48 - La mia piccolina

603 34 3
                                    

Villa Malfoy, 5 aprile 1999

Draco Malfoy


Erano passati dieci giorni dalla fatidica notte dell'attacco al casale in Francia.

Quella sera, quando Harry non era tornato dal Ministero, all'inizio Draco non se ne era data pena pensando che forse fosse rimasto con i Weasley poiché Ron era il suo secondo per la giornata.

Lui e suo padre si erano risolti a passare una serata tranquilla in salotto, ognuno leggendo qualcosa, finché Draco non si era sentito male.

Non sapeva esattamente che cosa fosse successo ma tutto aveva cominciato a girare e gli era sembrato che la testa fosse sul punto di esplodergli.

Suo padre lo aveva fatto sdraiare ma quando già si stava apprestando a chiamare un guaritore, Draco si era sentito meglio.

La sensazione e il dolore erano passati, qualunque cosa fossero, anche se lo lasciarono con una brutta sensazione alla base dello stomaco.

Provò a distrarsi ma alla sua mente continuò a presentarsi immagini da incubo e nulla di quello che gli disse suo padre, per tranquillizzarlo, sembrò funzionare.

Non molto tempo dopo il camino s'illuminò di verde e il volto ansioso di Ron gli comunicò in fretta le notizie: Astoria era ricoverata nell'infermeria di Hogwarts.

Draco corse attraverso il fuoco senza nemmeno accertarsi che suo padre lo stesse seguendo.

Astoria giaceva su un letto, addormentata ma pallida come la morte e, per un momento, prima di controllare il Legame Draco temette che fosse morta.

Madama Chips, con voce fredda e professionale, gli spiegò quali erano state le sue ferite e che cosa avesse fatto per curarla, aggiungendo che sarebbe stata bene entro il mattino successivo.

Dopo era stata la volta di Bill Weasley di spiegare a lui e suo padre che cosa fosse successo e, durante la narrazione, Draco si rese conto di quanto fosse stato vicino a perdere la sua Omega, quella notte.

Da allora non aveva più lasciato il fianco di Astoria e non era più riuscito nemmeno a placare il suo lato Alpha: gli sembrava che il suo unico scopo fosse ora quello di proteggere la ragazza.

Almeno Tori non sembrava esserne infastidita, anzi: lo cercava con gli occhi in continuazione, come se il solo pensiero di essergli di nuovo lontana la facesse fremere.

Per quel motivo quella mattina Draco aveva preso in mano la situazione e, dopo averla trascinata in giardino con la scusa di una passeggiata, si era inginocchiato ai piedi della sua Omega e le aveva chiesto di sposarlo:

"Tori, so che siamo Legati ma adesso tu hai dei diritti e non sei obbligata a dirmi di sì. Vorrei ancora sposarti, se tu sei d'accordo."

Se anche gli era passato per la testa che Astoria potesse rifiutarlo, i suoi timori erano stati immediatamente placati dal Legame e fu stupendo poter guardare il sorriso della sua Omega allargarsi a dismisura mentre gli rispondeva:

"Draco... sì! Certo che sì!" Poi, dopo un momento di esitazione, aggiunse: "E questa volta nessuno potrà impedirci di dare una grande festa, non credi!"

Draco ridacchiò e si rimise in piedi abbracciando e baciando Astoria come se nient'altro contasse, prima di rispondere:

"Tutto quello che vuoi! Puoi avere il matrimonio che hai sempre sognato e proprio nessuno potrà impedirtelo!"

Appena lo ebbe detto vide una nuvola scura passare negli occhi di Astoria e nel Legame sentì una fitta di tristezza.

Draco si morse un labbro perché era facile indovinare a che cosa fosse dovuto quel sentimento, così cercò di rimediare:

Il premio del Mangiamorte (Snarry Omegaverse)Where stories live. Discover now