11. Bimbi sperduti

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[🎵 Now playing » Kids In The Dark - All Time Low]

"Ci hanno lasciati soli, bambini al buio,
a bruciare per sempre o ad accendere una miccia.
Veniamo insieme, all'avanguardia.
Non ci arrenderemo mai, i bambini al buio"





Aaron sbadigliò e si raddrizzò sulla sedia dietro al bancone per evitare di scivolare sul pavimento. Erano ore che continuava a muovere il pollice sullo schermo del telefono, nonostante non stesse prestando la minima attenzione all'ennesimo video di ricette impossibili su TikTok. Come al solito, nel negozio regnava la calma assoluta. Da quando aveva aperto quella mattina ci aveva messo piede una sola persona, che era rimasta a curiosare all'interno per un totale da record di cinque minuti prima di andar via a mani vuote.

Per fortuna mancava poco all'una, l'ora in cui Landon sarebbe passato a chiamare Fell – e di conseguenza anche lui – per fare pausa pranzo insieme al Camden Market. Peccato che di Fell non c'era traccia, e Aaron si chiese se a Landon sarebbe andata bene la sua unica compagnia.

Nell'attesa, visto che ormai ne aveva avuto abbastanza di TikTok, cambiò schermata e aprì l'elenco delle chiamate. Portò il telefono all'orecchio e attese che il messaggio registrato svanisse insieme alla melodia distante di Something Just Like This.

«Ehi, Tori, sono io. Volevo dirti che sto bene, che il lavoro al negozio di vinili va meglio del previsto, che Fell è un bravo capo nonostante non ci sia mai, e che il gruppetto con cui devo scontare le ore non è poi così male. Mi aspettavo di peggio, soprattutto da uno di loro. Ma ora sembra andare tutto per il verso giusto. Appena finisco di prestare servizio tra un paio di mesi parto subito per Sydney, ho già fatto il biglietto.» Si fermò un attimo a riprendere fiato. «Non vedo l'ora di lasciarmi questo schifo alle spalle e ricominciare da zero.»

Quando riattaccò, restò per qualche secondo a fissare le quattro lettere impresse sullo schermo che lui associava a lei, come se leggerle e ripeterne il suono nella mente fosse sufficiente a fargliela avvertire più vicino. Solo pochi mesi, continuava a ripetersi, e poi sarebbe volato via. Avrebbe finalmente raggiunto luoghi su cui lui e Tori avevano fantasticato insieme da bambini, spesso trascorrendo notti intere a parlare fino a stancarsi.

«Fell?» La voce di Landon, che si era affacciato nel negozio, lo fece sussultare sulla sedia. «Non c'è?»

«Non è ancora arrivato.»

Il ragazzo mugolò e infilò le mani nella tasca frontale della felpa. Arricciò il naso mentre studiava la sua figura, poi inclinò il capo a indicare l'uscita. «Pranzo.»

Aaron colse al volo l'invito nascosto in quella semplice parola pronunciata in modo secco. Si alzò con un balzo dalla sua postazione e lo raggiunse sulla soglia. Appena si avviarono fuori, Fell fece la sua comparsa.

«Alla buonora,» scherzò Landon con un piede ancora nel negozio e l'altro sul marciapiede.

«Ho avuto un contrattempo con una tipa con cui ho passato la notte,» spiegò l'altro affannato mentre si sistemava meglio il giubbotto. «State andando a pranzo? Ho decisamente bisogno di una pausa.»

Aaron si trattenne a stento dal ridere. «Ma se sei arrivato adesso?»

Fell non commentò e li invitò a seguirlo lungo la strada trafficata di gente, colmando il tragitto con chiacchiere riguardanti le sue disavventure della sera precedente. Aaron restò indietro e lo ascoltò con lo stesso distacco che riservava alla puntata di una serie tv che non stava seguendo. I discorsi di Fell comprendevano sempre qualche racconto sulle sue conquiste di una notte, e lui non credeva di essere l'interlocutore adatto.

FracturedWhere stories live. Discover now