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25/02, Lunedì   

                             
Erano passate tre settimane da quando Christian aveva dovuto salutare Mattia nello stesso ospedale in cui si trovava in quel momento e, a conti fatti, mancavano solo sette giorni prima che potesse rivederlo.   

In confronto a ciò che era già passato avrebbe dovuto vederla come una passeggiata, ma sapendo il modo in cui avrebbe dovuto affrontare la settimana rimanente, Christian non la pensava affatto così.   

Quella settimana non sarebbe mai stata breve come sperava. Non senza Mattia, e non senza Alessandro.   

Era questo il motivo per cui era dovuto tornare in uno dei posti che più odiava al mondo: per salutare il suo migliore amico. I due avevano passato la mattinata a casa di Luca – avevano approfittato dell'occasione per non andare a scuola e passare insieme più tempo possibile – ed erano usciti da soli nel pomeriggio, subito dopo aver salutato il più piccolo con un caloroso abbraccio.   

Non ci avevano messo molto ad arrivare in ospedale, nonostante entrambi avessero sentito le gambe pesanti e tremanti a ogni passo, quasi non volessero avanzare, così da non doversi salutare.   

Eppure, quando era giunta l'ora, era rimasto poco da rimandare per entrambi.   

Christian serrò i pugni quando la mamma di Alessandro chiamò suo figlio, vivendo un orribile déjà vu risalente a tre settimane precedenti quando al posto della donna c'era giulia, e al posto di Alessandro c'era Mattia.   

Si alzò dalla sedia sospirando pesantemente, voltandosi verso il suo migliore amico con un sorriso incoraggiante.    

Sembrò dimenticare però che, a differenza di Mattia, Alessandro non era spaventato. Alessandro era sicuro. Ormai sapeva perfettamente quello che lo aspettava; aveva avuto tutto il tempo necessario per rifletterci, e soprattutto aveva avuto la possibilità di sceglierlo.    

E poi, aldilà di questo, Alessandro non aveva mai paura di niente, e Christian lo sapeva bene.   

«Ci vediamo tra una settimana?» gli chiese quindi con un sorriso più spontaneo.   

L'amico annuì. «Certo. E ci sentiremo tutti i giorni, no?»   

«Sì, io e Luca ti manderemo tantissime foto!»   

«Stronzi, vedete di non divertirvi troppo senza di me!» lo avvertì puntandogli un dito contro.   

Christian scoppiò a ridere scrollando le spalle. «Non posso prometterti niente» disse, per poi tornare serio. «Starai un po' con Mattia?» lo pregò timidamente, «si sente molto solo, e gli ho promesso che quando fossi arrivato avresti fatto il possibile per distrarlo. Posso contare su di te?»   

Le labbra di Alessandro si curvarono verso l'alto, mostrando un sorriso intenerito per le parole e per la preoccupazione del suo amico. «Sempre» annuì. «Ci penso io a lui, stai tranquillo.»   

«Va bene» sospirò Christian, fidandosi. Attese qualche altro secondo in silenzio, prima di portare una mano nella tasca dei jeans. «Posso... posso chiederti un'ultima cosa?»   

Alessandro lo guardò confuso, ma annuì. «Certo, quello che vuoi.»   

Fu in quel momento che, da quella tasca, Christian estrasse qualcosa domandando: «puoi darla a Mattia? Appena riesci. Digli solo che è da parte mia.»   

Gliela porse senza dire altro, lasciando ad Alessandro la possibilità di analizzarla tra le proprie mani.   

«È una lettera?» gli chiese stupito, tornando con lo sguardo nel suo.   

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now