CAPITOLO 1

6.9K 249 420
                                    

VICTORIA

CINQUE ANNI DOPO.

«Victoria, sei pronta?» domandò mia madre, aprendo la porta della mia camera e mantenendo la mano poggiata sulla maniglia con un piccolo sorriso stampato sul viso.

Il tempo passava così velocemente da fare paura. Non riuscivo ancora a credere di essermi laureata nella facoltà che avevo sempre desiderato fare.

Durante i miei studi, riuscivo a confermare quanto questa decisione fosse stata giusta per me. Amavo quello che facevo ed ero felice di aver intrapreso la strada che sognavo perseguire da sempre.

Quando mio padre, cinque anni fa, scoprì che mi fossi iscritta ad un corso diverso da architettura, rimase molto deluso. Ancora oggi, purtroppo, tutto il suo astio non era cambiato e quel minimo di legame che ci univa era stato completamente spezzato con una delle scelte più difficili che potessi fare nella mia vita.

Avevo scelto di essere io la creatrice del mio futuro.

Ne stavo pagando il prezzo, era vero. Ma se tornassi indietro, rifarei sempre la stessa scelta. Non ero pentita, nonostante il rapporto con i miei genitori si fosse complicato.

Riportai l'attenzione alla realtà, appena vidi mia madre affiancarmi. Continuai a guardarmi di fronte lo specchio e mi lisciai il lungo abito con i palmi delle mani.

Oggi, sia io che Richard, saremmo stati presentati come nuovi soci della Universe Corporation, andando ad affiancare Terence e i nostri genitori. La tensione era alle stelle ma dovevo farmi forza per affrontare tutto quello che sarebbe avvenuto da oggi in poi. Qualcosa mi diceva che, i giorni successivi, sarebbero stati parecchio difficili da superare.

Ma non impossibili.

«Metto i tacchi e sono pronta» affermai, aprendo l'anta della scarpiera e prendendo i tacchi che avrei abbinato al vestito.

Mia madre si riavvicinò alla soglia della porta mentre mi guardava allacciare l'ultima scarpa. Il suo sorriso si spense, appena si accorse della presenza di mio padre alle sue spalle. Quando c'era lui, mi rivolgeva a stento la parola forse per paura di poter scatenare una qualche sua reazione negativa.

Delle volte pensavo che lei sarebbe rimasta al mio fianco altre, invece, mi sentivo completamente sola a lottare contro tutto e tutti.

«Vi aspetto di sotto» si limitò a dire, guardandoci per un nano secondo e tornare al piano di sotto. La freddezza che trasmise fu immensa, tant'è che ebbi un brivido percorrermi lungo tutta la spina dorsale.

Ormai, non più meravigliata dal suo comportamento, presi la mia borsa e mi avvicinai a mia madre. Sapevo quanto fosse infastidito da me ma non poteva farmene una colpa per resto della mia vita.

Quello che avevo deciso era stato concretizzato e niente e nessuno, poteva cambiare le cose. Ero diventata questa donna e non potevo che esserne più fiera.

«Pronta?» provò a confortarmi attraverso un semplice sguardo.

«Lo sono.»

L'ingresso della Universe Corporation era colmo di giornalisti, pronti a puntarci i microfoni contro per cercare di estrapolare quante più informazioni possibili. Ci sentimmo chiamare con insistenza, mentre passavamo tra la folla che non sembrava per niente intenzionata a lasciarci entrare in azienda.

«La conferenza stampa inizierà tra poco» gridò una delle guardie, mettendosi tra noi e le varie testate giornalistiche «A breve, avrete l'occasione di porre tutte le vostre domande.»

Riuscimmo ad entrare, venendo accolti dai signori Cooper e dai loro due figli.

«Siete arrivati, finalmente» sorrise il signor Marcus, avvicinandosi verso di noi e dando una pacca sulla spalla a mio padre «Avevamo timore che non riusciste ad entrare.»

Anima di GhiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora