Capitolo 13

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«Buongiorno amore

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«Buongiorno amore...» con la voce ancora impastata dal sonno e senza aprire gli occhi, Zacharias la strinse a sè come saluto. Poi, cercando di indovinare dove si trovasse la nuca di Alyssa, le diede un piccolo bacio.

La ragazza, benché compiaciuta di quelle attenzioni tanto spontanee, non riuscì a sorridere o a rispondere a quel saluto dolce. Si raccolse su sé stessa, senza comunque rifiutare il contatto con Zacharias, e non disse nulla.

Rimasero per qualche minuto così, mentre Zacharias considerava nei propri pensieri l'ipotesi che Alyssa fosse più stanca del solito per lo scomodo orario di guardia che l'era toccato. Quando, però, svegliatosi cercò di avvicinare Alyssa così da dialogare con lei e farle tornare il buonumore, la ragazza lo scacciò - senza bruschi movimenti o parole, ma Zacharias rimase comunque ferito da ciò. Si alzò e si vestì in fretta, desideroso di lasciare il giaciglio il prima possibile.

Alyssa, fingendo di riposare ancora, osservò ogni suo movimento dalle palpebre socchiuse, sentendo il cuore pesante e le lacrime che fece fatica a trattenere. In appena un paio di minuti Zacharias se ne era andato, e il silenzio e l'inattività intorno ad Alyssa le fecero pensare, per qualche secondo, che lì non ci fosse mai neppure stato.

Sospirò, alzandosi e vestendosi a sua volta. Si mise presto alla ricerca di Zach, mentre ancora cercava di allacciare i fili della camicetta che non ne volevano sapere di collaborare. Lo trovò nello stesso identico punto in cui la sera prima aveva realizzato tante cose dolorose. Gli si sedette accanto, abbastanza vicina perché i loro corpi si sfiorassero, abbastanza lontani da essere certa che non l'avrebbe scacciata ritenendola invadente.

«Che vuoi?» chiese scontroso il ragazzo, stringendo le ginocchia al petto e lasciando che il suo sguardo si perdesse all'orizzonte.

«Chiederti scusa» sussurrò. «Mi dispiace, non faccio che trattarti male. Tu hai sempre fatto di tutto per me... non meriti un comportamento simile da parte mia».

«È un periodo di m...» si schiarì la voce con una risatina. «Un brutto periodo».

Alyssa annuì, poggiando la testa sulla sua spalla. Zacharias le accarezzò i capelli mentre con l'altra mano la stringeva a sè.

«Vuoi parlarne?» le mormorò all'orecchio.

«Alla fine ho perso, Zach» rivelò. «Ho cercato di essere forte, di oppormi, di resistere... ma hanno vinto comunque. Sono riusciti a trasformarmi in loro. "Il più forte vince", giusto?» si interruppe un momento per controllare la voce, temendo che essa potesse tremare. «Ci ho provato, eppure tutto ciò che ho ottenuto è stato... il nulla. Sono riusciti a inculcarmi la loro "lezione", non nei termini in cui avevano sperato, ma l'hanno fatto».

«Aly...» Zacharias smise di accarezzarla, la prese per i fianchi e la fece sedere sopra di sé. La strinse forte, senza farle male, ma manifestando ogni briciola d'amore che provava, facendole percepire che anche se i loro corpi erano attaccati per lui non erano abbastanza vicini. Non sarebbero mai stati sufficientemente uniti, l'amore che provava era così intenso che nulla sarebbe mai bastato, che per soddisfare le farfalle che svolazzavano nel suo stomaco erano necessari tanti piccoli momenti di amore puro.

Life and DeathWhere stories live. Discover now