiutata ad affrontarlo. Esattamente come aveva fatto lei con me.

In quel momento, osservando gli abiti che mi circondavano, mi chiesi quando sarebbe arrivato il mio momento.

Mi sarebbe piaciuto sposarmi in primavera, quando i fiori sbocciano e gli uccelli tornano a cantare. Il cielo si tinge di un azzurro intenso e il sole splende senza dover essere oscurato dalle nuvole.

Pochi minuti dopo, Jennifer tornò da noi e la ragazza la aiutò a salire su una specie di gradino a forma di cerchio.

Indossava un abito ampio caratterizzato da un'enorme gonna composta da tanti strati di tulle e un corpetto stretto che le metteva in risalto le forme. Le maniche erano totalmente di pizzo e le coprivano le braccia fino ai polsi.

Si osservò attentamente allo specchio e fece delle piccole giravolte su se stessa.

«Che ne dite?», ci chiese, voltandosi nella nostra direzione.

Sua madre la fissò con gli occhi lucidi ed ero sicura che pochi istanti dopo sarebbe scoppiata a piangere.

Io, invece, osservai la mia migliore amica in quell'abito principesco e non riuscii a smettere di pensare a quanto fosse bella.

«Ti sta d'incanto, sembri una principessa», le dissi.

«Grazie Chloe.» Sorrise imbarazzata. «E tu mamma? Pensi che mi stia bene questo vestito?»

Come avevo previsto, sua madre tirò fuori un fazzoletto di carta dalla borsa e si asciugò le lacrime.

«Scusatemi... è l'emozione», si giustificò.

«Si figuri. Succede a quasi tutte le mamme che incontro», le disse la commessa per rassicurarla.

«Sei meravigliosa, Jenny», commentò dopo essersi ripresa.

«Dici davvero?», chiese dubbiosa, arricciando le labbra.

«Ho la sensazione che mi ingrandisca i fianchi», disse, accarezzando la gonna con le mani.

«Non è così. Anzi, devo dire che ti valorizza molto le forme. Sono sicura che Adam farà un infarto quando ti vedrà con questo vestito addosso», continuò sua madre.

«Non lo so...», mormorò, guardando nuovamente il suo riflesso allo specchio. «Forse, è meglio se ne provo un altro.»

«Certo, come preferisci. E' il tuo grande giorno, perciò l'abito deve prima di tutto piacere a te. Devi sentire una specie di connessione con lui», le spiegò l'assistente.

Jennifer annuì con la testa e poi la seguì nuovamente nel camerino. Non doveva essere affatto semplice svestirsi ripetutamente ed io al suo posto sarei già andata in crisi.

Un bacio tra le nuvole • |COMPLETA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora