Capitolo 4

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Alyssa era scossa da tremori sempre più intensi; non erano di sicuro causati dal gelo che le attanagliava le ossa e le irrigidiva tutto il corpo, benché fosse a dir poco insopportabile

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Alyssa era scossa da tremori sempre più intensi; non erano di sicuro causati dal gelo che le attanagliava le ossa e le irrigidiva tutto il corpo, benché fosse a dir poco insopportabile. Era assai plausibile che i brividi che le attraversavano le membra fossero causati dal terrore. I suoi pensieri erano unicamente concentrati su Zacharias e su cosa quegli uomini misteriosi - ancora si chiedeva come il ragazzo avesse potuto riconoscerli tanto velocemente e senza sforzi - potessero fargli. Era troppo importante per lei, non avrebbe mai sopportato di perderlo, soprattutto non ora che stava scappando via lasciandolo ad affrontare quei pazzi da solo.

Si maledisse per non aver insistito maggiormente per combattere al suo fianco, benché sapesse che il ragazzo non le avrebbe mai concesso di correre un pericolo simile. Aveva fiducia nelle sue capacità, ma mai avrebbe sopportato che lei rischiasse la propria vita. Il gelo le sferzava la pelle mentre Freedom correva come forse mai aveva fatto. Alyssa si sforzò di riprendere il controllo di sé, convincendosi che non sarebbe stata di alcun aiuto se avesse continuato a biasimarsi, e condusse Freedom nella giusta direzione.

Il vecchio tempio di Ipnolla, la dea della nascita, era il luogo in cui si erano scambiati il loro primo bacio. A quel pensiero, Alyssa tornò a tormentarsi, mentre l'edificio si faceva sempre più vicino. Cercò di rilassarsi accarezzando il manto di Freedom, un po' come era solita fare con Biscotto, ma non funzionò molto. Non per colpa dell'animale, che le era di conforto anche con un semplice colpetto alla mano per mezzo del muso, ma per la situazione terrificante. Finalmente, il tempio di stagliò dinanzi a lei. Era un edificio in marmo, le cui decorazioni erano interamente in oro. Era splendido e imponente, e all'entrata le statue di due donne bellissime, che rappresentavano la fertilità di cui la dea era protettrice, accoglievano i visitatori. Era tanto immenso da bloccarle il respiro, in situazioni normali, ma in quelle circostanze riuscì solo a guardarlo distrattamente. 

Mentre osservava quel luogo ormai familiare, tentando di non perdersi in ricordi che in quel momento sarebbero risultati assai dolorosi, sentì dei passi avvicinarsi. Imprecando in un modo che perfino il più rozzo del paese avrebbe ritenuto inappropriato, scese da Freedom, fingendosi calma ma preparandosi, in realtà, a reagire nel peggiore dei modi, se fosse stato necessario. Mentre scrutava il buio attorno a sé, con l'unico ausilio della torcia che ormai andava spegnendosi, tentò di immaginare chi avrebbe dovuto affrontare. Una di quelle misteriose figure l'aveva seguita per completare il lavoro? O era qualche malintenzionato, magari proveniente dal villaggio, che bramava il riscatto che avrebbe potuto ottenere minacciando di tagliarle la gola?

Strinse i pugni, calmando i respiri e imponendosi di non farsi possedere dalla paura. Se voleva sopravvivere doveva rimanere calma.

«Chi sei?» chiese una voce melodiosa. Sembrava appartenere a una donna, o meglio, una ragazza piuttosto giovane.

Alyssa si voltò, illuminando con la torcia una ragazza dai capelli castani e ricci e gli occhi dello stesso colore. Era avvolta da un mantello scuro e teneva con sicurezza un pugnale nella mano destra. Il suo volto era privo di preoccupazione, ma poté intravedere una punta di curiosità in quei tratti severi.

Life and DeathWhere stories live. Discover now