Capitolo 18

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Si ritrovò in una strana stanza. Sembrava diversa da quella del precedente incontro, anche se l'ambiente rimaneva interamente bianco.

Alyssa si sfiorò la testa e controllò poi le proprie ferite. Sparite.

Provò a mettersi seduta e scoprì di non avere nessun tipo di dolore, né alla testa, né al petto. Osservò il luogo in cui si era svegliata. Era una stanza accogliente, luminosa nonostante l'assenza di finestre o candele. Lei era sdraiata sul letto a baldacchino al centro, preparato con soffici lenzuola candide e impreziosite da alcuni ricami; accanto a sé c'era un comodino con alcuni libri che aveva l'impressione fossero molto antichi, rilegati in pelle e con decorazioni color oro. Davanti a sé era presente un armadio molto ampio, in legno intagliato e dipinto di bianco.

«Ben svegliata, mia cara» Vita comparve da una porta che non aveva notato, accanto all'armadio. «Ti senti meglio?»

«Molto... ti ringrazio» rispose lei, alzandosi.

Vita cominciò a muoversi per la stanza, sistemando oggetti qui e là così velocemente da non permettere ad Alyssa di capire cosa stesse facendo. Ad un certo punto, si voltò verso di lei e le sorrise. «Hai qualche domanda per me, Alyssa?»

«Io... Sì, in effetti» confermò, un po' in imbarazzo.

Vita annuì, scuotendo appena la capigliatura perfetta, e si sedette sul letto, lisciandosi l'abito incantevole che indossava mentre era in attesa.

La ragazza si sedette vicino alla propria ascendente, anche se badò a mettere almeno un poco di distanza tra loro: Vita era sempre gentile con lei, ma si sentiva ancora in imbarazzo. «Dove ci troviamo?»

«Questa è una dimensione magica raggiungibile solo tramite il ciondolo, e quindi grazie al tuo sangue. Al nostro» spiegò paziente. «È l'unico luogo che mi sia possibile raggiungere nello stato di prigionia in cui mi trovo».

«Mi hai guarita con i tuoi poteri? Come io ho fatto con Miracle?» chiese, benché fosse piuttosto certa della risposta.

«Esatto. Sono certa che con un po' di allenamento riuscirai a rafforzare questa capacità. Sarebbe molto utile per la guerra contro Morte».

Era consapevole che si sarebbe arrivati a un conflitto, per liberare Vita e riportarla sul trono, per completare la missione che le spettava in quanto Discendente, ma non era mai stato dichiarato con tanta schiettezza.

Annuì solamente, incapace di dire altro. Si mise a osservare Vita ma, mentre ammirava la sua bellezza, la creatura ebbe uno spasmo. Vita si irrigidì, cadendo sul pavimento. Alyssa la soccorse, cercando di attirare la sua attenzione.

«Vita... Vita, che succede?» mormorò, mentre l'aiutava a mettersi sdraiata sul letto.

«L-le catene... le catene che m-mi tengono prigioniera...» sussurrò lei.

«Quelle che contengono sangue di Morte, e che ti indeboliscono?» completò al posto suo Alyssa.

Vita annuì. «Sono state fabbricate apposta per indebolirmi piano piano... Sto arrivando al limite, mia cara Discendente...»

«No...» la pregò in un bisbiglio sofferente.

«È tutto nelle tue mani...» Vita le accarezzò il viso. «Durante il Rito, ti ho detto che avresti potuto evocarmi tre volte. Ma non so se avrò la forza per rispondere al tuo ultimo richiamo...»

«Ti salverò. Ti libererò» affermò decisa Alyssa. «Resisti, Vita. Arriverò».

«Non... non più di tre mesi» sussurrò Vita, prima di cedere alla stanchezza.

Alyssa le diede un bacio sulla fronte, poi le prese le mani tra le sue e le portò al cuore. «Spodesterò Morte e ti riporterò sul trono sana e salva. Fosse l'ultima cosa che faccio».

Life and DeathWhere stories live. Discover now