19.

539 32 9
                                    

Compatibilità: 36%.

Non era sufficiente.

Quel trentasei percento non bastava a Christian per donare il midollo a Mattia.

Era un numero troppo basso, un numero che si allontanava troppo dall'agognato cinquanta percento che gli avrebbe permesso di salvarlo.

Ed era ancora più lontano dal sessanta, settanta e ottanta, quei numeri che Christian aveva desiderato con tutto se stesso nel corso di quella settimana.

Il trentasei non si avvicinava neanche minimamente a tutti quei numeri.

Era troppo basso.

Christian non era compatibile con Mattia, era inutile continuare a combattere e a sognare.

Era inutile sperare.

Inutile.

Proprio come aveva detto Mattia.

Per la prima volta, Christian dovette dargli ragione.

Ormai era tutto inutile.

Erano inutili i suoi tentativi, i suoi sacrifici e la sua speranza che sarebbe andato tutto per il meglio, e quel trentasei percento che che continuava a guardare ne era solo la conferma.

Nulla sarebbe migliorato ormai.

In quel momento, anche Christian smise di sperare.

Tanto era inutile.

Abbandonò la stanza dell'ospedale senza guardare in faccia a nessuno, correndo quasi, scappando il più lontano possibile da quel luogo che non faceva altro che portargli tristezza.

Non guardò neanche dove stava andando.

I suoi occhi erano lucidi come non mai, le guance erano piene di lacrime, il respiro era spezzato e le mani non smettevano di tremare.

Non riuscì neanche a chiamare Luca.

Non aveva le forze di parlare con nessuno.

Non aveva le forze di parlare in generale.

Era già tanto se riusciva a camminare o addirittura a reggersi in piedi, se non aveva ancora ceduto durante quel tragitto che, invece di calmarlo, lo aveva reso ancora più nervoso.

Aveva ragione Mattia quando diceva che non c'era alcun modo per calmarsi in determinate situazioni.

Non sarebbe bastata nessuna parola, nessun gesto, nessuna persona, nessuna passione e nessun interesse.

Ma sarebbe servito piangere?

Sarebbe servito sfogare tutto il suo dolore in lacrime?

Christian non lo sapeva, ma era quello che stava facendo.

Stava piangendo.

Stava piangendo senza sosta, con il respiro che un attimo prima era troppo accelerato e un attimo dopo gli si spezzava in gola, dandogli la sensazione di soffocare.

Christian si sentì letteralmente soffocare per qualche secondo.

Non riusciva più a respirare. L'idea di perdere Mattia, di perderlo davvero stavolta, senza se, senza ma, senza forse e senza quando, gli fece mancare l'aria.

Strizzò gli occhi.

Un pugno era stretto tra i denti, come se quel gesto avesse potuto calmarlo da tutto ciò che stava provando, dai brividi che sentiva lungo la sua schiena e dal tremore delle mani per la paura di quello che sarebbe successo se nessuno avesse chiamato Mattia e gli avesse detto che sarebbe stato bene.
Quella stessa paura che lo aveva spinto ad aggiungersi alla lista d'attesa.

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now