26. Don't Listen To Me

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[🎵 Lost Boy » Ruth B.]

"'Corri, corri, bimbo sperduto', mi hanno detto.
'Lontano dalla realtà.'
Neverland è casa per i bimbi sperduti come me."


Dall'inizio del nuovo anno, Aaron aveva trascorso un'intera settimana rinchiuso nella sua vecchia stanza a casa della zia.

Aveva evitato qualsiasi tipo di contatto con il mondo esterno, nonostante Nyle avesse continuato a tempestarlo di messaggi, a inviargli foto e video divertenti, nonché a fornirgli aggiornamenti sullo stato d'animo di Landon. Il ragazzo lo aveva anche invitato a uscire o a vedersi a casa loro più di una volta per stare tutti insieme, ma lui aveva sempre rifiutato.

Dopo aver scoperto la nota di Tori nascosta nel libro, non era riuscito a pensare ad altro. Ciò che gli aveva lasciato la sorella cambiava tutto, e adesso non era più sicuro sul da farsi.

In quella fredda mattinata di gennaio, però, Aaron fu costretto ad abbandonare con riluttanza il calore del proprio letto per svolgere le ore restanti di volontariato. Si diede una sistemata veloce, senza nemmeno badare al suo aspetto, e si affrettò a recarsi presso il centro per anziani in cui avrebbe dovuto lavorare quel giorno.

Durante il tragitto in metro ascoltò un po' di musica per rilassarsi, ma ogni canzone gli ricordava Landon; era agitato al solo pensiero di rivederlo.

Il cuore cominciò a battere incontrollato mentre metteva piede all'interno dell'atrio al profumo di lavanda dell'edificio; le mani diventarono sudaticce e appiccicose. Strofinò i palmi sui jeans e avanzò con passo deciso tra personale vestito di bianco e pareti altrettanto asettiche, decorate in modo sparso con qualche quadro astratto. Sospirò quando intravide in fondo a tutto il gruppetto familiare di ragazzi, che ravvivavano l'ambiente con il loro vestiario colorato e il tono elevato delle voci.

La sua attenzione venne catturata subito da Landon, che se ne stava come al solito in disparte con le mani sepolte nelle tasche della felpa; aveva delle occhiaie ancora più vistose rispetto a quelle che aveva notato in una delle ultime foto ricevute.

Non ebbe il tempo di soffermarsi troppo su di lui poiché Nyle gli saltellò davanti a salutarlo, seguito da Maeve che non perse tempo a inondarlo di domande superflue. L'arrivo del supervisore lo salvò da quel supplizio, ma il trattamento apatico e silenzioso che gli riservò Landon mentre si dirigevano in cucina non fu meno massacrante.

Avrebbe dovuto aspettarselo dopo giorni passati a ignorarsi, ma sperava che un incontro faccia a faccia potesse risolvere la questione. Invece, l'atmosfera tra loro diventò ancora più tesa.

Per gran parte della prima metà del turno – che prevedeva che i ragazzi dessero una mano nella preparazione dei pasti –, Aaron non riuscì a evitare di lanciare degli sguardi in direzione di Landon mentre affettava le verdure. Rischiò pure di tagliarsi un dito un paio di volte, ma pensò che ne valesse la pena quando Landon ricambiò ognuno dei suoi sguardi, seppure in modo fugace. Aaron giurò di vederlo persino sollevare l'angolo della bocca in un mezzo ghigno un paio di volte.

Nessuno dei due, però, osò sbilanciarsi.

Fu a pausa pranzo che Aaron decise di farsi coraggio; ne approfittò per andare fuori a fumare una sigaretta. Come si aspettava, trovò Landon in un angolo del giardino con la schiena appoggiata alla staccionata; tra le dita reggeva un sigaretta elettronica.

«Hai smesso?» gli domandò mentre lo affiancava.

«Nuovi propositi.» Fu la risposta secca di Landon, che lo guardò giusto un secondo prima di tornare a fissare il vuoto; così vicino, le occhiaie erano ancora più evidenti.

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