f o u r t y o n e

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«binnie» provai a svegliarlo sedendomi di fianco a lui sul divano: «binnie non riesco a dormire».

il ragazzo strinse gli occhi, stese le braccia e sbadigliò. «lixie...?» disse confuso nel dormiveglia.

«non riesco a dormire…» dissi sottovoce.
non ero mai stato così preoccupato nel confessargli qualcosa di così sciocco, in qualche modo avevo paura che potesse arrabbiarsi con me, sebbene in primis mi avesse chiesto di svegliarlo qualsiasi cosa fosse mi fosse successa.

il ragazzo sbadigliò di nuovo, ma poi si alzò presto mettendosi seduto di fronte a me, accarezzando le mie gambe per un po' e scoprendone un po' di pelle per sotto il pantalone.
«come mai non riesci a dormire?» chiese.

prima di rispondere ammirai le sue dolci carezze, «mi sento troppo pensieroso, poi senza le tue braccia o il tuo dolce respiro durante la notte, è difficile sentirsi al sicuro» gli sorrisi arrossendo.

«mh, allora vuoi che ti cucini qualcosa vero?» si alzò dal divano rassegnato con un piccolo sorriso che anche lui aveva sulle sue labbra.

«possiamo fare un dolce assieme, e magari lo mangiamo domani per colazione» proposi sollevandomi e saltellando senza fare rumore verso la cucina.

«e va bene, comincia a prendere le cose e facciamo dei buonissimi brownies come piacciono a te» da quella frase pronunciata da lui, il tutto più continuava, più diventava tenero e romantico.

non l'avevo perdonato, assolutamente, ma ogni secondo che passava mi rendevo conto quanto mi rendesse felice la sua presenza.

era così bello ogni istante con lui...
mentre prendevo qualcosa dai mobili in basso mi schiaffeggiava le chiappe tipo tamburo; oppure mentre mescolavo e mi si stancava il braccio, lui mi abbracciava da dietro e teneva il cucchiaio insieme alla mia mano; ancora più tenero quando aveva paura mi facessi male tagliando o cuocendo qualcosa, e lo faceva al posto mio.

quando il dolce fu pronto infatti, non ci rimase che infornarlo, e lui lo fece al posto mio.

«fatto!» richiuse il forno battendomi il cinque. gli tenni le mani per ringraziarlo della compagnia:
«è stato tanto bello, vorrei rimanere ancora un po' con te prima di tornare a dormire» ammisi.

«torniamo ancora un po' sul divano a riposarci o chiacchierare, e appena avrai sonno andrai in stanza. io aspetterò che suoni il forno per spegnerlo, e poi tornerò a dormire anch'io», annuì all'idea, e ci sedemmo assieme sul luogo indicato.

«speriamo siano venuti bene» strinsi un cuscino ripensando felicemente al momento vissuto.

«sicuramente, sei così bravo a cucinarli. sei bravo a fare tantissime cose: a cantare, a ballare, a cucinare, a truccarti, sai sedurre anche le pietre; come fai ad essere così perfetto?! insegnami» cominciai a colorarmi di rosso in seguito al complimento.

«detto dall'uomo più sexy del mondo, direi che sei tu che devi insegnare me ad essere così attraente ed eccitante».

era così imbarazzante la conversazione che stavamo avendo, solitamente cose del genere ce le dicevamo dopo aver fatto sesso, ma CAZZO- detto dopo aver preparato un dolce mentre eravamo su un divano in soggiorno alle 4 del mattino, era pessimo-

mi piaceva però, infondo nessuno ci stava sentendo, poi era piacevole parlare con qualcuno così innamorato di te, quanto tu lo sia di lui.

bastava vedere il sorriso intontito dell'altro dopo esserci complimentati a vicenda.

si ingelosì che stessi stringendo il cuscino e non lui, per tanto mi chiese un abbraccio. «ti piace così?» mi sedetti sulle sue gambe incrociate, e poggiai il mento alla sua spalla mentre le mie braccia mi tenevano unito a lui, tenendomi per la schiena.

«sì, tanto, ma non dire mai più che sono più sexy di te perché tu non puoi immaginare quanto io mi sia sfogato mentre piangevo per te» espresse.

«non ho capito bene- cosa c'è di sexy-» richiesi confuso, un po' assonnato.

«c'è di sexy che dopo un litigio con te non riuscivo a smettere di pensarti, ma sei così bello che mi hai eccitato, e mentre piangevo alcun tempo mi masturbavo».

«dio, non avevo capito ahah- se mi chiamavi potevo darti una mano, piangevamo assieme ma ci segavamo» ridemmo assieme imbarazzati.

«sai, mentre cucinavo e mi abbracciavi da dietro, ogni tanto sentivo qualcosa di duro infastidirmi. forse non ti eri sfogato abbastanza» mi alzai dalle sue spalle solo per guardarlo negli occhi mentre lo prendevo in giro, ma rispose in modo tanto dolce che mi prese il cuore:
«mentre cucinavi invece io guardavo il tuo sorriso, le tue manine, i tuoi occhi...»

«...e il mio culo non lo guardavi?» dubitai.

«sì, ma non volevo rovinare la romanticheria ahah- penso però sia una delle cose che ho guardato più a lungo... quindi se me lo concedi: dopo vorrei avere un posto dove tenere le mani».

«perché dopo e non adesso?» lo stuzzicai, giocammo assieme ma dubito se la sentisse di toccarlo davvero dopo quanto accaduto. lo notai perché ignorò la mia richiesta, e infondo capivo se aveva paura di deludermi ancora.

sospirò: «allora, ti senti un po' meno triste dopo questo piccolo passatempo? abbiamo parlato, cucinato, scherzato...stai meglio no?», scossi la testa negando.

il ragazzo mi guardò un po' perplesso:
«e come mai?» chiese.
«forse ho sbagliato qualcosa vero?…»

mi decisi a rispondere tirando un sospiro e tenendo con una mano il suo viso:

«veramente hai solo dimenticato questo» lo baciai.

lo sentì rimanere un po' scosso e non ricambiare, ma poco dopo chiuse gli occhi, e condivise la sua lingua con la mia.

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[ Spazio autrice ]
beh sì, un orario un po' insolito, parecchio discutibile. ad ogni modo volevo tenervi aggiornati/e sul fatto che dopo questo, mi prendo un po' di meritato riposo.

chi ha letto il blog sapeva già che dovessi farlo una settimana prima, ma ho posticipato perché era da un po' che non postavo con costanza.

ma considerando quanto abbia recuperato e mantenuto il passo in questi giorni, spero infondo non vi dispiaccia tanto se per qualche settimana o poco di più mi assenterò.

come hobby potrete sempre leggervi capitoli sparsi di libri a caso che trovate sul mio profilo, e perché no accetto anche spunti per il nuovo libro!

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