18. 𝑰𝒍 𝒔𝒊𝒈𝒏𝒊𝒇𝒊𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒃𝒆𝒏𝒆

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Damiano

𝘚𝘦 𝘵𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘪𝘶𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘵𝘢𝘯𝘻𝘢
𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘴𝘦 𝘯𝘦 𝘢𝘯𝘥𝘳𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘳𝘢𝘪
𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘯𝘤𝘢𝘯𝘻𝘢 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘰
𝒜𝓊𝓇ℴ𝓇𝒶𝓃ℯ𝓈𝓀𝒾𝓃, 𝓃ℴ𝓉𝒶 𝓆𝓊𝒾𝓃𝒹𝒾𝒸𝒾.

Una settimana.
Era una settimana che non incrociavo Victoria neanche per sbaglio. Non avevo risposto ai suoi messaggi, uscivo presto la mattina e tornavo tardi la sera. Se lei entrava nella stessa stanza in cui mi trovavo io, me ne andavo e mi rinchiudevo in camera. Gli allenamenti si susseguivano, gli impegni erano molti ma tutti perfettamente sostenibili grazie a lei che organizzava tutto. Il tempo scorreva normalmente eppure io chiudevo gli occhi e mi ritrovavo di nuovo in quella stanza, con Victoria che piangeva nel bel mezzo di un attacco di panico ed il peso delle sue rivelazioni sulle spalle. La mia bambina aveva perso la figura più importante nella crescita e ciò avrebbe potuto provocarle dei problemi, nonostante questo lei era comunque sorridente, sempre piena di energia anche quando nei seguo occhi si leggeva la stanchezza di una notte passata insonne.
Ora avevo importanza per lei. Si era aperta ed io poco prima ero stato un coglione.
Avevo sottovalutato il corso della sua vita, avevo sottovalutato l'importanza che dava alla fiducia. Avevo sempre saputo che era una ragazza intelligente e seria, ora la mia stima nei suoi confronti era aumentata.
Con Victoria avevo riso, pianto. Mi ero infilato nel suo letto per guardarla dormire. Avevo invaso la sua privacy qualche volta nella doccia, mi aveva sempre fatto entrare. Pensai che non ci fosse altro dietro quegli occhioni azzurri, scoprii invece che ci nascondeva un mondo.
Ebbe ragione quando disse che ciò che vidi in lei, la prima volta, era il riflesso dei nostri dolori. Siamo attratti l'un l'altra perché ci comprendiamo. Proprio per questo però le sarei stato lontano nel limite del possibile. Non potevo ferirla. Non volevo. Lei brillava e sarebbe potuta essere la mia stella polare, io sarei rimasto nel mio buio ad ammirarla, avrei fatto di tutto per vederla accecare il mondo.
Furono pochi i mesi passati insieme, solo due. Io sentivo qualcosa di strano nei suoi, nulla di mai provato così intensamente.
Da un po' mi mancava l'aria avendo continuato a non vederla.
Quel giorno le feci una sorpresa, mentre lei era via a fare shopping, io le comprai un basso munito di tutto ciò che le sarebbe servito per suonare.
Al nostro arrivo a New York avevo messo dei vinili in camera sua ed un giradischi per farla sentire più a casa. Li ascoltava la mattina mentre lavorava, d'ora in poi avrei voluto sentirla parte di quella melodia. Non mi sarebbe dispiaciuto sentirla fracassare i muri di casa col suo strumento.
Arrivò svariati minuti dopo mentre io stavo concludendo una telefonata di lavoro, attesi che salisse al piano superiore per poi raggiungerla e vedere la sua reazione. Quando apparsi sulla soglia della sua stanza lei aveva gli occhi sul suo nuovo gioiellino. Si avvicinò lentamente per studiarlo e si voltò nella mia direzione.
<<é merito tuo?>> chiese col gli occhi che brillavano
<<forse>> riposi sorridente.
Lo prese e lo indossò.
<<perché?>>
<<perché cosa?>>
<<perché l'hai preso? Ne ho già uno a casa>>
Era veramente bella.
<<mi sopporti e sono certo che ti mancasse>>
Più volte l'avevo notata far finta di suonare mentre ascoltava i suoi brani rock, in quei momenti si scatenava come una pazza. L'avevo spiata così tante volte che lei nemmeno immaginava.
<<allora mi suoni qualcosa?>>
Accese l'amplificatore. Collegò il cavo, fece partire una canzone e si mise a suonare.
Faceva tutto con scioltezza, era rilassata. Io la guardai con ammirazione, quello... quello era il suo sogno. Me la immaginavo da piccola a suonare quel basso più grande di lei, anche se in realtà non sapevo da quanto tempo suonasse.
Ce la vedevo su un palco, con migliaia di fan ad acclamarla e un gruppo tutto suo a sostenerla. Aveva i mezzi, la tenacia ed era forte. Gli insulti degli hater non avrebbero sortito un grande effetto su di lei, il che avrebbe giovato sicuramente a suo favore.
<<allora sono brava?>> chiese una volta conclusa la canzone
<<moltissimo>>
Lei si rabbuiò un pochino e rimise a posto tutto.
Capii subito cosa stava succedendo nella sua mente. Victoria era scappata. Stava scappando dal suo sogno.
<<non avresti dovuto, sarà costato molto>>
<<non é nulla che non mi possa permettere>>
<<allora? C'è qualcosa che mi devi dire?>> riprese girandomi letteralmente attorno.
<<a cosa ti riferisci?>>fui vago
<<mah non saprei... forse al fatto che sei scomparso da quando ti ho detto che sono per metà orfana>> usò un tono d'accusa che mi fece vergognare di me stesso.
<<mi dispiace vic, non sono scomparso per quello, ho avuto bisogno di riflettere>>
Si sedette sul bordo del letto.
<<mh e su cosa dovevi riflettere?>> era curiosa, una bestiolina curiosa.
<<su di noi>>
<< ah si? E che conclusioni hai tratto?>> Accavallò la gamba. Indossava una gonna vintage corta che lasciava intravedere le sue mutandine rosse. Mussa astuta.
<<ho tratto che non ci innamoreremo, andremo a letto e ci divertiremo. Tu hai sofferto in passato ed io non voglio farti stare male ne voglio stare male a mia volta, per lo più cominciano ad esserci troppi sentimentalismi>>
<<ottimo, e quando pensavi di recapitarmi questa informazione?>>
<<proprio ora>>
Si rimise in piedi e mi raggiunse fermandosi poi per baciarmi. Le sue dita corsero a stringere i miei capelli, le mie mani a stingere il suo sedere. Gemeva ogni qual volta sfiorassi la sua intimità, proprio come in quel momento.
Ero sul punto di infilare il medio ma mi precedette scostandosi.
<<io non prendo ordini ne tanto meno mi faccio usare>> replicò sulle mie labbra alla decisione di prima.
Mi spinse via, si spogliò rimanendo completamente nuda. Tornò nuovamente al letto ed allargò bene le gambe sul materasso. Avevo una visuale del suo corpo che già conoscevo ma che era pur sempre eccitante da morire. L'erezione crebbe nelle mie mutande quando Victoria, con l'indice si stuzzicò il clitoride. Con cautela, quando fu bagnata, spinse dentro due dita e le mosse come facevo io. Lei si stava toccando.. per me. E non si stava vergognando ne aveva paura che potessi raggiungerla.
Mi aveva detto di no e sapeva che io non sarei andato contro la sua volontà.

ᴛʜᴇ ʟᴏɴᴇʟɪᴇsᴛ |damoria|Where stories live. Discover now