29. 𝑹𝒆𝒂𝒅 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒅𝒊𝒂𝒓𝒚

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Damiano

Stavo nell'appartamento di Vic insieme a lei e Thomas.
Dopo la nostra conversazione avevamo ancora molto da dirci ma a breve mi disse che li avrebbe raggiunti anche Ethan poiché in quei mesi avevano iniziato a suonare insieme più spesso, decisi così di rimanere con loro per vederli in azione, cosa che prima di quel momento non era mai capitata.
Quando il campanello suonò andai io ad aprire, mi trovai davanti un ammasso di muscoli con i capelli ancora lunghi.
<<Damiano?>> chiese entrando.
<<cosa mi sono perso?>> domandò poi rivolto ai due biondi.
<<fratè poi ti racconto ma mo suoniamo che è quasi mezzogiorno ed io ho una certa fame>> esordì thom che ancora accordava la chitarra.
Mi accomodai sul divano pronto a sentire un genere musicale diverso dal mio che, per l'appunto, venni a conoscenza degli Arctic Monkeys solo grazie a Vic.
<<Dam tu sai cantare, perché non ti unisci?>> si rivolse a me la bestiolina.
<<si ma non sono un cantante lirico, non credo di essere nemmeno intonato>>
<<embé? Dai vie' qua!>>
Il suo migliore amico attirò la mia attenzione con dei gesti del tutto sconnessi solo per supplicarmi con labiale, che vic stesse prendendo in considerazione di mettere su una band?
In quel caso l'avrei sicuramente sostenuta ma io non ero di certo ciò che cercavano.
<<dai quale canzone a vuoi?>> insisté.
<<eddai vic, ma io non l'ho mai fatto, non posso solo ascoltarvi?>>
<<insisto, ti prego>>
Io che per lei avrei fatto di tutto mi decisi a darle ascolto ed accontentarla prendendomi la responsabilità di poter fare un disastro.
<<sapete Back to Black?>> domandai.
<<di Amy Winehouse?>>
<<si esatto>>
La bionda mi guardò un secondo e dopo essere rimasta a riflettere corse in camera, la mise sottosopra in cerca di qualcosa e tornò da noi con dei fogli. 
<<ok si ci sono, ho preso gli spartiti del pianoforte, voi la sapete?>>
Ethan e Thomas accennarono ad un si, Victoria scoprì il piano dal suo telo e provando il giro di note un paio di volte si dichiarò pronta.
<<da quando hai un piano?>>
<<da quando l'ho portato qui da casa di mio padre>>
Mi rassegnai ad altre domande e sulla melodia cominciai a cantare.
Fu molto naturale, guardavo le sue dita muoversi sui tasti bianchi e cantavo senza troppa difficoltà. Notavo i suoi movimenti, i sorrisi che ogni tanto spuntavano sul suo viso, le volte in cui chiudeva gli occhi per sentir la musica scorrerle nelle vene.
Era preziosa per ciò che trasmetteva a chi la guardava.
Mi piacque dare voce ai miei pensieri attraverso una canzone che un po' mi  rappresentava. Amy Winehouse la scrisse in successione al fidanzamento del suo ex fidanzato con un altra ragazza, scriveva per annunciare che nonostante questo sarebbe comunque rimasta ancorata alla loro relazione. Io la cantavo riconducendo la mente ai bei momenti passati con Victoria lasciando al passato la sofferenza provata per Giorgia.
<<visto? è stato molto semplice>> dichiarò lei correndo sul divano per saltarmi addosso.
<<non male effettivamente>>
<<non fare il burbero, puoi anche dire che è stato bellissimo, questo non ti renderà meno duro>>
Tremenda.
Dovetti correggermi, era preziosa ma tremenda.
<<quanto ancora dobbiamo stare qui? voglio passare del tempo con te>> sussurrai così che solo vic potesse sentirmi.
<<passare del tempo con me?>>
<<certo, ho tanto da dirti>> constatai.

Arrivati a casa mia le consegnai le chiavi  per andare ad aprire la porta in modo tale che io potessi portare dentro le buste più facilmente. Ci eravamo fermati al supermercato.
