f i f t e e n . 🔞

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«...grazie a tutti per aver partecipato, i risultati li avrete domani, li appenderemo fuori l'ufficio docenti sul tabellone. vi ricordo che solo 9 di voi entreranno, vi ringrazio, potete tornare a lezione» gli sorrisi e non appena tutti uscirono dalla palestra aiutai changbin a mettere a posto, il tutto IN TOTALE SILENZIO.

«mi spiace litigare con te ogni volta che passiamo del tempo assieme, non c'è una volta in cui non succede» sospirò il ragazzo.

misi le schede in un raccoglitore che infilai nello zaino, giusto per prendermi del tempo per rispondergli:
«io so di essere una persona complicata, ma con nessuno litigo tanto spesso quanto con te. siamo incompatibili, io ci provo a non arrabbiarmi con te, ma nel profondo del mio cuore ti detesto così tanto per quello che mi hai fatto passare, che non riesco a perdonarti».

uscirono solo parole taglienti dalla mia bocca, non potei farne a meno.

il ragazzo se n'è andò nella sala danza con la scusa di dover passare nel bagno, ma lo vidi sedersi sul pavimento con le spalle contro il muro freddo, prima che la porta si chiudesse del tutto.

okay, forse ero stato fin troppo diretto, e forse davvero lui aveva una cotta per me altrimenti non l'avrebbe presa così male, quindi non mi restava che scusarmi.
ma non volevo dimostrarmi pentito di qualcosa che avevo detto, perché infondo era la verità, un po' anche per orgoglio, ma io davvero non riuscivo a sopportarlo...

mi passò a quel punto per la testa una strana idea: se tanto gli era piaciuta l'esibizione sexy di quel ragazzo, perché non avrebbe dovuto piacergli quello che avevo in mente di fare?!

dunque entrai nella stanza, ma trovandolo piangere, mi soffermai prima su di lui, e mi accovacciai a terra.

«changbin, scusami per quello che ti ho detto», non alzava la testa, in nessun modo voleva farsi vedere così o incrociare il mio viso.
gli accarezzai la spalla cercando di riottenere contatto fisico.

«lasciami solo» chiese, ma non lo ascoltai... mi sentivo così in colpa, poi pensavo di aver trovato un buon piano, volevo insistere a finché potesse piacergli.

«sono molto stressato, non lo faccio di proposito a comportarmi così, non riesco a controllare quello che dico, scusami di nuovo» abbassai le sue gambe che erano rannicchiate verso il suo volto, e mi ci sedetti sopra per abbracciarlo.

«non sono così suscettibile solitamente, però non mi piace sentirmi così disprezzato da qualcuno. ok ti stai scusando, ma non conta nulla quando mi rendo conto anch'io che non mi sopporti» disse ricambiando l'abbraccio.

«se non ti sopportassi perché avrei dovuto lasciare che mi baciassi ieri?», mi sorrise, forse perché gli avevo ricordato il momento:
«non lo so, ma tu non vorresti che lo rifacessi, vero?»
«non so dirtelo» avanzai nell'incavo del suo collo, e cominciai a succhiare i lembi della sua pelle che raccoglievo tra le mie labbra.

«c-che» lo zitti poggiando l'indice sulle sue labbra già socchiuse, sentì quanto stesse aumentando il suo respiro ogni volta che arrivava sul mio dito.

mi allontanai dal suo collo, lo guardai mentre si colorava di piccole macchie violacee. se l'era lasciato fare, e mi era piaciuto tanto.

gli tenni una mano sul collo portandolo lentamente con la testa poggiata al muro, feci in modo che le nostre labbra potessero distare di qualche centimetro: «non mi resisti proprio eh?» sussurrai mentre l'aria si faceva pesante fra noi.

«neanche tu considerando che ti sei ingelosito di un ragazzo che non conosci perché l'ho guardato» sorrise.

«non ero geloso per questo» arrossì.

«e per cosa? perché lui ha più talento di te?» mi provocò.

«lo stai dicendo evidentemente di proposito» gli accarezzavo la mascella mentre sceglievo qualche posto sul suo corpo dove avrei potuto morderlo ancora.

«non lo dico per farti arrabbiare: tu davvero non mi hai mai mostrato cosa sai fare...», okay me la stava porgendo su un piatto d'argento: era il mio momento.

