16. Risvegli soffici

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[🎵 Now playing » Neptune - Sleeping At Last]

"Cicatrice dopo cicatrice, sto crollando a pezzi.
Se il dolore è una forma d'arte,
allora devo essere un bambino prodigio.
Filo dopo filo, mi sto scucendo.
Se il dolore è un'opera d'arte,
questo deve essere di sicuro il mio capolavoro."

Aaron si risvegliò lentamente, senso dopo senso.

Il primo fu l'udito, stuzzicato dal rumore del mondo esterno: l'abbaiare del cane del vicino, il suono del camion della spazzatura che raccoglieva cassonetti, e qualche sportello d'auto che sbatteva con forza. Fu poi la volta della vista appena sollevò le palpebre: si ritrovò davanti il volto addormentato di Landon, illuminato debolmente dalla luce che filtrava tra le assi dipingendo di toni bluastri l'ambiente circostante; le lucine intermittenti dovevano essersi spente a un certo punto durante la notte.

Aaron sbadigliò e si perse ad ammirare i lineamenti del viso del ragazzo: si soffermò sull'arcata rilassata delle sopracciglia, gli occhi chiusi, il neo che faceva capolino poco più sotto, l'incurvatura delle labbra screpolate e leggermente socchiuse. Appariva soffice con quell'espressione dipinta in faccia, nonostante di soffice in Landon non ci fosse nulla. Ma lui aveva sempre saputo che anche le creature ispide, fatte di artigli e denti aguzzi, possono avere lati morbidi. Così come morbido era il contatto tra le loro mani ancora unite al di sopra delle lenzuola, con le dita non più intrecciate ma solo sovrapposte.

Si meravigliò di sentirsi a suo agio, sebbene fossero anni che non condivideva il letto con un'altra persona. Non credeva neppure di esserne capace. Eppure era successo, e in modo del tutto naturale.

Mentre spostava lo sguardo più in basso, a osservare il petto di Landon che si alzava e abbassava insieme al respiro, pensò che c'era qualcosa di piacevole e rassicurante nell'avvertire il peso e il calore di un altro corpo accanto al proprio.

«Smettila di fissarmi.»

Aaron sussultò. «Ma se hai gli occhi chiusi.»

«Appunto, sei inquietante.» Landon si strofinò le palpebre e lui non potè fare a meno di sorridere di fronte al contrasto tra il tono di voce infastidito e l'espressione ancora assonnata. «Si può sapere che hai da guardare?»

«Sei docile mentre dormi.»

«Stai firmando la tua condanna a morte.»

«Aha.» Non gli credette nemmeno per un secondo.

«La prossima volta che ti sveglierai, giuro che lo farai con una matita conficcata nel cervello.»

«Se mi sveglio vuol dire che hai sbagliato qualcosa.»

Il volto di Landon venne coperto da apatia, ma Aaron riuscì a scorgere una punta di irritazione sotto la maschera. Gongolò tra sé e sé nell'appurare di essere in grado di scalfire le difese del ragazzo, la prova che anche le mura più invalicabili potevano essere abbattute con la giusta pressione.

Ma c'era un problema: anche le sue stavano per crollare.

La sera precedente lui e Landon si erano scambiati cicatrici, tatuaggi e confessioni. Erano riusciti a parlare liberamente nella sicurezza di quel piccolo rifugio, dove per la prima volta Aaron si era sentito come se potesse finalmente liberarsi del peso che si portava dentro perché era sicuro che Landon non si sarebbe piegato.

Lo aveva capito fin dal loro primo incontro che non era uno facilmente malleabile. E non per le raccomandazioni che gli avevano fatto tutti a causa della cattiva reputazione. Ad Aaron era bastato leggere nell'oscurità degli occhi dell'altro ragazzo per capire che anche con lui la vita era stata ingiusta.

FracturedWhere stories live. Discover now