<<mi aiuti a sistemare?>> domandai
<<prima vado in bagno arrivo subito>>
Non so quale fosse esattamente la sua definizione di subito, non tornò per una decina di minuti, pensai per fino che stesse male. Quando riapparve sulla soglia della cucina io stavo mettendo gli affettati nel frigorifero, non le prestai molta attenzione, semplicemente anche lei inserì ogni cosa al suo posto ed entrambi finimmo poi per accasciarci sul sofà che stava al centro del mio salone.
<<Dam>> cominciò <<che devi dirmi?>>
<<giusto...si>> Nella mia testa avevo formulato il discorso molte volte, infatti decisi di andare da lei solo avendo prima trovato una motivazione ai miei mesi di assenza, purtroppo la mia memoria difronte ai suoi occhi azzurri mi stava giocando brutti scherzi.
<<forse semplicemente: scusa. Ti ho fatta aspettare molto...>>
<<forse?>>
<<no... c'è... no, mi dispiace>>
<<non dispiacerti, sono stata io ad andare via, piuttosto le tue scuse dovrebbero essere rivolte a cosa mi hai detto prima che andassi>>
<<non volevo sminuire ciò che provavi o che provi ancora...>> Al mio arrivo pensai che mi avesse aspettato veramente, a darmi questo presupposto fu l'abbraccio che mi aveva riservato ma ripensandoci non c'era stato nessun bacio, niente di intimo che avrebbe dovuto lasciarmi giungere a quella conclusione, se non avesse voluto nulla di più da me?
<<sai, i primi giorni e settimane senza vederti sono rivelati più difficili del previsto, mi sedevo sempre sul letto e fissavo la porta nella speranza che da un momento all'altro balzassi in camera mia pronto a fare come Romeo sotto il balcone di Giulietta..>> prese fiato dopo una risata momentanea che aveva riscosso entrambi dal clima serio che si era creato. <<la cosa a cui pensavo più spesso, o forse dovrei dire, la domanda che mi ponevo ogni giorno era chiedermi se anche io ti mancassi come tu mancavi a me>> fui pronto a risponderle di si ma da dietro la schiena estrasse un quadernino completamente nero rivestiti in cuoio, era il mio. <<poco fa sono andata in bagno e sul lavandino ho trovato questo. Era aperto, su questa pagina, che é anche l'unica che ho letto. Infine ho fatto due più due e ho compreso che no, non ti sono mancata alle stupide feste in cui ti recavi>>
Dire che sono impallidito equivarrebbe a ridurre il mio stupore.
<<l'hai letto?>>
<<Si. E se non vuoi che me ne vada da qui come ho fatto sei mesi fa sulla porta di quel cazzo di attico a New York, ti conviene dirmi di cosa di tratta! Io non sono una ragazza da film, non sono qui per recitare una parte ne per guarirti o altre cazzate adatte ad essere scritte. Quanto ai miei problemi, sei pregato di non usarli come fonte di ispirazione perché io non ci trovo nulla di bello.>>
L'aveva letto contro la mia volontà e per lo più aveva frainteso tutto.
<<avevo scritto queste cose per sfogarmi vic! Non ne avevi nessun diritto, è una cosa estremamente privata, li non ci sei solo tu ed il tuo dolore, c'è anche il mio, perché si! Al contrario di quanto pensi, anche gli altri soffrono, non sei la sola.>> Avevo estremamente a cuore tutto ciò che aveva passato la mia bambina, la cui cosa però, non le dava il permesso di aggredirmi per aver cercato una valvola di sfogo.
<<no, certo non lo sono e non ho mai pensato di esserlo, se non fosse che in questo quadernino sembra che tutto riguardi me!>> concluse senza più fiato per urlare.
Mi avvicinai a lei e la feci sedere sulle mie gambe.
<<respira ok?>> L'ultima cosa di cui necessitavamo in quel momento era un attacco di panico o una crisi di nervi.
<<scusa, non ti avrei dovuto puntare il dito contro, ho solo bisogno che mi spieghi.>> disse con più calma.
<<ho iniziato ad appuntare quel che hai letto da circa qualche anno, ci sono pensieri che risalgono a moltissimo tempo fa. Sono delle specie di poesie o semplici citazioni che mi sono venute in mente. Se in quelle righe ti sei ritrovata è possibile che sia perché siamo più simili di quanto credi. Come dicevo prima, abbiamo vissuto eventi simili nel corso della vita e so che non potrò mai capire ciò che ti ha distrutta per la morte di tua madre ma anche io ho perso una persona importante.>> 
Le accarezzai delicatamente i capelli dorati, più corti dall'ultima volta che la vidi.