«allora vuol dire che mi è dovuto fartelo vedere».

«mi piace quando quando sei così competitivo, lo fai così spesso...»
mi allontanai dalle sue labbra, mi scrocchiai le dita e mi alzai dalle sue gambe prendendo della roba dal borsone.

«vado un attimo a cambiarmi e torno» gli feci l'occhiolino e mi allotanai alle docce con un mucchio di stoffa nera tra le mani.

non ci misi molto tempo a tornare da lui, ma questa volta in panni ben diversi:
un frontino con lunghe orecchie da coniglio nere e fucsia che fuoriuscivano dal nero dei miei capelli, un crop top di rete nera, dei pantaloncini in ecopelle con sotto degli anfibi, e sulle mani dei guanti fucsia dello stesso materiale degli stivali.

appena camminai verso di lui, cercai di esibire un timbro di voce profondo e deciso per dirgli: «sai che per essere spogliarellista devi saper ballare al palo in modo sensuale? se non lo sapevi, adesso lo imparerai», morsi la punta del dito medio, e mi privai dei guanti con i denti.

prima di salire sul palo mi tolsi le pesanti scarpe che posai aprendo le gambe per scendere sul pavimento. appena rialzato cominciai a girare intorno al palo e lentamente a sbottonarmi i pantaloni che avrei calciato via con le gambe una volta colmati i giri.

quando scesi dal palo in ginocchio, mantenni i glutei contratti affinché lui potesse notare ciò che c'era adesso senza la censura dei pantaloni.

la mia pelle pallida, separata solo da una linea che passava tra le pacche, e avanti racchiudeva il mio membro in una striscia di poco più larga.

mancava ancora la maglia, e per non eccitare troppo a lungo lo spettatore, mi misi di schiena al palo, e simulando me come ammanettato, mi sfilai le maniche da dietro la schiena, e giunsi avanti per lanciare il crop top via anche dal mio collo, feci ancora un ultimo giro prima di scendere ansimante dal palo, e in intimo di fronte al ragazzo.

changbin si alzò senza parole da terra, battendo le mani lentamente. avanzò verso di me, ed intrecciò le sue dita con quelle della mano che avevo ancora appoggiata intorno al palo.

«allora che ne pensi?» deglutì a vederlo così voglioso del mio corpo.
«penso che sia una delle cose più brevi ma sexy a cui abbia mai assistito...» esitò un secondo:
«...poi mi piace vedere come tocchi il palo e ci giri intorno», portò la sua mano libera sui miei fianchi e mi guardò dritto negli occhi.

«sei davvero eccitante quando ci ruoti intorno o ti ci accasci vicino...poi hai un culo bellissimo, ora che lo vedo nudo penso ancor di più a quanto vorrei averci a che fare...», misi una mano dietro la sua nuca continuando ad ascoltarlo, e notare come pian piano stesse cedendo a me.

«posso toccarlo?» la sua mano cominciò a scendere mentre aspettava il tanto atteso consenso:

«non chiedere il permesso prima di fare qualcosa. se ti verrà in mente di prendere il filo del mio tanga e spostarlo per toccare nel mio culo, strappamelo di dosso e fallo», il ragazzo mi ascoltò e con due dita raccolse il sottile filo da quella spaccatura, e lo spostò per accarezzare la zona del buco.

le sue dita erano brave a farsi supplicare, avrei voluto chiederle di metterle dentro ma forse non era pronto, quindi per compensare decisi di far incontrare le nostre labbra e farle succhiare a vicenda, per distoglierlo dall'osservare il mio corpo.

durante il bacio rilassò i muscoli che aveva teso per tutto il tempo in cui mi aveva assistito, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare.

morsi la sua lingua quando provò ad entrare nella mia bocca, non mi stava bene che ci stesse provando quindi glielo vietai, ma compiacendolo, sapendo quanto gli piacessero i miei morsi.

la campanella d'uscita suonò.
«oh cazz-» mi staccai affannato: «devo cambiarmi in fretta».
il ragazzo tolse le sue mani dal mio corpo e mi aspettò seduto in panchina un po' imbarazzato per quello che stava succedendo poco prima...

Strippers | changlixWhere stories live. Discover now