5. 𝑺𝒉𝒊𝒕 𝑩𝒐𝒖𝒍𝒆𝒗𝒂𝒓𝒅

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Victoria

𝘚𝘦 𝘭𝘢 𝘨𝘦𝘭𝘰𝘴𝘪𝘢 𝘦̀ 𝘶𝘯 𝘴𝘦𝘨𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘥'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦,
𝘦̀ 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘭𝘢 𝘧𝘦𝘣𝘣𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘮𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘰,
𝘱𝘦𝘳 𝘪𝘭 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘦 𝘢𝘷𝘦𝘳𝘭𝘢 𝘦̀ 𝘶𝘯 𝘴𝘦𝘨𝘯𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘷𝘪𝘵𝘢,
𝘮𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘮𝘢𝘭𝘢𝘵𝘢 𝘦 𝘮𝘢𝘭𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢.
ℳ𝒾𝒢𝓊ℯ𝓁 𝒹ℯ 𝒞ℯ𝓇𝓋𝒶𝓃𝓉ℯ𝓈

Coloro ad entrare furono cinque ragazzi, con maglie da basket e palloni sotto braccio.
Essendosi accorti che nello spogliatoio c'ero io, una ragazza mezza nuda, iniziarono a fischiare come degli scemi.
Damiano si girò così che dessi loro le spalle e si occupò di sbatterli di nuovo tutti fuori.
Per sviare il discorso che stavamo avendo, chiesi se avessi dovuto giocare con dei bei fusti allenati e palestrati che con uno schiocco di dita sarebbero riusciti a rompermi tutte le ossa.
<<anzitutto sono io il fusto più fregno in questa banda di coglioni, e poi, no non avremmo dovuto giocare con loro>> rispose aiutandomi ad indossare la sua maglia.
<<quindi io che devo fare?>>
<<il ruolo dell'arbitro figo>>
Mi aveva lusingato molto quel commento fatto da lui, però non potei che fargli notare le mie scarse capacità nel basket.
<<tranquilla ti aiuterà mio fratello>>
<<hai un fratello?>>
<<eh si bestiolina, ma non provarci, è innamorato perso della sua fidanzata e di se stesso>>
<<come tutti i David>>
<<ah si? sono l'unico che conosci>>
Nel giro di quei battibecchi mi ero rimessa il mio basco ed avevo infilato la maglia nei pantaloni.
Tutto il resto del pomeriggio era stato una mera perdita di tempo.
Sarei potuta rimanere a casa a studiare per l'esame che devo dare questo mese prima di partire, anche se probabilmente avrei solamente fissato il libro nella speranza che le cose si fissassero da sole nella mia testa.
Cercando il lato positivo c'era da dire che avevo avuto l'occasione di conoscere Jacopo, il fratello di Damiano.
Era tutto il contrario di lui, ma mi aveva rivelato che ad entrambi piaceva il calcio, nonché la passione che li accomunava maggiormente permettendogli di passare il più tempo possibile insieme.
Tifavano la Roma ed ogni qual volta ne avevano l'occasione andavano a vedere le partite allo Stadio Olimpico.
Quando mister "sono il più fregno del mondo" finì la sua partita, io mi recai nello studio di Rossella per compilare i documenti del passaggio d'iscrizione Universitaria.

