17.

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3/01, Giovedì.

                             
Christian non riusciva a dormire.

Non riusciva neanche a chiudere gli occhi.

Era steso sul letto di Mattia da almeno un'ora, il corpo del ragazzo voltato di spalle era stretto tra le sue braccia, e non riusciva a prendere sonno in alcun modo.

Continuava a pensare a tutto quello che era successo negli ultimi giorni; dalle cose belle con Mattia, agli sbagli che continuava a fare con Alessandro.

Aveva provato a distrarsi eda pensare a qualsiasi altra cosa per riuscire ad addormentarsi, ma non ci era riuscito.

Così, a corto di rimedi, strinse Mattia tra le sue braccia e si avvicinò lentamente al suo orecchio.

«Piccolo, sei sveglio?»

Non ricevette alcuna risposta.

Sospirò rassegnato riportando la testa sul cuscino, prima di sentire Mattia muoversi tra le sue braccia e voltarsi verso di lui.

«Sì.»

Christian gli rivolse un sorriso debole, e spostò la mano dal suo fianco per accarezzargli la guancia.

«Non riesci a dormire?»

Mattia scosse la testa alternando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.

«Perché?»

Sollevò una spalla; «la malattia non mi fa venire sonno.»

Christian si morse l'interno della guancia quando udì quella frase. Si sentì quasi in colpa per via del motivo per cui lui non riusciva a dormire, perché in confronto era così stupido e insignificante.

Mattia portò le dita sulle sue labbra quando si accorse che quella sua spiegazione lo aveva reso triste. Cercò alla svelta un modo per cambiare argomento, e «tu invece? Perché non riesci a dormire?» chiese, spostando l'attenzione su di lui.

Christian sospirò e gli sollevò appena la maglia del pigiama per accarezzargli la schiena. «Perché sto pensando che in questo periodo sembra che io non ne stia facendo nemmeno una giusta.»

Mattia rimase in silenzio a guardarlo, tentando di trovare un senso in quella frase.

Ma poi; «a che ti riferisci, scusa?» chiese comunque, non capendo.

Christian deglutì senza guardarlo, cercando le parole adatte per spiegarsi. «Te l'ho detto... la settimana scorsa non ho saputo in tempo che l'appuntamento con il mio migliore amico era stato anticipato e non sono riuscito a presentarmi. Avremmo dovuto vederci a Capodanno ma sono arrivato tardi e... non lo so matti, mi sembra di sbagliare sempre tutto, non so se hai presente la sensazione.»

Mattia serrò le labbra per pensarci, poi annuì per intimargli che sì, aveva capito come si sentisse, ma non sapeva cosa fare per aiutarlo. E lui voleva davvero aiutarlo, perché non voleva che Christian stesse male.

«Se ti può consolare, con me non stai sbagliando niente, anzi.»

Christian rialzò lo sguardo verso di lui, e un sorriso spontaneo spuntò sulle sue labbra.

«Meno male che ho te, matti.»

Lo pensò ad alta voce, e non si pentì minimamente di averlo detto.

Mattia doveva saperlo. Doveva sapere che riusciva sempre a migliorare ogni cosa.

E Mattia lo sapeva già. Lo sapeva benissimo. Eppure, per vedere quel sorriso che gli spuntava sulle labbra ogni volta che se lo sentiva dire, Christian glielo avrebbe ripetuto fino all'infinito.

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now