8. 𝑳𝒆 𝒑𝒂𝒓𝒐𝒍𝒆 𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒆

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Victoria

𝘊𝘩𝘪𝘶𝘯𝘲𝘶𝘦 𝘦̀ 𝘤𝘢𝘱𝘢𝘤𝘦 𝘥𝘪 𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘨𝘭𝘪
𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘶𝘯 𝘥𝘰𝘭𝘰𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢
𝒲𝒾𝓁𝓁𝒾𝒶𝓂 𝒮𝒽𝒶𝓀ℯ𝓈𝓅ℯ𝒶𝓇ℯ

È un venerdì come tutti gli altri, ho deciso di rimare a casa dall'università per prendere un pausa e chiarire bene tutte le idee.
Dal mio ultimo scontro con Damiano sono passati due giorni, senza visite e senza messaggi, non che li aspettassi. Ho visto da Instagram che é andato a ballare ieri sera. Alla fine si é rivelato essere come tutti, ci prova, ma appena vede che hai carattere e che non ti può tranquillamente usare, scompare.
Mio padre è sparito dalla nostra litigata, prima ci mandavano il buongiorno, ora mi sembra di essere orfana. Nica si fa sempre sentire fortunatamente, questa sera andremo in un locale famoso di trastevere, può darsi che verranno anche Ethan e Thomas. Non esco con le mie amiche da fin troppo tempo, ed é una cosa rara. Ho sempre amato fare festa, andare a ballare o bere qualche drink. Purtroppo l'università mi ha portato via tempo e soprattutto energie.
<<vic abbiamo finito il caffè e visto che non sono stato io a buttare la confezione suppongo che oggi dovrai andare a comprarlo>> sentenzia Thomas dalla cucina.
<<si dopo vado>>
Lo liquido in fretta, e con poco interesse.
<<vic? Tutto bene a che pensi?>>
<<nulla, che dicevi?>> Tiro su col naso e gli do tutta la mia attenzione.
<<é un po' che non ti sento suonare, che ne dici di metterci a farlo insieme?>>
<<ti avverto che non sono in vena di un brano super rock dei Metallica>>
<<niente brano rock allora, decidi tu, cosa suoniamo?>
Penso per qualche istante ad una canzone che possa rispecchiare il mio stato d'animo attuale. L'unica che mi viene in mente é ... <<Lost on you di LP>>
<<wow siamo depresse proprio allora>>
Mi scombina i capelli passandomi accanto per andare a prendere la chitarra.
Mi alzo anche io dal mio angolo di divano preferito e mi accingo ad accordare il basso e prendere l'amplificatore.
<< ma la sai? Non l'abbiamo mai suonata insieme>> chiedo studiandolo
<<no non l'abbiamo suonata insieme ma tu l'hai fatto spesso e ti ho ascoltata molte volte, credo di poterla sapere anche improvvisandola>>
Thomas é un vero mago col suo strumento, da lezioni di chitarra nello studio di suo padre, ha chiesto anche a me di provare delle volte ma sono poco paziente e non sono brava a spiegare. Può darsi che sia anche per questo se Damiano non capisce  nulla nelle nostre lezioni di inglese. Chissà cosa starà facendo ora...
Sarà con una qualche ragazza raccattata per strada.
Vedendomi distratta il mio migliore amico accende la tele e fa partire il brano, così che io possa solo che iniziare a suonare. Si aggiunge anche lui alla seconda strofa e il brano viene una meraviglia. Lascio che le dita facciano il loro lavoro, ci sorridiamo quando i nostri sguardi si incontrano e chiudo gli occhi. Quando concludiamo schiocco le dita e guardo Thommy.
Ogni volta resto stupita dalla luce che gli brilla negli occhi dopo un brano uscito bene.
<<non vorresti mai riprovarci?>> mi chiede a voce bassa studiano le corde.
<<Thomas... lo sai già che non posso>> rispondo amareggiata.
Lui sa quanto vorrei, sa che ogni volta che suono mi estraneo dal resto, ma sa anche perché non posso più. Ho smesso di pensare a questo sogno già molto tempo fa, fin troppo. Ora sono grande, non saprebbe possibile.
<<vic...ma tu non ti vedi quando suoni. Io invece si, dannazione fai innamorare perfino me>>
<<mi dispiace se ho distrutto anche il tuo sogno, ti giuro che non é ciò che avrei voluto fare, ma puoi sempre continuare. Sono certa che moltissimi artisti cercano qualcuno che ci metta il tuo stesso amore.>>
Abbasso il viso e mi distraggo giocando con le mani.
<<de angelis, anni fa promettemmo che ce l'avremmo fatta insieme, io non continuo senza di te. Non vorrei però che buttassi via un'opportunità così>>
<<non c'è nessuna opportunità, L'ho persa.>>
Mi alzo e vado via.
Una volta chiusa in stanza mi lancio sul letto e resto a guardare il cielo dal lucernario.
Roma oggi é soleggiata ma comunque fredda gelida.
Non riesco a smettere di far scorrere i pensieri. C'è sempre qualcosa che mi tormenta, che mi tiene sveglia e non mi da pace nemmeno mentre dormo.
Questa notte ho sognato Damiano.
<<io ti voglio capire>> diceva accarezzandomi dolcemente i capelli mentre stavamo nudi su un letto dopo una notte di fuoco.
Quando ho aperto gli occhi avevo il respiro affannato, le labbra arrossate e le mutandine fradice. Stento a sapere se la mia mente mi ha esposto tutti i dettagli di ciò che abbiamo fatto.

