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24/01, Giovedì.


Ale: Christian è in bagno da un bel po' di tempo. Puoi andare a dare un'occhiata? Mi sto preoccupando

Era quello il messaggio che Luca aveva letto quando, durante la lezione, aveva dato un'occhiata al cellulare per vedere se fosse successo qualcosa.

La sua era solo curiosità, una sorta di salvezza per distrarsi da quella spiegazione che sembrava non finire mai, eppure quel messaggio scatenò in lui una tale preoccupazione da fargli cambiare completamente espressione.

Christian stava sempre nei corridoi durante le lezioni, ma se addirittura Alessandro si era preoccupato al punto di chiedergli di andare a controllare, allora evidentemente la situazione era grave.

Non ci pensò un secondo.

Si alzò subito dal suo posto e portò il palmo sulla pancia per fingere di stare male, chiedendo poi alla professoressa il permesso di uscire.

La donna, che mai avrebbe dubitato di un alunno come lui, annuì.

Luca uscì dall'aula in fretta. Prese subito il cellulare per scrivere ad Alessandro che ci avrebbe pensato lui, e si diresse immediatamente alle scale per raggiungere i bagni delle classi più grandi.

Quando entrò, Luca vide dei ragazzi appoggiati ai termosifoni con delle sigarette tra le dita che passavano dal parlare tranquillamente al discutere animatamente in pochissimo tempo, e si schiarì la voce prima di avvicinarsi a loro e domandare: «scusate, avete visto Stefanelli?»

I ragazzi in questione interruppero la conversazione guardando il nuovo arrivato, e «Stefanelli chi?» chiese uno di loro.

«Christian» spiegò Luca, «Christian Stefanelli.»

«Quello bocciato?»

«Sì amico, è lui.»

«Ah, ho capito chi è!»

Luca ascoltò in silenzio, in attesa che gli venisse data una risposta.

«Allora?» chiese dopo un po'.

«Non lo abbiamo visto» disse uno di loro scuotendo la testa.

«Già, non è proprio entrato in bagno a dire il vero. E lo so per certo, sono qui da tutta l'ora!»

«Tu sei un coglione, poi ti lamenti se tutte le prof ti mettono due!»

Luca non riuscì più a seguire il filo del discorso. Non dopo aver saputo che uno di loro era lì da tutta l'ora e di Christian non aveva visto neanche l'ombra.

Allora dov'era finito?

Era impossibile che avesse firmato il permesso per uscire, Alessandro lo avrebbe capito.

No, era fuori questione. Christian era ancora a scuola, Luca ne era sicuro.

Ma dove?

«Come non detto allora. Grazie comunque.»

I ragazzi non gli risposero. Si limitarono ad agitare una mano per salutarlo, prima di vederlo andar via e continuare il discorso che avevano interrotto.

Luca uscì da quel bagno ancora più confuso, pensando ai posti in cui poteva essere andato.

Pensò.

E pensò.

Ci arrivò qualche secondo dopo.

«Cazzo» imprecò, correndo di nuovo verso le scale.

Saltò gli ultimi gradini per arrivare in fretta sul piano e percorse con grandi falcate l'intero corridoio, fino ad arrivare nell'ultimo luogo che gli era rimasto.

Red as the blood{versione zenzonelli}Where stories live. Discover now