12. 𝑫𝒊𝒎𝒎𝒊 𝒍𝒆 𝒕𝒖𝒆 𝒗𝒆𝒓𝒊𝒕𝒂̀

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Victoria

"𝘊𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘴'𝘦̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘪 𝘧𝘢 𝘢𝘯𝘥𝘢𝘳𝘦 𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 ?" 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘥𝘦𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰
"𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦"𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘰̀ 𝘪𝘰.
"𝘤𝘩𝘦 𝘤𝘰𝘴'𝘦̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘵𝘪 𝘩𝘢 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘴𝘰𝘧𝘧𝘳𝘪𝘳𝘦?"
"𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦" 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘰̀ 𝘯𝘶𝘰𝘷𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦.
𝒜𝓊𝓇ℴ𝓇𝒶𝓃ℯ𝓈𝓀𝒾𝓃

Forse avevo sopravvalutato il traffico di Roma, poiché qua a New York é difficile perfino capire quale corsia prendere per girare semplicemente a destra. Può darsi che fosse proprio per questo che avevamo un autista privato.
La cena era andata bene, o almeno credo, avevo ascoltato poco di ciò che si erano detti Damiano ed i compagni, ero stata interpellata poche volte, qualche domanda sulla mia vita e su come avessi conosciuto questo giocatore di basket estremamente presuntuoso.
Rimasero tutti scioccati dalla mia scelta di seguirlo quando scoprirono che ci conoscevamo da solo un mese. "Really? You're crazy girl, but I like it" disse Jakson, colui con cui conversai maggiormente.
<<allora come ti sembrano? Ti sei annoiata tanto?>> domandò Damiano quando scendemmo dall'auto per andare nell'attico.
<<No non molto, quel ragazzo mi ha salvato la serata>>
<<Jakson? Avete fatto amicizia?>> Era infastidito ed un po' scioccato.
<<ma che amicizia, no abbiamo solo conversato>>
<<e di cosa?>>
<<di come ti ho conosciuto, del perché sono venuta nella grande mela e del fatto che faccio l'università qui. Tutte cose che tu già sai>> dissi per calmarlo.
<<a proposito, quando andrai in università?>>
<<credo dalla settimana prossima, devo ancora ambientarmi e sistemare delle cose per te, hai molti impegni David>>
<<non devi mettere in secondo piano i tuoi progetti per me vic>>
<<si ma é il mio lavoro e poi non sono più tanto sicura di voler continuare gli studi, potrei passare tutta la vita a farti da segretaria>> ammisi.
Damiano era un ragazzo simpatico, gli volevo già molto bene, nonostante il nostro rapporto fosse iniziato in modo un po' burrascoso e non nel più normale dei modi, mi piaceva stargli accanto.
<<tutta la vita? Victoria per caso mi stai chiedendo di sposarti?>>
Entrammo in casa e nel mentre alzai gli occhi al cielo.
<<sei proprio un coglione>>
<<si ma hai comunque appena ammesso che passeresti tutta la vita con me bestiolina>>
<<non é vero>>
<<o si che è vero, certo potresti sempre lavorare a distanza ma in fondo lo sai anche tu che ti ho migliorato la vita>> Mi fece fare una giravolta e quando fui tra le sue braccia si avvicinò per sussurrarmi sulle labbra.
<<e poi sono un fregno da paura, anche se volessi, starmi lontano sarebbe una tortura, per non parlare del fatto che ti troverei per riportarti da me>>
Vidi oltre le sue parole. Forse come me, aveva pura di perdere chi amava. Stavo iniziando a capirlo e a comprendere che anche nelle nostre diversità, eravamo similissimi.
Mi diede un bacio.
<<e questo a cosa lo devo?>>
Ero stupita, come sempre d'altronde, non mi abituavo mai a queste cose. I piccoli contatti, le volte in cui i nostri sguardi s'incrociavano, le sue mani su di me, era diventato tutto familiare da far paura, eppure ugualmente nuovo.
Damiano mi faceva mancare la terra sotto i piedi, con lui camminavo a mano sulle nuvole, con la costante sensazione di avere le farfalle nello stomaco.
