e i g h t e e n

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- changbin's pov

ci posizionammo in campo, il coach ci radunò a cerchio prima di cominciare: ci diede delle dritte su come muoversi in campo. conosceva bene la scuola avversaria, sapeva che tipi fossero.

ossi duri, e lo si vedeva dalla loro entrata, certo più alti di me ma mai più forti.

contò su di me, mi lasciò una pacca sulla spalla e fischiò per avvertire tutti dell'inizio del match.

non so perché, mi venne spontaneo guardarmi intorno per cercare se felix fosse venuto a tifare per me, ma forse era ancora imbarazzato per quanto accaduto.

con lo sguardo vidi solo l'arbitro, qualche giocatore in panchina, ovviamente spettatori tutti dell'altra scuola perché qui ci stanno solo ballerini a cui non importa nulla di sport, e le cheerleaders...

ASPETTA- LE CHEERLEADERS?

appena avanzarono in fuori campo rimasi a bocca aperta, erano ragazzi e c'era felix davanti tutti loro.

erano rigorosamente in minigonna dei colori della squadra e avevano un completo tanto sexy da distrarre...

ma perché erano qui?

d'un tratto il fischio improvviso dell'arbitro mi riportò alla partita, ed il match cominciò.

la palla era già in mano a me, come sempre tra l'altro. non dovevo fare altro che dare il mio meglio, come ero solito a fare ed ero soprattutto SICURO di fare.

se solo ogni tanto la coda del mio occhio non ricadesse su quel culo scoperto...
passai la palla ad un compagno libero, dovevo smetterla di pensare a quel ragazzino, e appena avrei smesso, l'avrei ripresa.

mi bastava un respiro, comprendere che se avessi perso questo per pensare ad un culo probabilmente me ne sarei pentito, mentre pensare al match invece che a felix poteva essermi solo da vantaggio.

su questo ero consapevole, solo che non trovavo un modo per fuggire alla tentazione.

e se mi convincessi che facendo punti otterrei prima il suo corpo?

si era un piano perfetto, mi sentivo già meglio.

corsi vicino al canestro, e mi venne ripassata la palla dopo un po', fui pronto ad imboccare il modo giusto per schiacciarla diritta nel canestro e fare il primo punto.

mi leccai le labbra soddisfatto e guardai felix, questo è solo il primo di una lunga serie...

il ritmo era sempre lo stesso, di scena in scena: mi passano la palla, se vengo marcato me ne libero, corro verso il canestro, mi ripassano il pallone e centro il buco.

questo ritmo continuo era perfetto, qualche volta variava, ma era instoppabile. nessuno poteva predire in quanti frame sarei stato in grado di farlo, perciò non riuscivano a fermarmi.

«vai changbin!» gridò facendomi perdere il ritmo acquisito esattamente al settimo punto. la palla infatti uscì fuori dal cesto.

[...]

Arrivò lo stacco del terzo periodo, il coach ci chiamò.

«State andando alla grande, mantenete questo andamento» ci diede delle bottiglie d'acqua fresca.
«Voi riposatevi in questi dieci minuti! Jung e Kwan, vi devo parlare» si portò due ragazzi con sé verso la panchina, io invece mi avvicinai ai ballerini.

smisi di bere e mi avvicinai a lui: «ti piace come sto giocando?» il corvino era troppo preso dal guardare il mio petto salire e scendere dall'affanno per rispondermi.

gli misi una mano sul bacino ed attirai la sua attenzione, alzò lo sguardo verso di me: «sì, sei quello che fa più punti» mi mise una mano sul petto.

«non toccare, sono sudato, non voglio che ti possa disgustare».

tolse la mano: «non mi disgusta, ma se lo dici tu» sorrise.

«sei arrabbiato con me per quello che è successo ieri?» chiesi.

«diciamo di si, forse non sarebbe dovuto succedere e basta, ma infondo la mia vendetta la sto avendo, altrimenti non sarei qui per distrarti» disse con malizia.

«si ma stiamo vincendo ne sei consapevole?» lo sfidai.

«certo, ma avreste almeno 5 punti in più se non mi avessi guardato sbavando», gli diedi una piccola spinta.

«sei irritante, le azioni hanno conseguenze. io starò anche scontando la mia colpa di ieri, ma tu dopo sconterai quella tua di oggi».

«perché cosa sto facendo di male oltre eccitarti visibilmente?» si morse il labbro.

«mh fammi pensare, ah sì: distrarmi, infastidirmi, imbarazzarmi e farmi arrabbiare».

«avanti baciami e falla finita».

«ci sono troppe persone qui».

«dai, ti porterà fortuna», alzai gli occhi al cielo e gli tenni delicatamente il viso:

«se abbiamo discusso è perché c'è stato un momento a parere tuo imbarazzante ieri tra di noi, hai sentito troppo i miei occhi addosso e pensi che io abbia sbagliato ad andare diretto al punto. ora io mi sento egualmente imbarazzato a baciarti in pubblico, per tanto, non voglio farlo» gli sorrisi e tornai al fischio del coach.

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