CAPITOLO 16

3.1K 146 23
                                    

VICTORIA

«Non sarei mai dovuta andare via. Dovevo rimanere con te e accertarmi che Trent fosse a casa» disse Eloise, spingendosi con i piedi e ruotando sulla sedia girevole «E se ti fosse successo qualcosa?»

«Ma non ero sola, lo sai.»

Si sporse in avanti, afferrando con entrambe le mani il bordo della scrivania. «Questo è anche vero» fece un ghigno soddisfatto «Eri con tu sai chi» precisò.

«Il discorso che abbiamo affrontato ieri sera è stato più che sufficiente» cercai di fermarla, prima che potesse riaprire la conversazione che desideravo evitare il più possibile. Dopo tutto quello che era successo, non smettevo di pensare alle parole della mia migliore amica.

Ero confusa, stanca e non riuscivo a dare una risposta a tutte quelle domande che non smettevano di balenare nella mia mente minuto dopo minuto. Proprio in questi momenti, avrei voluto che il mio cervello si spegnesse completamente.

Si mise sulla difensiva, ridacchiando rumorosamente. «Non era mia intenzione riaprire l'argomento» fece una pausa «Anche se...»

«Anche se proprio niente» aprii il mio computer, premendo il tasto di accensione «Mancava poco e finiva all'ospedale per colpa di quei tizi che non smettevano di cercarci. Se ci avessero trovati, sarebbe successo un casino enorme.»

«Vero, mamma mia» piegò le labbra, pensierosa «Però vi siete anche ritagliati un momento parecchio intimo. Voi due soli e soprattutto tanto vicini. Se ci fosse stato anche un primo bacio sarebbe stato tutto molto più romantico» mi fece l'occhiolino.

Secondo bacio, sarebbe stato il secondo.

Ma questo lei non poteva saperlo perché io avevo deciso di non dirle niente e di tacere.

«Ecco, già... sì» provai a schiarirmi la gola, sentendo un nodo bloccarmi ogni parola. Stavo balbettando e avevo dimenticato di avere davanti a me l'unica persona capace di comprendere persino il mio silenzio.

Mi ero fregata da sola.

«Tu!» mi puntò un dito contro, spalancando gli occhi «Tu e lui vi siete già baciati» ammise con convinzione.

«Ma dai, non dire cavolate» risi, cercando di essere convincente.

«Ti conosco fin troppo bene, Victoria Jane Morgan» precisò ancora, non scostando l'indice nemmeno di un millimetro.

Esatto, avevo un secondo nome che non mi piaceva ed evitavo di usare. Ma Eloise si divertiva a chiamarmi così quando era veramente tanto arrabbiata nei miei confronti.

Ero riuscita a farla incazzare.

«Non usare Jane» feci una smorfia, infastidita.

«Tutto questo è assurdo» si alzò, camminando avanti e indietro con agitazione «Hai preferito non dire niente e far finta che non fosse mai successo.»

«È stato solo un bacio» emisi un sospiro.

«Solo un bacio?» si riavvicinò, poggiandosi con i palmi sulla scrivania e sporgendosi verso di me «È stato un bacio che vi siete dati tu e Richard Cooper.»

«Smettila di specificarlo.»

Si sedette nuovamente. «Voglio che mi racconti tutto.»

«Ti ricordi quando mi hai aiutata a sistemare tutto l'appartamento?» iniziai a raccontarle, osservando la sua espressione insolita «La sera stessa, Richard è venuto a trovarmi. Ha portato del vino francese e abbiamo bevuto un po'.»

«Quanto?» domandò, curiosa.

«Troppo, Eloise» abbassai lo sguardo, giocherellando con un braccialetto di colore oro «Abbiamo terminato tutta la bottiglia ma era davvero buono, devo ammetterlo.»

Anima di GhiaccioOnde histórias criam vida. Descubra agora