<<mi piace baciarti>> rispose come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo e fu ciò che mi piacque. Lo baciai ancora una volta, in modo svelto senza malizia o secondi fini, ammetto però che qualora ci fossero stati i presupposti per un rapporto non avrei rifiutato.
<<vedo che anche a te piace>>
Passai le braccia dietro al suo collo e restai appesa a lui. Ammirai i suoi occhi e restai a fissarli, anch'essa era una cosa che mi piaceva ma che poche volte avevo fatto, solo mentre lui non prestava attenzione a me.
<<che ne dici se battezziamo la nuova vasca che hai in camera?>>
Annuii circa un centinaio di volte di fila.
<<va bene>> disse sorridendo <<allora adesso vado a farmi un caffè e poi ti raggiungo>>
Corsi per le scale fino alla mia stanza, tolsi di fretta tutti i vestiti ed iniziai a far scorrere l'acqua per trovare la giusta temperatura. Dalla grande vetrata si vedeva la luna, le macchine occupavano regolarmente la carreggiata e qualche volta si sentiva il suono dei clacson.
Accessi solo la lampada sulla scrivania per limitare la luminosità. Erano circa le undici, dal giorno prima non avevo ancora sentito Thomas così pensai di scrivergli un messaggio per cercare di tener fede alla mia promessa di sentirci tutti i giorni, scrissi anche una cosa veloce ad Ethan, non avevo potuto salutarlo in aeroporto ma gli avevo detto che presto sarei tornata ed avremmo passato una serata a suonare fra di noi.
Scorrevo Instagram appoggiata alla vasca, avevo tenuto indosso solo le mutandine per non sembrare affrettata agli occhi di Damiano, non sapevo che intenzioni avesse e non avevo intenzione e di darle per scontate finendo per metterlo a disagio.
Ci pensò poi lui a farmi notare che quel dettaglio lo infastidiva.
<<e queste bimba?>> alzai lo sguardo e lo vidi accovacciato di fronte a me, nudo.
<<a chi scrivi senza prestarmi attenzione?>>
Lanciai il telefono sul letto e dissi che era un amico.
<<e questo amico é più importante di noi?>> Iniziò a baciarmi l'interno del ginocchio.
Mi tenne ferma dalle natiche quando s'avvicinó alla mia intimità.
<<allora? Non rispondi vicky?>> baciò il punto V
<<n..no non lo é>> ripercorsi con la mente le sue parole, aveva detto noi eravamo un noi.
<<fantastico>>
Può darsi che mi sarei dovuta sentire in colpa per avergli detto che Ethan non era importante, ma in quel momento avrebbero perfino potuto chiedermi il mio nome, ed avrei risposto Damiano.
D'un tratto mi spinse all'indietro e caddi in acqua facendone schizzare fuori una gran quantità. Controllò che non fosse stato un movimento azzardato e sorridendo si mise in piedi con le mani sui fianchi.
Chiuse nel pugno la sua erezione, si mosse su e giù per permettermi di ammirarla, perché come a me, piaceva essere guardato. Mi morsi il labbro, ed a mia volta presi a toccarmi. Parve piacergli poiché entrò in vasca e s'avventò su di me. Cominciò a baciarmi con foga, mi morse le labbra, i capezzoli. Nel momento in cui meno me lo aspettai entrò dentro di me con una spinta decisa e sicura, quasi stessa aspettando questo momento da tutto il giorno.
Gemetti sul suo collo, gli morsi perfino una spalla. Era possente e determinato come mai.
<<dam più pia...piano>> Emise un verso rauco e tentò di assecondare la mia richiesta anche se era evidente che gli costasse molto.
Venni due volte ma continuai ad accontentarlo per saziare pure il suo desiderio.
<<cazzo vic>> disse quando scesi ai stimolargli i testicoli.
Interposi perfino una mano tra la mia entrata ed il suo membro.
Era duro e di dimensioni per nulla indifferenti.
<<sei fantastica cazzo, ma com'è possibile>> cercò di sussurrarmi.
Era sudato e caldo, affannato ma comunque pieno di energia. Mi chiesi come facesse a parlare così tranquillamente nonostante la situazione. Io faticavo perfino a respirare.
Questo sarebbe stato un momento indimenticabile, sia per le parole usate da lui per descrivermi, sia per le stelle che lo incorniciavano.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Where stories live. Discover now