Ora sono a casa, finalmente lontana da tutto quel sudore e quelle palle, in ogni senso possibile.
<<com'è andata vic?>> chiede Thom sbucando dalla cucina.
<<uno: mi hai spaventata, due: male.>>
<<perché male?>>
<<perché ho fatto l'arbitro ad una partita di basket anziché fare il mio lavoro>>
<<che te frega, almeno non hai parlato inglese più del dovuto>>
<<no è questo il punto, se Damiano non imparerà l'inglese entro un mese, quella a dover parlare con i suoi manager sarò io>>
<<sarai anche più partecipe della sua vita allora>>
<<thomas>> lo redarguisco con un occhiataccia scocciata e filo in camera prima di intraprendere un discorso snervante. Tolgo subito giacca e maglioni vari, prendo i libri rimasti nella borsa da ieri e mi metto a studiare letteratura spagnola.
Davvero tutti questi autori non avevano nulla di meglio da fare nella loro vita? tipo...viverla?
Due ore dopo sono sfinita ed affamata, proprio per questo mi ricordo di dover andare a cena da mio papà.
Mentre sono in mutande, davanti allo specchio, con solo una felpona lunga, sento il campanello suonare.
<<Thomas apri tu>> urlo.
Il campanello suona ancora.
<<Thomaaaasss, sono in mutande!>>
Nessuna risposta e suonano ancora.
fanculo.
Vado ad aprire, tanto potrebbe essere solo Ethan o qualcuno dei nostri amici.
Però, proprio perché la sfiga gira a mio favore, mi ritrovo davanti Damiano, bello come non mai.
Indossa un cappotto lungo, degli occhiali da sole marcati gucci, un paio di sneakers ed una sciarpa nera.
Il suo profumo mi giunge addosso come una ventata fresca tanto che sono sicura di essere arrossita e non poco.
<<Ehi bestiolina, vedo che a stare mezza nuda sei più a tuo agio che vestita>> commenta squadrandomi per intero.
Può darsi che il maglione non fosse così lungo come pensavo.
<<Damiano? cosa diavolo ci fai qui?>>
<<anche tu mi sei mancata, hai dimenticato in palestra la felpa>>
Me la lancia addosso come fosse radioattiva, allungo una mano per non farla cadere.
Lo ringrazio e faccio per chiudere.
<<e che non me lo offri un caffè?>>
<<damiano devo andare via, e da come sei vestito, sembra che abbia un impegno pure tu>>
<<cos'hai contro il modo in cui sono vestito?>>
<<nulla anzi stai bene...però io so 'na ritardataria cronica e tu mi farai perde' tempo>>
<<tranquilla non è mai tempo perso se lo si passa con me>>
Fa una pausa ed entra in casa guardandosi intorno.
Sospiro e vado in camera mia lasciandolo girovagare, continuo a passare in rassegna tutto l'armadio finché non mi salta all'occhio il mio paio di jeans neri preferiti.
Alla fine opto sempre per questi.
Quando levo il maglione mi accorgo di star indossando ancora la maglia che mi ha prestato Damiano.
La stringo fra le mani e mi concedo di inspirare solo un po' il suo profumo, fin quando arriva di soppiatto e mi pizzica i fianchi.
<<questa è camera tua?>> domanda
<<si e come tale dovresti bussare o chiedere permesso>>
<<chi sta nell'altra camera? hai un fratello?>>
<<no è del mio coinquilino>>
Resto vaga, non mi va che uno sconosciuto sappia tutta la mia vita.
<<tu vivi con un ragazzo??>> chiede allibito.
Sembra quasi che mi sia spuntato un corno dalla testa per come mi guarda.
<<non vivo con un ragazzo a caso Damiano, è tipo mio fratello ed in ogni caso a te non deve importare>>
A passo lento si avvicina sempre più, se pensa che indietreggerò si sbaglia di grosso, non sono così sciocca da mettermi in trappola, soprattutto non con il diavolo alle calcagna.
<<se mi importasse?>>
<<non domandarmelo Damiano, sappiamo entrambi che segui uno schema ben dettagliato>>
Mi solleva per le cosce, facendomi sfuggire un mugolio, posa le mani sul mio sedere e ci schiaccia contro il muro.
In questo momento sono così vicina a lui da poter contare i battiti del suo cuore, così attaccati da sentire la sua erezione premermi sullo stomaco.
<<non potrei illustrarti lo schema neanche se volessi, perché tu, bestiolina, mi fotti completamente il cervello>> dice a denti stretti dando modo alle nostre labbra di sfiorarsi.
<<Damiano... per favore>>
Non so cosa gli stia chiedendo, arrivati qui o si ferma o continua, sono bagnata per lui.
<<tranquilla vicky, cerco solo una scopata non la storia del secolo e temo che tu purtroppo sia l'unica a portata di mano...letteralmente>>
Fa scorrere le dita fino alle mie mutandine, le strappa bruscamente, sussulto e mi spingo contro di lui per soddisfare almeno un po' questa voglia.
<<cosa vuoi vic?>> dice mentre entra ed esce troppo lentamente.
Cerco di rincorrere i suoi movimenti, voglio accelerarli ma sono limitata dalla parete.
<<cazzo>> ansimo quando mi accontenta almeno un po'
<<dillo victoria, ora>>
Il suo alito sa di menta, ha il respiro profondo quanto il mio, l'erezione preme e cresce sempre di più.
Voglio stringerla con tutta me stessa, assaporarla fino a riempirmi lo stomaco.
<<ti voglio nudo sotto di me>>
<<accontentati di avermi sopra>> ribatte.
Comincia a baciarmi, intreccia la sua lingua alla mia, fa volare via la maglietta.
Gli tolgo tutto.
Quando si stacca mi lancia sul letto matrimoniale posato sotto la finestra, resta a guardarmi col desiderio negli occhi. Lecco le labbra per provocarlo, infilo il dito indice in bocca e lo succhio. Damiano non perde una mossa, il glande gli spunta dalle mutande svelandomi la sua dimensione.
Mugulo a quella visione, immagino quanto sarà soddisfacente accoglierlo.
Penso solo a lui.
Lui che mi è entrato nella testa dal primo giorno in cui l'ho visto.
So cosa succederà dopo oggi, non potrò più dimenticarlo, ma non importa.
<<hai intenzione di rimanere lì a guardarmi ancora per molto?>>
<<bestiolina... ti sto scopando con gli occhi>>
Gattona sul letto, con la lingua mi percorre tutta la gamba fino all'inguine.
Mi guarda con il solito sorriso da bello e dannato cominciando a stuzzicare il clitoride con il dito, affondando poi la bocca nella mia intimità.
Inarco la schiena presa alla sprovvista, inizio a muovermi per andargli incontro stringendo fra le dita i suoi capelli.
<<hai un bel sapore stronzetta>>
<<cazzo dam>>
Ha una voce così virile... si insinua nel cervello, fa esplodere un tornado nello stomaco per poi mandare a puttane il senso della ragione.
Lancia via i boxer e senza preoccuparsi del preservativo inizia a penetrarmi.
È grande e...lungo.
La sensazione di sentirlo pelle contro pelle è magnifica.
Affonda completamente, lascia che mi abitui alle sue dimensioni e affonda di nuovo. Ogni volta con più forza.
Avvolge un seno fra le sue labbra e l'altro nella mano.
Lascia sfregare il pube sul mio clitoride, gemo.
Urlo quando si muove più in fretta e lo graffio se rallenta.
<<sei una favola vicky>>
Potrei continuare per ore a sentirlo chiamarmi, mugulare per me. Mi stringe come se potessi scappare via da un momento all'altro, come se potessi essere solo un sogno o il frutto di un grande sbaglio.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Where stories live. Discover now