22.

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A Christian sembrò che tutto ciò che stava accadendo fosse estremamente bello e surreale.

Lui e Alessandro avevano deciso di andare a casa di Mattia nel primo pomeriggio, e vedere il suo migliore amico proprio lì, accanto a lui durante il tragitto che ormai percorreva da solo quasi ogni giorno, non gli sembrava vero.

Da una parte era preoccupato per il modo in cui lui e Mattia si sarebbero approcciati, ma dall'altra era tremendamente eccitato di scoprirlo e di sapere come si sarebbero comportati l'uno con l'altro ora che non c'erano più segreti. Pensandoci, provò una sensazione di libertà.

Anche Alessandro era eccitato di conoscere Mattia. Anzi, era curioso. Era impaziente di vedere con i propri occhi che tipo di persona fosse e cos'avesse di così speciale da far perdere la testa a Christian in quel modo.

Le sue aspettative erano fin troppo alte, ormai.

E le aspettative di Mattia erano altrettanto alte? Alessandro ci pensò per un attimo.

E se fosse stato lui a deluderlo? Se un suo atteggiamento avesse deluso lui o, peggio, Christian?

Avrebbe mai potuto deluderlo più di quanto non avesse già fatto?

Mattia sapeva quello che era successo? Sapeva tutte le cose brutte che lui aveva detto in quei mesi?

«Tutto bene?»

Alessandro sentì quella domanda un attimo prima che Christian suonasse il campanello di casa di Mattia.

Tentennò per un po', guardandosi intorno. «Sì, tutto bene.»

Christian arcuò un sopracciglio, indeciso se credergli. Lo conosceva abbastanza da riconoscere dal suo sguardo che o qualcosa non andava, o aveva paura che non andasse.

Non fece in tempo a insistere che, come ogni giorno, giulia gli aprì la porta.

«Oh, ciao Christian!»

«Ciao giulia» le rispose con un sorriso, «c'è matti?»

«Certo. Lo sai, è di là.»

Christian annuì sbirciando oltre la porta come per chiederle di entrare, ma giulia, al contrario, non si mosse affatto. Era ferma davanti alla porta stringendola in una mano, e il suo sguardo si spostava dal ragazzo che conosceva già, allo sconosciuto al suo fianco.

«E chi è questo bel giovanotto?» domandò infatti, indicandolo con lo sguardo.

Christian voltò il capo verso di lui accennando un sorriso. «È il mio migliore amico» disse fieramente.

«Oh, e posso sapere come si chiama?»

Alessandro non le rispose.

Rimase in silenzio, non riuscendo a proferire neanche una parola.

Era pietrificato, il labbro inferiore era stretto tra i denti e le mani erano nascoste dietro la schiena per non far vedere come le dita giocassero tra di loro nervosamente.

Guardò Christian in cerca di aiuto, e sospirò flebilmente quando lo vide fargli un cenno con il capo verso la donna, invitandolo a parlare.

Quel gesto gli diede la forza di voltarsi di nuovo verso giulia per presentarsi, porgendole la mano. «Alessandro» le disse con un sorriso, «mi chiamo Alessandro Rina.»

Proprio come si aspettava, l'espressione della donna cambiò radicalmente.

I suoi occhi si spalancarono, le labbra si schiusero a poco a poco, e la presa della sua mano in quella del ragazzo fu sempre più arrendevole, come se improvvisamente l'avessero privata del pavimento sotto i piedi.

Red as the blood{versione zenzonelli}Onde histórias criam vida. Descubra agora