CAPITOLO 4

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VICTORIA

Il locale in cui decidemmo di andare si trovava nel quartiere di Eloise. Al nostro arrivo, notammo che fosse già pieno di persone. La mia migliore amica, prendendomi per mano, si fece spazio tra la folla, e mi tirò avvertendomi che avesse deciso di prenotare un tavolo in modo che nessuno potesse infastidirci troppo.

«Buonasera e benvenute, ragazze» ci accolse un ragazzo dai capelli rossicci e da numerose lentiggini che gli ornavano la zona del naso. Reggeva tra le mani un tablet nero e attendeva pazientemente che finissimo di leggere i vari cocktail scritti sul menù «Cosa posso portarvi da bere?»

Schiusi le labbra per rispondere ma venni preceduta da Eloise. «Due mojito, grazie.»

«Avrei preferito bere qualcosa di meno alcolico» dissi, vedendo il ragazzo andare via e poggiando la schiena sul divanetto di pelle nera. Iniziai a sentire tutta la stanchezza che avevo accumulato in questa settimana intensa di lavoro, pensando a quanto sarebbe stato bello rimanere a casa a dormire.

Il volume alto della musica rimbombava nelle mie orecchie mentre le luci, che saettavano per tutto il locale, mi colpivano gli occhi facendomeli istintivamente chiudere di tanto in tanto. A differenza di Eloise, non ero mai stata un grande amante delle discoteche. Mi piaceva la tranquillità e i posti così affollati non facevano molto per me. 

«Hai bisogno di bere per rimanere sveglia» mi puntò con il dito gli occhi sicuramente rossi dal sonno «Se continui a rimanere seduta in quel modo, finirai per addormentarti.»

«Ad essere sincera, non mi dispiacerebbe fare un pisolino» mi rimisi dritta, perché sapevo avesse perfettamente ragione. Sarei stata capace di dormire anche con questa musica assordante.

«Ti ricordo che dopo devi guidare» risi, vedendola bere il cocktail con gusto «Ho affidato la mia vita a un'alcolizzata.»

«Questa cosa mi offende molto» si portò una mano sul petto, fingendosi sconvolta dalle mie parole «Non devi preoccuparti, dico davvero. Sai che reggo abbastanza bene l'alcol. Tornerai a casa sana e salva e soprattutto tutta intera.»

Era proprio la parola abbastanza a spaventarmi.

«Bene, adesso pensiamo al mio principe azzurro» batté le mani, iniziando a guardarsi intorno «Quel ragazzo biondo non mi dispiace. Devo ammettere che è molto carino.»

Mi voltai nella sua stessa direzione e lo cercai con gli occhi. Inquadrai il ragazzo indicatomi da Eloise e annuii con il capo, ammettendo che fosse davvero un bel ragazzo. «Confermo e anche tanto» risi, dandole una leggera spinta sulla spalla destra per incitarla ad alzarsi «Vai a parlarci, dai.»

Senza dire niente, finì in un solo sorso il cocktail – lasciandomi senza parole – e si sollevò dal divanetto, sistemando con entrambe le mani il bordo del vestito. «L'alcol mi aiuta a prendere coraggio» si giustificò mentre guardava il mio viso ancora sconvolto da ciò che avevo appena visto «Augurami buona fortuna.»

Sollevai i pollici verso l'alto e mi lasciò sola per raggiungere il ragazzo. Non avendo ancora bevuto niente, afferrai il cocktail e lo portai alla bocca per assaggiarne un po'. Arricciai le labbra, sentendo il liquido bruciarmi in gola, e riposai il bicchiere di vetro sul tavolo con tutta l'intenzione di non continuarlo a bere per il resto della serata.

Ancora mi chiedevo come facesse a piacerle una bevanda del genere.

Nonostante avessimo deciso di prendere un tavolo, un ragazzo dai capelli neri e gli occhi scuri si avvicinò a me con un cocktail tra le mani. Rimasi a fissarlo, continuando a non dire niente, mentre attendevo che fosse lui a parlare.

Anima di GhiaccioWhere stories live. Discover now