f i v e

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aprì la porta della palestra.
«guarda chi si rivede...» avanzò verso di me scrocchiandosi le dita.
«il ragazzo che mi ha lasciato il visualizzato su instagram pensando fossi interessato a lui» rise dandomi dei colpetti in testa.

«non ti ho lasciato il visualizzato, se apro la richiesta non esce il visualizzato».

«bene, infatti non era uscito. ma ora so che mi hai ignorato di proposito», dio quanto mi irrita.

«molto simpatico. in ogni caso ti ho ignorato perché sei cringe, non perché credevo di piacerti» gli sorrisi.

«cosa c'è di cringe del chiedere di giocare una partita assieme?».

«che era sabato sera, e stavi pensando a me» ribattei.
«ora mi lasci passare o vuoi continuare a sedurmi?» il ragazzo scosse la testa bloccandomi le spalle con le sue mani:
«quindi sei qui per ballare o per giocare con me?»

«per ballare, ora levati dal cazzo», lo spostai andando verso la sala apposita.

«felix, guarda che non c'è niente di male se ti piaccio», mi girai stufo inarcando la schiena per fargli capire quando mi stesse facendo cadere le palle.

«per ottenere il tuo silenzio e farti chiudere un po' quella bocca devo giocare con te a basket? fammi capire» mi misi a braccia conserte.

«sì.» mi passò la palla.

«che dovrei farci?» guardai il pallone arancio girandolo quasi ad impastarlo tra le mani.

«palleggia e cammina verso il canestro, cerca di non farmela prendere», accettai, lasciai il borsone con le cose per la danza a terra, e cominciai a giocare rassegnato.

corro decisamente più veloce di lui, perché sono più leggero, ho meno muscoli, per tanto avanzai già di molto verso il cesto.

nonostante tutto lui continuava a marcare stretto, e a volermi prendere la palla di mano. in poco tempo la rese sua e da lontano già fece canestro.

«no ma che-» rimasi a bocca aperta.
«non hai l'abbigliamento adatto, uno shorts aderente da ballo ed un crop top certo non sono l'ideale».

«mi stai chiedendo di spogliarmi?» lo adocchiai con tanto odio.

«no, non voglio vederti nudo, sono problemi tuoi se sei vestito male. un consiglio pratico è che non sai difendere il pallone, prova ad avere più controllo del tuo corpo e non solo della palla», annuì ai consigli.

riprovammo ancora una volta.
partimmo sempre con me in possesso della palla.

questa volta andò un po' meglio, riuscì ad evitare che mi prendesse la palla fino al mio arrivo sotto il canestro quando me lo ritrovai alle spalle.

era snervante, non riuscivo a seminarlo da dietro, rimanevo quasi fermo a palleggiare, e nel mentre lo sentivo così tremendamente vicino a me, nell'attesa di rubarmela di mano.

d'un tratto mi fermai e trattenni la palla fra le braccia, quando sentì le sue mani circondare il mio bacino e fermarsi su di esso. «perché mi stai tenendo per i fianchi?» chiesi teso tenendo gli occhi fissi sul pallone.
«credevo avessi bisogno di aiuto» le tolse poco dopo.

NO MA CHE DIAMINE!
mi girai verso di lui istintivamente e ripresi le sue mani, portandole sui miei fianchi di nuovo.

l'altro mi guardò parecchio confuso, riguardava me, e poi dove le sue mani stavano tenendo: «m-mi puoi far fare quel tiro nel canestro col salto?» inventati sul momento.

«ahah, non capivo- comunque va bene» mi girò di spalle, riafferrai la palla ormai a terra, e appena mi alzò verso il canestro, la gettai dentro.

«vai!! voglio riprovarci. proviamo con una corsa, poi mi alzi e la butto dentro, okay?», divertito accettò anche questo gioco.

mi disse di palleggiare e cominciai a farlo, mi prese poi i fianchi e mi alzò fino al canestro facendomi fare di nuovo punto.
«ora ti lascio tu appenditi e scendi» disse mentre mi teneva alto.
rimasi per un po' sul bordo, e poi mi diedi lo slancio per atterrare.

ci battemmo il cinque contenti. «sono stato bravo?» domandai.
«si può dire di sì», esitò: «peccato sia stata una scusa per avermi sui tuoi fianchi».

merda...

«lo dici come se per te non fosse stata un'occasione per avere il mio culo in faccia» strinsi i denti.

«mi spiace felix, non sono come quei maschi in tutù che fanno danza con te».

mi turbai di nuovo: «facciamo hip hop, non danza classica, non indossiamo certo il tutù. e-e poi non ho capito il senso della frase».

«maschi a cui piacciono altri maschi» mi prese in giro.

lo guardai confuso: «chiamasi "ragazzi gay"?» il più grande annuì.
«ma non sono tutti gay in quel corso, lo saranno 4 o 5 massimo».

«allora mi correggo: mi spiace felix non sono come te», mi provocò.

avrei voluto veramente ucciderlo in quel momento, ma non volevo dargli filo da torcere, gliene avevo dato fin troppo.

«stai dicendo che io sono gay?» annuì ancora.

«sì, è vero. mi piacciono i ragazzi. dunque?»

«nulla, sei carino-» provò a toccarmi quando gli scostai aggressivamente la mano.

«ci stai provando con me perché vuoi vedere se mi eccito? sei consapevole che non funziona così?!»

«no ma non intendevo quest-» mi imbarazzai e ripresi la mia borsa.

«credo che sia giunto il momento che me ne vada» gli sorrisi piuttosto impacciato, mi sentivo così a disagio.

«mica ti sei offeso? non volevo».

rimasi in silenzio per un po':
«nah, tanto so di piacerti» mi misi la borsa su una spalla ed aprì la porta.

«com'è che riesci a sparare cazzate così grandi da una bocca così piccola» si finse stupito.

«adesso ti sembra piccola, a letto cambierai idea...» chiusi la porta.

pochi passi dopo il ragazzo la riaprì, ed esitò qualche secondo prima di fermarmi afferrandomi per il collo della maglia e voltandomi verso di lui «perché dici queste cose eccitanti e poi mi lasci solo», diminuì la distanza tra le nostre labbra, a tal punto che le punte dei nostri nasi quasi si toccavano.

deglutì, non sapevo che dire.
«cosa vuoi che faccia allora?» ingoiai ancora saliva ansimando teso, «vuoi che ti aiuti a masturbarti?» il ragazzo scosse la testa.

«oggi pomeriggio» introdusse sottovoce, annuì per farlo continuare: «mandami qualche foto di te» il respiro di entrambi aumentò, aggiunse: «se mi piaceranno posso ricambiare», annuì ipnotizzato,
«ma deve rimanere tra noi» lasciò il collo della mia maglia e andai via...

Strippers | changlixWhere stories live. Discover now