37. 𝑽𝒆𝒏𝒕'𝒂𝒏𝒏𝒊

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Victoria

Se mi avessero detto che bastava una passione a risanare mille cicatrici, mi sarei catapultata su un palco insieme ai miei amici molto tempo fa.
E se mi avessero detto che non avrei vinto il contest per cui, per anni, mi ero mentalmente preparata, probabilmente non vi avrei preso parte. Tuttavia, non sarei tornata indietro per nulla al mondo, mai.
In ambito musicale si diveniva vittoriosi conquistando i cuori delle persone, non c'era somma che vi potesse fronteggiare o premio che potesse reggere.
Ci aspettava un grande tour in Italia, tanti incontri con i fan e moltissime altri tasselli riguardanti la carriera lavorativa. Un manager già ce l'avevamo e l'ultima, fra le cose che desideravo, era il ritorno della cerebropatia.

<<dovremmo incidere i brani in ordine di come vogliamo che siano nel disco, sarebbe più ordinato e non rischieremmo di fare confusione>> propose Damiano oscillando sulla sedia della cucina di casa mia.
<<si forse hai ragione, ma se cambiassimo idea?>> ribattè Ethan.
Osservavo la situazione dal mio angolino del divano, l'open space era stata la scelta più comoda che avessi mai potuto fare.
<<si può sempre cambiare...>> Aggiunse il mio ragazzo sviando il problema.
<<proprio per questo tanto vale registrarli in ordine sparso e metterli insieme>> si intromise Thomas. Il suo punto di vista non era affatto sbagliato per questo quando chiesero a me, mi dimostrai d'accordo con lui. <<non conta nulla come o quando, basta registrarli. Siamo alle prime armi, abbiamo tempo per capire come ci troviamo meglio. Piuttosto dovremmo concentrarci sull'ordine degli strumenti, se si inizia una canzone e la si deve finire, non voglio pezzi sparsi di chissà quale brano>>
Doveva essere tutto perfetto ed allo stesso tempo divertente.
Più tardi, finita la nostra discussione, accompagnai Damiano alla villa. Avevo lasciato alcuni vestiti da lui, poiché dall'accaduto con Loralie, non avevo avuto il coraggio di rimettere piede in quel posto.
Non avevo paura che potesse tornare, lei era stata messa in una clinica psichiatrica dopo che i dottori scoprirono della sua instabilità mentale ma era pur sempre un ricordo fresco e per nulla gradevole.
Arrivammo, misi via tutto e bevvi un sorso d'acqua.
<<stai bene?>> Domandò Dam.
<<certo amò>>
Se ne stava senza maglietta a fumare sulla finestra della sala, i mille tatuaggi sembravano risplendere al sole, l'abbronzatura gli dava un certo charm ed i ciuffi ribelli che gli incorniciavano il viso contribuivano a renderlo sexy da morire.
Era fatto su misura per me, avevamo menti affini, traumi simili, desideri compatibili. Ogni cosa mi attirava a lui.
Dall'inizio di questa avventura alla ricerca del successo avevamo avuto poco tempo per noi, era molto che non stavamo soli come una coppia o che semplicemente non andavamo oltre ad un semplice bacio.
Mi avvicinai ondeggiando i fianchi, posai le mani sul suo petto per poi circondarlo con le braccia ed attirarlo a me.
<<che fai bestiolina?>>
Quel nomignolo mi mandava fuori di testa. E pensare che prima non lo tolleravo...
<<mi manchi>> dissi ad un soffio dalle sue labbra.
<<ah si? e che cosa ti manca precisamente?>> replicò malizioso.
Nella mia mente si susseguirono le immagini del sesso più sfrenato che facemmo, come potevo sceglierne solo una?
<<tutto>>
<<tutto? non vuoi qualcosa di nuovo?>> stette al gioco.
<<sorprendimi allora>>
<<sarà divertente>> pronunciò come una promessa.

Ci eravamo spostati al piano di sopra, Damiano aveva detto di sedermi sul bordo del letto, nuda.
Io lo feci, me ne stavo là seduta ad aspettarlo ed improvvisamente lo sentii bussare.
<<ammò sto aspetta' solo te, entra>>
La scena che mi si presentò davanti l'avrei ricordata per sempre.
Spalancò la porta, era nudo, con i miei tacchi e la mia ghirlanda di piume fucsia.
Riuscite ad immaginarlo?
<< O>> <<Mio>> <<Dio>> Scoppiai a ridere.
Era la cosa più bella che potessi vedere.
<<a' chiccaaa, che te ridi?>> chiese reprimendo a sua volta un sorriso.
<<nulla nulla, sei fantastico, davvero>>
<<so la tua puttana per una notte!>>
<<mh, allora devi fare ciò che dico io>>
<<ai suoi ordini queen V>> fece un inchino.
<<la pole dance>>
La fece, la fece veramente.
Cominciò a muoversi in modo scoordinato, tentando di ondeggiare i fianchi, passandosi le piume sul membro eretto.
Come potevano venirgli in mente certe cose?
Lo incitai come le fan sfegatate al concerto di Britney Spears.
Lo amavo alla follia.
<<sei pronta per la grande mossa ora?>> domandò col suo sorrisetto furbo.
Annuii.
Venne verso di me, prese le mie caviglie, se le posò sulle spalle e, con un movimento forte e deciso, mi penetrò fino in fondo. Urlai, sia per il piacere che per il leggero fastidio dovuto alle sue dimensioni.
Era totalizzante, mi riempiva il cuore.
Il suo respiro mi scorreva nelle vene e i suoi ansiti drogavano il mio cervello.
<<sei spettacolo>> mi disse.

<<credi che stiamo facendo un buon lavoro?>> gli domandai mente mi rivestivo.
<<che intendi? con la musica?>>
<<si be, credi che stiamo portando avanti il progetto correttamente?>>
<<certo vic, stai tranquilla>>
Nonostante il sesso stupendo appena fatto, il mio ragazzo appariva distante, non mi guardava negli occhi. Prima pensavo che fosse per tutti gli impegni che ci portavano via del tempo, forse fu solo una scusa ma lo conoscevo, sapevo com'era fatto, cosa gli passava per la testa. Era un anno che lo conoscevo, avevo imparato a decifrare i suoi comportamenti da subito, quando me ne innamorai.
<<dam, che c'è?>> gli chiesi.
<<perché?>>
<<sembri... strano>>
<<strano?>>
<<siamo stati bene poco fa giusto? c'è qualcosa che mi devi dire?>>
<<che intendi?>>
<<perché rispondi alla mie domande con altre domande>>
<<scusa...>>
<<allora? nulla da dire?>>
Si era teso tutto d'un tratto.
<<temo di sì>>
<<allora dimmelo>>
Si sistemò sulla panca di fronte all'armadio ed incontrò il mio sguardo.
<<andrò dritto al punto>>
Lo ascoltai.
<<...Giorgia è viva>>

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora