CAPITOLO 35

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VICTORIA

Chiamai subito Richard dopo essere uscita dallo studio del dottor Lopez. Si trovava a casa e mi aveva chiesto di raggiungerlo direttamente lì.

Mentre attendevo che il semaforo diventasse verde, non potei evitare di pensare a tutto quello che stava accadendo tra di noi. Non ci eravamo dati alcuna etichetta. Ci limitavamo solo a farci del bene a vicenda. Perché sì, lui mi stava cicatrizzando giorno dopo giorno ogni singola ferita.

Nessuna forzatura o imposizione. Stavamo creando il nostro legame basandoci solamente sulla naturalezza delle cose. E penso, che non poteva esserci cosa più bella. Volevamo vivere entrambi con spensieratezza. Evitavamo di porci troppe domande, di cui molte di loro erano anche senza risposta, e lasciavamo che fosse il corso della vita a stabilire ciò che sarebbe dovuta accadere tra me e lui.

Dopo aver parcheggiato sotto casa sua, scesi e mi diressi verso il portone. Citofonai, non facendomi nemmeno aspettare troppo. Raggiunsi il suo piano con le scale e lo trovai ad attendermi con una spalla adagiata contro il muro e le braccia possenti strette al petto.

Solo non appena mi avvicinai notai il suo viso trasmettermi una sensazione strana. Sembrava, triste? Chissà cosa poteva essere successo nel giro di poche ore. «Ciao, va tutto...» non mi permise di concludere che mi tirò, poggiando la bocca sulla mia.

Mi lasciai baciare, nonostante avessimo fatto nella stessa mattinata quella scommessa. Era un bacio ricco di paure e timori che non capivo il perché si stessero manifestando. Non sembrava intenzionato a interrompere il contatto delle nostre labbra. Così, dovetti farmi forza e bloccarlo io.

«Sembri strano» gli esternai senza veli ciò che avevo avvertito «È successo qualcosa?»

Scosse il capo, ma sapevo che qualcosa non andava. «Non ci sono riuscito» mi ribaciò speditamente, stringendomi come se avesse il terrore di perdermi «Scommessa finita. Non sono durato nemmeno alcune ore. Quando riguarda te mi è difficile resisterti.»

Lentamente iniziò a sbottonare il mio cappotto, togliendolo dalle spalle e lasciandolo ricadere sopra il pavimento. I suoi occhi emanarono brillantezza mentre mi guardava da cima a fondo.

Rimasi immobile come una statua mentre lasciavo che le sue mani scorressero lungo tutto il mio corpo. Mi sfiorò la coscia, risalì lentamente fino alla mia pancia e sollevò il maglioncino marrone fin sotto il seno con entrambe le mani. Mi accarezzò, piazzando la presa sui miei fianchi e spingendomi con calma verso la sua camera da letto.

Ci svestimmo da ogni tessuto.

«Renditi conto del potere che hai su di me e di tutto l'effetto che mi fai, Victoria» passò la lingua sul mio labbro inferiore ferocemente. Non mi permetteva di sfiorarlo. Stringeva tutte e due le mie mani con le sue, lasciandole piantante sul materasso morbido. «Promettimi che qualunque cosa accadrà, non ti vedrò andare via da me.»

«Cosa ti preoccupa?» chiesi, ansimante sotto di lui.

«Promettimelo, ti scongiuro» ignorò la mia domanda mentre mi stringeva tra le sue braccia e permetteva ai nostri corpi di muoversi congiuntamente. Pesò delicatamente su di me, facendo ricadere il capo sopra il mio petto caldo.

«Te lo prometto» gli presi il viso, accarezzandolo con i pollici vicino alle labbra «Non andrò da nessuna parte, Richard» dissi. Dentro di sé aveva numerose paure che avrei voluto assorbire affinché non provasse più tutto questo.

Con un semplice tocco, volevo essere capace di fargli dimenticare ogni cosa.

*
RICHARD

Anima di GhiaccioOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz