t h i r t y e i g h t

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appena ci chiudemmo in camera assieme il ragazzo si inginocchiò totalmente ai miei piedi, tenendo con entrambe le mani la mia caviglia e supplicandomi di perdonarlo.

«voglio essere sincero con te christopher, su qualsiasi cosa. quindi ti prego di non arrabbiati con me, io voglio solo dirti la verità» le sue labbra tremarono, agitava le mani verso il suo stesso volto, tentava di prendere aria mentre si prostrava ai miei piedi ed a malapena riusciva ad incrociare il mio sguardo alzando i suoi occhi verso l'alto: «dimmi tutto» provai ad incoraggiarlo accarezzando tra i suoi capelli.

sorrise guardando il braccio proteso verso di lui, prese coraggio e continuò a spiegare: «...volevo vedere cosa si provasse a sentire su di sé lo sguardo di un altro uomo, ma mi sono lasciato trasportare dal fatto che in quel momento lo trovassi sexy e lui pensasse lo stesso di me... non voglio nasconderti nulla, sapevo chi fosse ancor prima di aprire la porta, felix mi aveva detto che cercavano casa, e ho aperto di proposito in quelle condizioni-» singhiozzò ripetutamente.

«non so cosa mi sia preso...scusami, per ogni mio errore- volevo eccitare qualcuno che non fossi tu, volevo vedere cosa provassi a farmi toccare da qualcuno che non fossi tu... chris, voglio solo che tu capisca che tu queste cose le hai già sperimentate, mentre io no, con te ho provato ed imparato tante cose. so che sbaglio, ma mi sono sentito incompleto ed insoddisfatto per tanto tempo- ed-ed ora che sto con te sto imparando, ma dammi ancora un po' di tempo», lo aiutai a sollevarsi da terra, anche se inizialmente provò a nascondersi cercando di evitare che lo vedessi in volto mentre piangeva per una situazione creata da lui stesso.

lo portai sul letto, si sedette spontaneamente di fronte a me a gambe incrociate, asciugandosi le lacrime e tirando un sospiro, prima di ascoltarmi guardandomi negli occhi.

raccolsi le sue mani nelle mie delicatamente: «ti va bene sentire la mia? io non voglio che piangi, quindi se non te la senti possiamo anche chiarire più tardi», annuì confermando sottovoce che fosse disposto ad ascoltarmi.

«allora jinnie, so di avere anch'io delle colpe nel nostro rapporto, magari per quelle volte dove ti ho illuso, magari per quelle volte dove invece ti ho trattato male; ma non sono mai arrivato a tanto, perché ti amo, amo solo te e mi basti solo tu nella vita, voglio che tu questo lo sappia, ma soprattutto voglio che tu sappia che io non ho dubbi a riguardo, ma se tu ne hai, ti prego di dirmeli prima che mi innamori di più di te, o prima che perdiamo tempo della nostra vita a coltivare qualcosa che non crescerà».

una delle sue lacrime piombò sulle nostre mani congiunte, abbassò poi il capo sobbalzando piangente.

«perché dici questo chris- perché pensi che io non ti ami per questo! stai rimangiando tutte le volte che ho pianto per te? stai dimenticando tutte le volte in cui eri triste e ti ho prestato il mio corpo solo per vederti felice? non puoi essere consapevole solo delle cose buone che fai tu per me, perché se facessimo un elenco, sarebbero meno delle mie!» perse la calma, alzando anche i toni.

«jinnie, per favore, sta' calmo» gli strinsi le mani ancora più forte, ci guardammo in silenzio per un po', a tal punto che a parlare rimasero solo i sottili suoni dei nostri respiri affannati per l'agitazione.