Due ore dopo comincio a prepararmi per uscire.
Indosso dei pantaloncini di pelle abbinati a delle calze a rete e degli stivali fino al ginocchio. Opto per un maglioncino bordeaux a collo alto e mi copro con un cappotto lungo.
Il trucco non viene nulla di che, solo le occhiaie ben coperte e la matita nera con un leggero strato di mascara. So già che quando tornerò, l'ultima delle cose che avrò per la testa sarà struccarmi.
<<vic>> thomas bussa alla porta mentre sto mettendo il profumo.
<<ti prego scusami se... non volevo farti pressione>>
Mi avvicino con calma all'entrata della mia stanza ed apro.
<<dammi un abbracci forza>>
Lo stringo forte a me e lo saluto per dirigermi alla macchina.

Nel club c'è molta gente. Entro facendo suonare il campanellino attaccato alla serratura e subito un cameriere mi raggiunge.
<<signorina, posso aiutarla?>>
Gli dico che sono con delle amiche e vengo subito accompagnata al tavolo.
<<Ma guarda che bona che si vede in giro>> urla mia sorella sventolando la mano come una scema.
Avvolta nel mio egocentrismo faccio una giravolta accompagnata da una faccia stupida.
<<dai viè qua, ce ubriachiamo staseraaa>> Eugenia le da man forte.
Mi accomodo, tolgo il cappotto e sventolo un po' i capelli.
Ci portano una sfilza di bicchieri pullulanti di alcohol. La musica diventa sempre più alta man mano che il sole cala.
Questo posto dovrebbe diventare un night club dopo le undici.
Ormai un po' troppo sudi giri mi alzo e trascino Francesca con me, le do un colpo di anca e con un casques diamo il via alle danze.
I tavoli scompaiono dalle nostre viste e sulla sala cala una gigante palla da discoteca. I cubi a bordo del bancone bar cominciano a brillare e delle ballerine fanno la loro entrata appese a dei pali con abiti che lasciano ben poco all'immaginazione.
Col reggaeton al massimo prendo coraggio e ballo fino allo sfinimento accerchiata da gente sconosciuta e facce familiari, alcune più di altre.
Neanche quando una mano cala sul mio ventre e un petto solido si poggia alla mie schiena smetto di ballare. Sono troppo inebriata e questo tizio ha un profumo da favola.
Si avvicina al mio orecchio e scosta i capelli con la punta del naso.
<<Se non la smetti di muovere questo culo dovrò spaccare la faccia a un po' troppi ragazzi>> sussurra sfiorandomi il lobo con le labbra.
I miei campanelli dall'allarme scattano subito. Cerco le amiche fra la folla ma non ne vedo nessuna. Sembro essere finita in un privè, la stanzetta è più piccola.
Abbasso le mani, volto il capo all'insù e vedo due bellissimi occhi scuri e profondi che conosco molto bene.
Damiano.
Rimango disinvolta anche mentre mi lascia un piccante bacio sul collo, continuo ad ondeggiare su di lui. Sento  le sue mani sui fianchi, la sua bocca che mi stuzzica.
Sono così su di giri da avere la sensazione di averlo in me.
cazzo.
Addocchio un palo da pole dance poco distante da me e mi ci aggrappo sottraendomi al suo tocco. È posto su un palchetto al centro del privè, con attorno dei divanetti occupati da diversi ragazzi.
Qui la luce è rossa e più soffusa, la quale, agisce a mio favore.
Deve impazzire quanto impazzisco io quando mi tocca.
Piego le ginocchia finché non toccano terra, faccio aderire il metallo ai pantaloncini e con movimenti cauti e il più sensuali possibile mi muovo su e giù con colpi d'anca. Damiano mi studia e non smette nemmeno per un secondo di tenermi d'occhio.
È eccitato.
Passa la lingua sui denti e da mi il colpo di grazia con quel sorrisetto che manda completamente fuori di testa.
<<guardami >> mimo con le labbra.
Do la schiena al palo, un braccio posato su e uno posato giù, le ginocchia cominciano ad essere provate dalla posizione scomoda, ma resisto e muovo i fianchi. Ondeggio simulando uno scenario prettamente sessuale. Chiudo gli occhi e vedo sempre noi. Emetto sospiri più profondi quando immagino che sia sotto di me.
<<bestiolina, con questa scenetta stai garantendo mesi di seghe mentali a tutti i miei amici qui presenti. Se non vuoi che ti scopi davanti a tutti fai la brava e smettila>>
Mi parla sulle labbra.
<< sarò io a farmi scopare davanti a tutti se non sarai tu a smetterla di guardarmi come fossi nuda>> ribatto catturando le sue labbra con le mie.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Where stories live. Discover now