18.

486 26 2
                                    

                                           

15/01, Martedì.

                             
Christian doveva smetterla di essere sempre in ritardo.

Anche quel giorno, davanti scuola, era in ritardo.

E Christian avrebbe dovuto temere l'ira della professoressa che sicuramente gli avrebbe urlato contro perché lui proprio non riusciva a cambiare questa cattiva abitudine, dato che neanche i provvedimenti più severi lo avevano spronato ad arrivare prima.

Eppure, più di tutto il resto, Christian temeva una sola cosa.

Alessandro.

Non lo aveva ancora visto dal suo compleanno.

Il giorno precedente era riuscito a evitarlo assentandosi a scuola per andare in ospedale, ma quel giorno, ormai giunto davanti alla sua classe, Christian capì di non avere scampo.

Doveva entrare.

Doveva entrare, ignorare qualsiasi rimprovero della professoressa, e doveva andare a sedersi al suo posto. Avrebbe dovuto sopportare per l'ennesima volta una delle loro conversazioni fredde o, ripensando alla promessa di Alessandro, il suo silenzio più totale. E sarebbe stato troppo difficile per Christian dover sopportare l'idea di non potergli parlare.

Non sapeva cosa aspettarsi. Non sapeva cosa gli avrebbe detto il moro, se si sarebbe scusato, se lo avrebbe pregato in ginocchio di perdonarlo o se sarebbe stato fedele alla sua promessa ignorandolo, perché in fondo era stato Christian a prendere quella decisione.

Non ne aveva idea e non ebbe comunque modo di saperlo, perché quando Christian si fece coraggio per bussare alla porta ed entrare in classe, vide ciò che gli fece capire che quello fosse veramente un punto di non ritorno.

Accanto al suo posto, quello in cui avrebbe dovuto esserci Alessandro, c'era un altro ragazzo.

Alex era altrove, più in là.

Molto più in là.

Dall'altro lato della classe, sempre all'ultimo banco.

Christian si pietrificò.

Sapeva di avere gli occhi di tutta la classe addosso, ma a lui non importò.

Gli importò solo del modo in cui Alessandro lo stava guardando.

Con disgusto, con sfida, con vendetta.

Come per dimostrargli che era così che dovevano andare le cose. E soprattutto, era solo colpa sua se erano andate così, perché era stato lui ad aver scelto tra lui e il suo segreto.

E Christian aveva scelto il suo segreto.

Il loro segreto.

E quindi, o tutto o niente.

Lo stava privando anche delle conversazioni di circostanza.

E forse, per Christian, sarebbe stato meglio così.

Per questo distolse in malo modo lo sguardo dal suo, si scusò rapidamente con la professoressa per il ritardo, e andò a sedersi in quello che era ancora il suo posto, ma con un compagno di banco del tutto diverso dal suo ex migliore amico.

                             
-

                             
16/01, Mercoledì.

                             
Christian stava ancora pensando a quello che era successo la mattina precedente.

Non riusciva a toglierselo dalla testa in alcun modo. Lo sguardo di Alessandro era impresso nella sua mente e non c'era nulla che lui potesse fare per impedirlo.

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now