34. 𝑶𝒘𝒏 𝑴𝒚 𝑴𝒊𝒏𝒅

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Victoria

Legarsi.
Legarsi sentimentalmente.
Come feci, non lo seppi, e pur non dovendo, lo ero completamente.
Ecco così legata a Damiano da non riuscire ad allontanarmi nemmeno dopo l'accaduto.
Una pistola mi era stata puntata in mezzo agli occhi ed io avrei lasciato che il proiettile mi trafiggesse per lui.

Me ne ero andata, delusa e sconvolta. L'amore era, nel mio caso, sopravvivenza. Nonostante fosse sbagliato per la mia salute mentale, non vi avrei rinunciato. Il solo pensiero mi opprimeva il petto e risucchiava l'aria nei polmoni obbligandomi ad un lento soffocamento.

<<vic, è arrivato Damiano>>
Quel pomeriggio avevo preso un impegno con i ragazzi e l'avrei portato a termine nonostante qualsiasi problema. Avevo dato loro la mia parola e soprattutto glielo dovevo per essermi stati vicini ed aver rispettato i miei tempi. Tuttavia mi aspettavo che Damiano non si sarebbe presentato, esattamente come gli avevo detto di fare.
<<ah davvero?>>
Ci trovavamo in una saletta insonorizzata in una qualche via remota della capitale. Il padre di Thomas era stato gentile a prestarcela. Il mio ragazzo non poteva sapere la via, non gliel'avevo inoltrata, doveva per forza averla chiesta a qualcun altro. Entrò lanciandosi un occhio attorno per esaminare lo spazio, non c'era nulla di che, solo le nostre chitarre, la batteria e gli amplificatori. Indossava un giubbotto street wear di jeans anni duemila, sotto aveva una tuta nera e ai piedi delle Jordan, un paio fra i tanti che possedeva. 
<<ei!>> Ethan gli andò incontro e gli strinse la mano amichevolmente.
<<ragazzi, vic>> posò lo sguardo su noi presenti <<da cosa si comincia oggi?>>
Il mio migliore amico partì alla carica con tutta una serie di canzoni e di idee che aveva appuntato, molte erano delle cover che in precedenza avevamo gia suonato insieme. Damiano si mostrò molto propenso ad ascoltarlo e a dare la sua opinione, propose di iniziare con delle canzoni che richiedevano meno sforzo vocale per scaldare bene la voce, in seguito saremmo passati a dei pezzi più impegnativi per tutti.
I ragazzi erano completamente incentrati sul motivo per cui ci eravamo riuniti mentre io guardavo il mio bello e dannato chiedendomi come facesse ad essere così professionale pur sapendo che in quel momento gli avevo detto di non volerlo lì.
<<victoria hai accordato?>>
<<sisi>> mi ridestai ed aspettando il momento giusto, cominciai a suonare.
Le canzoni venivano perfettamente grazie agli anni di pratica fatti nel mio salotto o nell'aula di musica della scuola. Fu la perfezione a spingerci ad osare...
<<Damiano hai mai provato a scrivere qualcosa di tuo?>> domandò Thomas con le migliori intenzioni.
<<giusto! è importante avere qualcosa di nostro per fare musica professionalmente>> gli diede corda Ethan.
Saettai con gli occhi al cantante. Aveva dei pezzi ed io lo sapevo, ne avevamo parlato ed ero dell'idea che fossero comunque molto privati per essere resi pubblici.
<<si ho qualcosa, posso farvi vedere alcuni testi e darvi un'idea generale di come penso possa essere la melodia>> Consegnò ad ognuno di noi un foglio con un testo. Esaminando il mio capii che doveva per forza essere stato concepito nella sua mente come un lento, una ballad.
Era malinconica, ritraeva nella mia mente l'immagine di un ragazzo solo, in pena, un ragazzo non a caso che sentiva la mancanza di qualcuno, di me.
Me la diede per provarmi ciò che sentiva. Damiano pensava che io sottovalutassi i suoi sentimenti ma non era mai stato così. Il testo era bello ed avevo apprezzato anche se non sarebbe bastato a farmi dimenticare che mi aveva mentito.
<<Questo spacca!>>
Scoprii che Thomas era entrato in possesso di "In nome del Padre" e che di religioso quel brano conteneva ben poco.
<<Ho l'assolo perfetto!>> aggiunse entusiasta preparandosi a farcelo sentire.
<<ti è piaciuta?>> il moro si avvicinò a me lentamente e a testa china, parlando a voce bassa per farsi sentire solo dalla sottoscritta.
<<si>>
<<e...?>>
<<e nulla, è molto bella, Thomas sicuramente sarà felice di trovare assoli anche per quella, le ballad gli vengono meglio di quanto pensa>>
Annuì sommessamente.
<<dopo andiamo via insieme? nei dintorni non c'è la tua macchina>>
<<sono venuta col motorino>> il mio era un chiaro no.
<<quanto dovrò aspettare prima che mi parli di nuovo?>>
<<se non vuoi che ti urli in faccia credo che tu faccia meglio a lasciarmi in pace>>
<<preferisco che mi urli in faccia piuttosto che darti tempo. Non servirebbe a nulla se non a farti chissà quale strana idea nella testa>>
Aveva ragione, dalla mia discussione con Loralie avevo messo in dubbio parecchie cose, anche se in quella situazione, a salvarmi, era stata la fiducia che nutrivo nei confronti del mio amato. Se mi fossi lasciata abbindolare da ciò che diceva può darsi che a quest'ora non sarei qui.
<<non é il momento ne il luogo adatto ad una mia sfuriata, ci pensiamo dopo a quello>>
Conclusi così quella breve conversazione e mi misi ad ascoltare il chitarrista, il cui aveva iniziato a dare vita alla sua idea.
La vita mi aveva rifilato molte batoste ma Thomas era senz'altro la persona migliore che avessi incontrato lungo quel cammino pieno di frane. Non avrei potuto chiedere nulla di meglio. Avevo sempre avuto la forte convinzione che dell'amore facesse parte anche l'amicizia. Essa, se vera e genuina, rimane per tutto il corso dell'esistenza di qualsiasi individuo che la trova, la desidera e darebbe tutto per custodirla.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Where stories live. Discover now