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17/10, Mercoledì.

                             
Mattia Zenzola.

Christian se lo era ripetuto un numero infinito di volte quel giorno, ed era così spaventato dalla possibilità di dimenticarlo, che stava quasi per scriverlo sul banco.

Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di quel ragazzino che aveva aiutato settimane prima chiuso in una camera per fare la chemio per colpa di chissà quale malattia.

Non poteva credere che fosse passato da qualche brivido di freddo in un bagno della scuola, a un letto d'ospedale.

Come ci era finito lì?

Cos'era successo?

Voleva davvero che quel pensiero non lo tormentasse così tanto, che passasse in un angolo remoto della sua mente e non facesse più ritorno, ma non ci riusciva.

Non riusciva a capacitarsi di quello che era successo, e la cosa che odiava di più era rimanere con il dubbio, senza sapere cosa fosse successo.

Senza sapere quanto fosse grave la malattia di cui era affetto quel ragazzo.

Ecco.

Quel pensiero balenato in mente la mattina seguente gli si piazzò in gola impedendogli di ascoltare non solo la lezione, ma anche ciò che gli stava raccontando Alessandro.

Non riusciva a pensare ad altro.

Per questo motivo quel pomeriggio, senza troppe cerimonie, andò all'ospedale in cui si era recato il giorno prima.

Da solo.

Non sapeva neanche dove dovesse andare, e non aveva la più pallida idea di quale fosse la stanza del ragazzo.

Non sapeva nemmeno se quel ragazzo lo avrebbe respinto e avrebbe fatto di tutto per evitare lui, le sue domande e la sua invadenza.

Non sapeva niente, ma Christian odiava i dubbi e preferiva sempre buttarsi, capire e vederci chiaro.

Per non vagare a vuoto, una volta entrato in ospedale, si recò nel luogo in cui aveva incontrato Mattia il giorno precedente, e si guardò intorno in cerca di qualcosa che potesse avvicinarlo alla sua meta.

Cercò sui vari cartelli presenti all'interno del corridoio un qualsiasi indizio ma, camminando, vide l'ultima persona che credeva di incontrare in un luogo come quello.

«strangis...»

Il castano che si ritrovò davanti era senza dubbio quel ragazzo di cui Luca gli aveva parlato.

«Non voglio neanche chiederti come tu faccia a sapere il mio cognome.»

Il ragazzo lo squadrò dalla testa ai piedi riconoscendo il suo volto e ricordando immediatamente dove e soprattutto con chi lo avesse visto, prima di chiedergli: «che ci fai qui?»

Christian boccheggiò in difficoltà, e si ritrovò a darsi dello stupido per sentirsi così intimorito di fronte a un ragazzo di almeno due anni più piccolo di lui.

Okay, a sua discolpa doveva ammettere che quel tizio sapeva essere molto intimidatorio quando voleva.

Ad ogni modo, non era lì per lui.

«Sto cercando un ragazzo...» spiegò nella speranza di ricevere il suo aiuto, «si chiama Mattia Zenzola, non so se lo conosci, capelli ricci e occhi azzurri...»

«Cosa vuoi da Mattia?»

Il suo tono duro gli fece intendere che non solo non lo avrebbe aiutato a cercarlo, ma non voleva neanche che lo trovasse.                                                                                             
«Voglio solo parlargli...»

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now