PROLOGO

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VICTORIA

La vita mi metteva sempre di fronte a delle scelte importanti da dover affrontare. Nonostante non mi sentissi pronta a fare un passo così immenso, la decisione che avrei preso sarebbe stata in grado di influenzare il mio futuro. Infatti, una scelta sbagliata poteva portare alla fine della propria felicità.

Forse le scelte giuste erano quelle più difficili da prendere. Gli ostacoli, però, mi avrebbero dato la forza di voler continuare, quel desiderio di volerlo in tutti i modi superare e di poter ammettere una volta per tutte di avercela fatta nonostante le paure.

Non ci si doveva mai arrendere e abbattere nella vita, ma bisognava sempre lottare assiduamente per ciò che si amava e soprattutto per noi stessi.

«Da domani sono aperte le iscrizioni all'università, giusto?» disse mia madre porgendomi una tazza di tè.

Iniziai a fissare silenziosamente il tè, mentre cercavo di trovare il coraggio di rispondere a quella domanda che avrei preferito non ricevere. Adagiai le mani ai lati della tazza e sentii i miei palmi accaldarsi leggermente.

«Si» risposi sospirando «Domani mattina devo portare tutti i documenti per potermi iscrivere al corso» continuai non rivolgendole nemmeno uno sguardo.

Per quanto cercassi di nascondere il mio nervosismo mia madre, purtroppo, se ne accorse. Si avvicinò a me e poggiò una mano sulla mia spalla. Rimase in silenzio per qualche secondo, fino a quando non la sentì schiarirsi la gola e incominciare a parlare.

«So che non sei d'accordo con me e tuo padre nello studiare architettura ma...»

«Lo so, mamma» dissi, interrompendola. Mi alzai dalla sedia e dopo aver bevuto l'ultimo sorso di tè, mi avvicinai al lavello per posare la tazza. «Tra qualche anno l'azienda di famiglia sarà in parte anche mia e, come avete sempre detto, la futura socia della Universe Corporation non può essere laureata ad una facoltà diversa da architettura.»

«Tutto questo è difficile e lo comprendo, Victoria» annuì con il capo, continuando a mantenere gli occhi sulla mia figura «Ma non sarai sola. Tu e Richard sarete nello stesso corso e...»

«Motivo in più per non scegliere architettura» constatai, guardandola «Il fatto che Richard sia nel mio stesso corso non migliora la situazione ma la peggiora, ed anche tanto.»

«Penso sia arrivato il momento che entrambi, la smettiate con questi continui scontri infantili e privi di fondamenta» affermò, avvicinandosi al forno e girando la manovella di accensione «Tra qualche anno dovrete collaborare per mandare avanti l'azienda, come pensate di fare se continuerete a litigare per ogni cosa?»

«I motivi delle nostre litigate esistono e sono anche tanti» incrociai le braccia al petto, cercando di mantenere la calma «Ma poi non capisco perché la ramanzina venga fatta a me, quando a creare problemi è solamente lui. Se sparisse dalla faccia della terra, saremmo tutti più contenti.»

«Non esagerare, Victoria» mi rimproverò mio padre, entrando in cucina e sedendosi accanto a mia madre. Si mise gli occhiali da vista e prese il telefono, iniziando a scorrere l'indice sullo schermo.

«Dimenticavo quanto Richard fosse amato in questa casa» mi avvicinai all'appendiabiti e presi la mia giacca nera per indossarla. Avevo bisogno di uscire e di tornare a respirare per almeno un'ora. «Vado a fare una passeggiata, ci vediamo dopo.»

Abbassai la maniglia della porta principale ed uscii di casa, iniziando a camminare lungo il viale del mio quartiere. Sola con me stessa, la mia mente iniziò a vagare tra mille pensieri che avrei desiderato tenere il più lontano possibile.

Anima di GhiaccioWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu