27. Perso e ritrovato

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[🎵 Someone To Stay » Vancouver Sleep Clinic]

"Hai combattuto contro i ricordi per conto tuo.

Niente è diminuito; niente è aumentato.

So come ci si sente a trovarsi sotto la pioggia da soli.

Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che rimanga."


Con un piede irrequieto che batteva sull'asfalto e una sigaretta stretta tra le dita, Aaron se ne stava seduto a terra all'interno di un sottopassaggio non molto trafficato. Prestava attenzione a ogni singolo passante che attraversava il tunnel in attesa di scovare l'unica persona di cui gli importava; mancava poco all'ora dell'appuntamento.

Per un attimo temette che Landon non si sarebbe presentato. Invece, puntuale come un orologio svizzero, il ragazzo apparve davanti ai suoi occhi.

«Ti ho trovato,» affermò Landon con tono piatto; la punta degli anfibi cozzò contro quella delle sue Converse.

«Non è forse ciò che fanno i bimbi sperduti?»

Landon sbuffò sonoramente e gli calpestò il piede ballerino. «Perché tutto questo mistero?» Si abbassò alla sua altezza e gli agitò la schermata di una mappa in faccia. «Hai un GPS nel telefono. Non potevi mandarmi direttamente la location?»

«Avrei potuto, ma sarebbe stato fin troppo facile,» gli rispose, e nel frattempo metteva da parte la sigaretta. «Volevo essere sicuro che volessi trovarmi sul serio.»

Il ragazzo sbuffò ancora più forte e si sedette a terra accanto a lui. «Come mai proprio qui?»

«Perché questo era uno dei posti preferiti di Tori.» Aaron posò la mano sulla linea fredda di metallo, interposta tra loro, che attraversava la parete fino a incurvarsi sul soffitto. «Ogni volta che venivamo a Londra, Tori costringeva zia Olivia a farci fare un tour di tutti i punti in cui passa il meridiano di Greenwich.»

Landon sollevò il capo e diede un'occhiata migliore alla striscia metallica, su cui erano riportati i punti cardinali e la scritta "Meridiano Longitudine Zero."

«A Tori piaceva sedersi qui insieme a me. Lei si metteva da una parte della linea e io dall'altra, come me e te adesso, e fantasticavamo sull'essere due creature appartenenti a mondi paralleli, ci sfidavamo a non oltrepassare il confine.»

«Cosa sarebbe successo se uno dei due lo avesse fatto?»

«Ci saremmo disintegrati di colpo a contatto con l'atmosfera dell'altro mondo.»

«Affascinante,» commentò Landon spostandosi più in là di qualche centimetro. «Allora meglio se resto qui e non mi muovo.»

Aaron mugolò, poi estrasse la collana da sotto il colletto della maglia e strinse forte il ciondolo tra le dita.

«Continuo a non capire come mai sono qui.» Landon lo fissò con aria confusa.

«Perché voglio raccontarti la verità, e questo è uno dei pochi posti a cui ho legato dei ricordi positivi del mio passato. Ti devo ancora delle risposte, giusto?»

Il ragazzo annuì con il capo e gli fece cenno con la mano di iniziare a parlare.

«Il mio vero nome sarebbe Aaron Jones, non Aaron Walsh. L'ho cambiato dopo essermi trasferito da mia zia.»

Landon aggrottò la fronte e lo scrutò in viso, come se stesse effettuando un riconoscimento facciale.

«Quattro anni fa il nome di mio padre è uscito su tutti i giornali. Cronaca nera.»

FracturedOn viuen les histories. Descobreix ara