«non volevo arrabbiarmi, scusa…» confessò rompendo il silenzio:
«neanche io avrei dovuto farlo, mi spiace averti impaurito prima».

lentamente i nostri occhi finirono da puntarsi a vicenda, a puntare l'uno la bocca dell'altro. con una breve esitazione le nostre labbra si toccarono, per poi unirsi qualche secondo assieme con leggerezza.
cacciammo un sospiro di sollievo assieme mentre le nostre bocche si univano.

il tempo di assaporarsi, di schioccare insieme, che furono destinate a separarsi di nuovo per volere mio.
il ragazzo mi tenne stretto a sé ed io mi tenni stretto a lui, non volevo allontanarlo totalmente.

«scusa se ho smesso, non possiamo finire sempre così» esitai mantenendo ancora il volto del più piccolo vicino al mio; il ragazzino ormai era seduto sulle mie gambe, aveva le sue mani sulle mie spalle, e il naso ancora proteso verso il mio, pronto a scontrarci durante un bacio.
era difficile mantenere le distanze adesso, ma fui pronto ad affrontare lo stesso il discorso.

«io ci tengo a noi, non puoi neanche immaginare lontanamente quanto abbia pianto oggi parlando di te a seungmin. non riuscivo a trovare le parole giuste per descrivere cosa ci trovassi in te che nella vita mi mancava. so solo che ti amo, quasi più di me stesso, e voglio che il nostro rapporto non sia più così complicato da mantenere stabile...» l'altro annuì, chiudendo per un po' i suoi occhi che adesso erano lucidi per la commozione del momento.

una lacrima percosse la sua guancia, ed io ci tenni ad asciugarla col dorso della mia mano, finendo poi ad accarezzare la sua mascella.

«io vorrei che per una volta riuscissimo a chiarire delle cose dopo un litigio, invece di lasciare la questione alle spalle e sviarla facendo sesso o limonando- vorrei che prima di definirci "fidanzati" almeno ci rendessimo conto dei sentimenti che proviamo...» il ragazzo parve confuso quindi aggiunsi qualcosa in più:

«hai mai provato a mettere in discussione ciò che provi per me? a pensare a come staresti senza di me? prima di dirmi che sono il tuo fidanzato queste cose le hai valutate o vorrai ancora testare come sono gli altri uomini?! non voglio polemizzare, anzi se vorrai sperimentare altro io te lo concederò; ma se così fosse, se tu avessi veramente questo bisogno di cercare oltre me, vorrebbe dire che forse non mi vedi come il tuo fidanzato...»

si coprì il volto nuovamente: «non capisco se non vuoi avere una relazione con me, o semplicemente mi stai già lasciando...»

«nessuna delle due opzioni, anzi, sto cercando dei compromessi proprio per portare avanti questa relazione. non voglio lasciarti, e neanche prendere una pausa. vorrei solo che non sorvolassimo questa incomprensione, e che entrambi potessimo rifletterci sopra. okay?» chiesi.

annuì abbracciandomi. «posso sdraiarmi un po' sul tuo petto? che ne ho bisogno» arrossì.

accettai, gli feci spazio, e lo portai su di me, facendo riposare la sua guancia sul mio petto ed massaggiando con le dita sulla sua testa.

«scusami ancora» sussurrò godendosi le coccole.

«per adesso non ci pensare più, ma non credere che questo vuol dire che ti perdono», intrecciò la mano che prima aveva poggiata sul mio petto, con una delle mie mani.

«adesso posso baciarti o pensi che questo voglia dire sorvolare?» scherzò.

«puoi baciarmi, toccarmi, spogliarti, tutto quello che vuoi, mi basta aver chiarito fino alla fine», venni subito assalito dai suoi baci...

non esitò un attimo a girarsi verso il mio petto, afferrare il mio volto e rendere sue le mie labbra.
non esitò un attimo neanche ad oscillare col bacino sentendomi duro per mezzo alle sue gambe.

infilai le mani nella sua tuta, e gli scoprì il culo. «mhh» disse ad ogni palpata che arrivava durante il bacio.

Strippers | changlixWhere stories live. Discover now