8.

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21/11, Mercoledì.


Neanche quel giorno.

Era ciò che stava pensando Alessandro mentre guardava Christian che, al suo fianco, stava fumando una sigaretta in attesa che Luca uscisse dal portone della scuola.

No, non era quello il giorno in cui avrebbe potuto ricominciare a parlare con Christian come se niente fosse.

In più, come se non bastasse il muso lungo del suo migliore amico, quella mattina Alessandro aveva visto Elena da sola, il che poteva significare solo una cosa.

Cosmary non era andata a scuola, e quindi non l'avrebbe vista.

«Che giornata di merda» sbuffò espirando in malo modo il fumo dalle labbra, ricevendo per la prima volta una risposta da parte di Christian.

«Puoi dirlo forte.»

«Puoi dirlo forte cosa?» domandò Luca avvicinandosi ai due.

Non ricevendo nessuna risposta, corrugò le sopracciglia guardando entrambi.

«Che allegria tra tutti e due...»

Alessandro non seppe se ridere o se innervosirsi ancor di più ma, quando si accorse che mancava poco prima che arrivasse il pullman, decise semplicemente di salutarli e andar via.

«Dalla tua faccia deduco che non sia successo niente neanche ieri.»

Christian scosse la testa demotivato, «sua madre è determinata a non farmi entrare» spiegò.

«E tu sei determinato a non mollare, no?»

Certo che lo era.

Si sarebbe presentato ogni giorno anche per mesi interi per riuscire a far cedere Mattia e fargli capire che no, per quanto lo respingesse e lo tenesse lontano, lui non se ne sarebbe andato neanche per sogno.

Non in quel modo.

Non senza avergli spiegato tutto.

«Dovrei tornare anche oggi, eh?»

In risposta, Luca annuì convinto prendendo un grosso respiro.

«E anche domani» aggiunse con fare ovvio, come se sapesse già che ci sarebbe voluto più tempo del previsto.


-


22/11, Giovedì.


Christian odiava Luca.

No, un secondo, Christian odiava Luca quando aveva ragione.

Ecco, in quei casi lo odiava da morire.

Lo odiava quando diceva qualcosa e puntualmente si avverava, e odiava ancora di più quando quel qualcosa non giocava a suo favore.

In sostanza, no, giulia non lo aveva ancora fatto entrare.

Non che Christian si aspettasse che lo avrebbe fatto entrare quel giorno, ma insomma, doveva pur tentare.

E insistere.

E insistere.

Christian doveva insistere.

Era tutta questione di tempo per far capire che non si sarebbe arreso.

Che non avrebbe mollato così facilmente, che ci avrebbe provato in ogni modo.

Così, con quei pensieri nella testa, il ragazzo raggiunse di nuovo casa dell'amico per bussare alla porta, sapendo che di lì a poco si sarebbe ritrovato di nuovo faccia a faccia con sua madre.

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now