23. Schegge affilate

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[🎵 Now playing » Who Are You Really? - Mikky Ekko]

"Sei un estraneo qui, perché sei venuto?
Chi sei davvero?
E dove stai andando?"

Aaron sapeva che le cattive notizie non viaggiano mai da sole.

Quella mattina, però, a vibrare incessantemente sul comodino accanto al letto non fu il suo telefono, ma quello di Landon.
Il ragazzo al suo fianco sbuffò e afferrò lo smartphone; il viso rabbuiò di colpo mentre dava un'occhiata allo schermo.

«Va tutto bene?» gli domandò Aaron.

Landon non rispose e continuò a fissare lo schermo.

«Landon...»

«Non va niente bene.» Avvicinò il telefono per mostrargli ciò che stava guardando.

Aaron si strofinò gli occhi assonnati e cercò di mettere meglio a fuoco la foto e i numerosi caratteri neri sullo sfondo bianco. Si trattava di un articolo pubblicato in data odierna. Dovette rileggere più volte le poche righe visibili per assimilare il contenuto:

Ragazzo di diciotto anni si toglie la vita a pochi giorni da Natale dopo essere stato tradito dalla sua famiglia
Tragica fine a pochi giorni da Natale per il diciottenne Ian Thompson...

«È il ragazzo che ti ha importunato fuori al negozio qualche tempo fa.» Lo indicò col dito. «È lui, vero?»

Landon annuì e mise il telefono da parte. Poi inspirò ed espirò un paio di volte – seguendo l'esercizio di respirazione che aveva insegnato anche a lui per far fronte agli attacchi di panico – e seppellì il viso tra i palmi.

«Ehi...» Aaron gli poggiò una mano sulla spalla e strinse appena.

Landon scosse la testa e riemerse dal rifugio che aveva creato con le mani. «Scusa, non ce la faccio. Ho bisogno di spazio.»

Si alzò dal letto, raccattò degli indumenti da terra e si rivestì in fretta e furia. Poi si diresse verso la porta e uscì.
Dal rumore scricchiolante dei gradini, Aaron capì che era sceso con altrettanta furia.

Lui restò in camera ancora qualche altro minuto prima di scendere a sua volta. Non era sua intenzione seguirlo, ma aveva un disperato bisogno di bere qualcosa.

Quando raggiunse la cucina, però, trovò Nyle e Luzanne seduti a tavola intenti a conversare a voce bassa. Appena lo videro, i due smisero all'istante di parlottare e gli indirizzarono uno sguardo torvo.

«Lo sapevi?» gli domandò Nyle con tono aggressivo, del tutto diverso da quello accogliente che gli rivolgeva di solito. Sembrava ce l'avesse con lui.

«Sapere cosa?» Aaron non capiva di cosa lo stesse accusando.

«Non fare il finto tonto,» intervenne Luzanne. «Deve averti per forza detto qualcosa. Altrimenti non si spiega come mai sei l'unico che Landon abbia mai portato in camera sua.»

«Ma di che cosa state parlando?»

Nyle sbuffò e gli agitò il telefono in faccia. «Non hai letto gli articoli?»

«Landon mi ha fatto giusto leggere qualcosa poco fa. Un tizio che conosceva si è suicidato.»

«Leggi meglio.»

Aaron non contestò e fece quanto intimato. Si ritrovò davanti agli occhi un articolo simile a quello che gli aveva mostrato Landon, pubblicato su un altro sito, ma la notizia restava la stessa. Quella volta, però, fu in grado di leggere fino in fondo.

Nel suo ultimo post su Instagram, il diciottenne Ian Thompson aveva dichiarato di aver perso le speranze e di essere rimasto deluso sia dal sistema giudiziario inglese sia dalla gente. Soprattutto a seguito della sua denuncia per abusi sessuali nei confronti del noto avvocato penalista David Green, che è stato suo padre adottivo nel periodo in cui Thompson aveva tra i tredici e i quindici anni.
Di questo argomento Thompson ne parlava spesso sui social media, dove aveva raccontato più volte la sua esperienza di bimbo in affido. I suoi video hanno attratto commenti negativi, in cui il giovane adolescente veniva accusato di falsa testimonianza e ricerca della popolarità.
Il colpo di grazia gli è stato inflitto dalla famiglia di origine, che non ha appoggiato la sua causa contro l'ex padre adottivo.
E in un clima di festa come il Natale, dove si celebra proprio la famiglia, Thompson si è sentito spacciato e non ha visto altra via d'uscita.

FracturedWhere stories live. Discover now