Sembrava davvero che il tempo passato distanti non fosse mai esistito, il vuoto che provai durante quei mesi si era colmano non appena la rividi. Aveva anche aggiunto qualche tatuaggio alla sua collezione, c'era una nuova greca sul braccio e fui curioso di scoprire se ce ne fossero altri che non potevo vedere.
Il suo viso era rimasto corrucciato dalle mie parole, un'espressione buffa se ne stava sul suo viso, turbata al tempo stesso.
<<a cosa pensi?>> osai domandare.
<<davvero tu hai sentito quello che ho sentito io quando Giorgia è venuta a mancare?>> esalò titubante.
<<non posso paragonare le due cose ma sicuramente è stato difficile, ho perso me stesso per un anno>>
Sospirò e replicò : <<se fosse successo a me?>>
<<se fosse successo a te... cosa?>>
<<se... se fossi stata io quella a mo..>>
<<non lo dire!>> la fermai. <<non dirlo mai vic... ti prego. Le due cose non possono coesistere. Non ci voglio pensare, non pensarlo nemmeno tu>> Strinsi la sua mano con forza, mi aveva messo paura, le sue parole, il bisogno di un confronto con Giorgia, come? Cosa le aveva fatto credere che per lei avrei sofferto di meno? Cosa mi ero perso mentre ero via?
<<tu puoi amarmi ancora? Ne sei certo?>>
<<io ti amo. Ci sono cose che col passare del tempo si sono rese chiare. Lei era come un'amica che mi conosceva meglio di altre. Tu sei di più, lo sei sempre stata perché ogni volta che ti ho guardata, da quando ci conosciamo, ho sentito sempre qualcosa di nuovo.>>
<<ma tu l'hai amata! Saresti invecchiato con lei!>> pronuncia come un'accusa.
<<non sarò ipocrita ma lei era l'unica ragazza con cui ero stato e come tale l'unica a cui ho dato tutto me stesso fino a quel momento, non ho mai avuto un criterio di paragone, non ho avuto altre esperienze durature. Sono certo che se due anni fa fossi arrivata tu nella mia vita, ad oggi io sarei a prescindere qui, con te e per te.>> ero quasi stufo di convincerla che era la donna di maggiore priorità per me.
<<la pensi così?>>
<<Si.>>
<<chi sono le ragazze di cui parli? Ci sono testi in cui descrivi delle serate ed il sesso. Ho bisogno di sapere se mentre me ne stavo qua a consumarmi per te, tu te la spassavi, e non mentirmi Damiano>>
<<in alcuni sei tu, parlano di te. Altri, i recenti, descrivono scene che ho vissuto in America dopo che te ne sei andata. Non ti ho mai tradita vic. Mai.>>
Appoggiò la testa sulla mia spalla e rilasciò il fiato, si era calmata, era tranquilla.
Avvolsi le mie braccia attorno al suo bacino e di rimando lei strinse le cosce sulle mie gambe. Non avevo nemmeno avuto tempo per pensare al fatto che fosse a cavalcioni su di me, quando me ne resi conto una sensazione di bisogno e voglia mi travolse. Volevo le sue labbra, le bramavo da troppo.
<<ora che ti fidi di me, me lo dai un bacio?>>
<<non so se sono pronta ad una relazione come quella che abbiamo avuto a gennaio>> confessò.
<<possiamo essere qualcosa di definitivo se vuoi, potresti essere la mia ragazza>>
<<cosa?>> Scattò col capo all'indietro.
<<hai capito bestiolina, mi vuoi?>> chiesi allusivo sulle sue labbra.
<<forse ci dovrei pensare>> ribattè.
<<non te lo concedo>>
<<allora ti dico di sì>>
La baciai, sulle labbra, sul collo, sul ventre e fra le gambe.
La lasciai nuda e scoprii uno scorpione marcato con l'inchiostro sul bacino, la trovai vogliosa e bagnata di me e per me.
Ero pronto ad essere ciò che meritava.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Where stories live. Discover now