Capitolo 9

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Ci vollero alcuni minuti, durante il quale Alyssa non riuscì ad abbandonare i propri pensieri neppure per un secondo, prima che l'uomo si fermasse davanti a un portone enorme di legno scuro

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Ci vollero alcuni minuti, durante il quale Alyssa non riuscì ad abbandonare i propri pensieri neppure per un secondo, prima che l'uomo si fermasse davanti a un portone enorme di legno scuro. Lo aprì senza esitare, rivelando un ambiente che sembrava dedicato alle divinità, nonostante fosse assurdo visto che erano anti-sacerdoti. Tutto era avvolto nel silenzio più assoluto, i loro passi rimbombavano per tutta la stanza.

Alyssa sollevò lo sguardo, così da osservare le numerose illustrazioni degli dei. C'erano tutti: Ipnolla, la dea della nascita, Talassous, il dio della guerra, Laipossa, la dea della sapienza, Yourjo, il dio della fortuna. C'erano poi i quattro dei più potenti, che insieme formavano la lega degli elementi, più potente di qualsiasi mortale e immortale - a esclusione di Morte, immaginò Alyssa: Salak, il dio del fuoco, Gignu, la dea della terra, Failo, il dio dell'acqua, Baltor, la dea dell'aria. C'era, però, un elemento che mai aveva visto tra gli dei: una figura nera, incappucciata, di cui si intravedevano solo gli occhi rossi: Morte.

«Perché mai questo luogo potrebbe darci delle risposte?» chiese, la sua voce risuonò forte nella sala, inquietandola un poco.

«Qui c'è una grande concentrazione di magia» spiegò l'anti-sacerdote. «È dove svolgiamo, all'occorrenza, Riti o altre iniziazioni. Forse riusciremo ad avere qualche risposta».

Nonostante non le fosse stata posta alcuna domanda, Alyssa annuì, osservando attentamente ogni movimento dell'uomo, che con una leva fece ritrarre una parte del pavimento, rivelando un cerchio perfetto di terra. Prese un bastone di ferro, cominciò a incidere con precisione nella terra delle figure. Alyssa non capiva cosa fossero, ma era chiaro che l'anti-sacerdote stesse seguendo qualche regola o processo, vista l'attenzione che riponeva in ogni linea.

Quando ebbe concluso, indicò ad Alyssa e Zacharias di sedersi in prossimità di due delle tre stelle che aveva disegnato. I due, quindi, si mossero attorno al cerchio e, trovato il punto giusto, si sedettero sul pavimento, lasciando che i piedi poggiassero sopra l'illustrazione.

L'uomo si sedette davanti a loro e cominciò a mormorare a mezza voce parole incomprensibili.

Alyssa chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare da quella nenia che aveva come il potere di farla rilassare. All'improvviso, un lampo di luce argentea intravisto attraverso le palpebre chiuse stimolò la sua curiosità e aprì gli occhi. Una colonna luminosa occupava il centro del cerchio; emanava una luce così potente da farle lacrimare gli occhi, ma si sforzò comunque di non distogliere lo sguardo.

Vide figure confuse, dai bordi indefiniti, il nero e nient'altro a costituirli. Sembrava stessero dicendo qualcosa, tuttavia le voci risultavano lontane, affievolite, le parole incomprensibili. Cercò con lo sguardo Zacharias, ma si rese conto che la propria visuale del ragazzo era coperta dalla luce; si concentrò quindi sull'anti-sacerdote, concentrato a osservare quanto accadeva nella luce. Alyssa si chiese come fosse possibile che non percepisce l'intensità del bagliore, ma in seguito notò gli occhi arrossati e capì che stava solo resistendo.

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