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19/11, Lunedì.

Christian non aveva chiuso occhio per tutta la notte.

O meglio, aveva pensato alla conversazione con Mattia per tutta la notte.

Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine del ragazzo che piangeva per colpa sua, che gli ordinava e poi lo supplicava di andarsene, e che gli diceva di non volerlo più vedere.

L'aveva combinata grossa.

Per averlo fatto rimanere così male, Christian l'aveva fatta proprio grossa.

Non era previsto che Mattia venisse a saperlo; doveva rimanere una questione solo sua.

Nella sua testa, quel bacio sarebbe rimasto solo un lontano ricordo che lo aveva aiutato a chiarire cosa gli stesse succedendo.

Adesso, invece, quel bacio era diventato il suo incubo, perché Mattia era venuto a saperlo.

O meglio, perché qualcuno glielo aveva detto.

Luigi.

«Strangis!» lo chiamò Christian con rabbia.

La campanella doveva ancora suonare.

Christian non era mai andato a scuola così presto.

Aveva trovato Luigi accanto al portone proprio come sperava, e incurante di chi potesse vederli, si era avvicinato a lui in poche falcate chiamandolo a gran voce.

«Luigi» lo corresse il ragazzo quando lo sentì, voltandosi verso di lui.

«Non m'importa di come ti chiami» lo interruppe Christian con tono duro, «che cazzo hai fatto?»

Luigi arcuò un sopracciglio guardandosi intorno, fingendosi confuso. «Che ho fatto?»

«Sai benissimo cos'hai fatto!»

Se quella frase la disse urlando, quella seguente la pronunciò a voce più bassa per evitare di farsi sentire.

«Hai detto a Mattia che mi sono baciato con una ragazza» lo accusò puntandogli un dito contro, mantenendo un tono severo.

«Ah, può essere.»

«Può essere? Può essere un cazzo! Perché non ti sei fatto gli affari tuoi?»

«Ah, tu pensavi di poter fare i tuoi porci comodi alle sue spalle perché tanto lui non sarebbe mai venuto a saperlo? Ti sbagli di grosso allora, perché per tua sfortuna, in un modo o nell'altro, Mattia verrà sempre a sapere quello che combini, quindi vedi di fare attenzione a quello che fai e pagane le conseguenze.»

«Ne sto pagando fin troppo le conseguenze per colpa tua!»

«Colpa mia?» rise Luigi indicandosi il petto, «mi dispiace, ma non sono io quello che ha baciato una ragazza dopo aver baciato e illuso un ragazzo che so, - perché tu lo sai, Christian– che mi muore dietro da quando mi conosce. Quello sei tu.»

Christian rimase in silenzio ad assimilare quelle parole che gli erano state dette, e in pochi secondi pensò a tutti gli atteggiamenti di Mattia che aveva sempre ritenuto normali, quando di normale avevano ben poco. Pensò ai suoi sorrisi ogni volta che Christian gli diceva qualcosa di dolce, alla sua reazione ogni volta che lo chiamava 'piccolino' per scherzo; pensò alle battute che si erano scambiati, agli scherzi, alle risate, ai loro tocchi fugaci e a tutto quello che lui, Christian, aveva fatto per renderlo felice; il ballo ridicolo su Just Dance, il gelato, e la sua compagnia.

La sua mente si perse talmente tanto nei ricordi, che giunse fino alla prima volta in cui era andato a casa sua e Mattia si era occupato del suo occhio nero con tutta quella delicatezza, accarezzandogli anche la guancia.

Red as the blood{versione zenzonelli}Kde žijí příběhy. Začni objevovat