CAPITOLO 30

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VICTORIA

Amavo le commedie romantiche. Era da poco iniziando il secondo tempo e non smettevo di ridere. Questo film mi stava piacendo tantissimo malgrado le mie aspettative non fossero tanto alte.

«Sei ancora più bella quando sorridi» mi confessò, indirizzando quella frase fino al mio cuore. Ero capace di vedere quegli occhi chiari anche con il buio sovrastare su di noi. Trasmettevano speranza ma anche tanta stanchezza.

«Ricordati che sei stato tu a chiedermi di allontanarmi da te.»

«Faccio tanti errori nella vita e questo è stato uno di quelli» mi sfiorò il braccio, facendomi rabbrividire «Mi dispiace averti fatto credere di non tenere a te.»

Non sapevo cosa dire, riuscivo a notare solamente il suo viso stanco. Mi chiedevo quale potesse essere il motivo, o motivi, della sua insonnia. Nel frattempo, accorgendosi del mio silenzio, reclinò il capo sulla testata e chiuse gli occhi. Quasi subito, il suo respiro si alleggerì. Si era addormentato.

Lo chiamai, toccandogli con cautela il braccio. Riaprì gli occhi e mi guardò sconnesso. «Vieni, poggiati a me» gli indicai la spalla. Mi circondò il braccio con il suo, stringendosi a me, e si riaddormentò.

Dormì fino alla fine del film, posato sulla mia spalla. Manteneva la presa ben salda intorno a me e sentivo i suoi capelli solleticarmi il collo. Insieme anche, al suo respiro caldo imprimermi nello stesso e identico punto.

«È stato davvero un film troppo bello» rivelò Eloise, toccandosi la schiena probabilmente dolorante. Queste poltrone erano diventate parecchio scomode.

«Anche a Richard è piaciuto» scherzò il suo migliore amico, constatando che stesse ancora beatamente dormendo. Mi dispiaceva svegliarlo visto che negli ultimi tempi dormiva poco.

«Ci penso io a svegliarlo, voi andate pure.»

Eloise si avvicinò a me, dandomi un bacio sulla guancia, e chiedendomi se fossi sicura. Le dissi di non preoccuparsi, facendole anche un leggerissimo occhiolino.

Quando tutti uscirono dalla sala, iniziai a pronunciare il suo nome per svegliarlo. Mugugnò qualcosa a bassa voce, continuando a rimanere con le palpebre socchiuse. Gli sfiorai le ciocche disordinate, accarezzandolo prudentemente. «Il film è finito.»

«Fallo ripartire.»

Cercai di trattenere una risata. «Siamo al cinema» dissi «Non posso rimetterlo.»

Il suo viso era vicinissimo. Dovetti combattere contro me stessa per non avvicinarmi alle sue labbra e sfiorarle. Sentivo questo desiderio irrefrenabile di baciarlo ma sapevo anche di non poterlo fare.

Era davvero difficile stargli lontano.

Si svegliò, sollevandosi dalla mia spalla e passandosi una mano tra i capelli per sistemare le ciocche ribelli che ricadevano sulla sua fronte. Indossai il cappotto, chiudendolo, e mi alzai sgranchendo le gambe.

Prima che potessi auguragli una buonanotte, mi afferrò lasciandomi ricadere sopra di lui. Strinse i miei fianchi con robustezza e mi impose a guardarlo. Mi dimenai non permettendomi di andare via.

«Ora possiamo parlare.»

«Non abbiamo niente da dirci» legai la mia mano alla sua con una presa ben salda per poterlo staccare in qualche modo da me.

«Quella sera ho fatto tante cose sbagliate e molte di queste nemmeno le ricordo. Avevo bevuto veramente tanto e non stavo affatto bene. Non ti sto dicendo queste parole per giustificarmi, non merito di essere perdonato, ma voglio farti capire che sei veramente importante per me.»

«Stavi per baciarmi, non ricordi nemmeno questo?» mi morsi il labbro inferiore, pentendomi delle mie parole.

«Questo lo ricordo bene e non è compreso tra le cose che considero sbagliate, Victoria.»

Persi un respiro.

Non poteva averlo detto davvero. Feci pressione sopra il suo braccio che ancora circondava il mio busto mentre l'aria stava diventando sempre più fioca. «Io devo andare via.»

«Non voglio perderti.»

Ci avvicinammo, vidi le sue labbra sempre più vicine alle mie e il suo tocco spostarsi sul mio viso arrossato. Per quanto volessi ricambiare il suo bacio, avrei dovuto evitare che accadesse.

«Non posso farlo» approfittai dei miei fianchi liberi per alzarmi dalle sue gambe. Corsi via da lui fino a raggiungere la mia auto. Mi appoggiai con la mano su di essa, cercando di riprendere fiato, e sentii in quell'istante una notifica provenire dal mio telefono.

Eloise: Ho appena scoperto che Richard e Kylie non stanno più insieme.

Questo era stato davvero un grande e importante colpo di scena. Dovetti rileggere il messaggio più volte per poter comprendere al meglio il testo scritto dalla mia migliore amica. Lui non era più fidanzato ma, se lo avessi scoperto prima, sarebbe cambiato qualcosa?

Probabilmente non mi sarei tirata indietro ma ormai era troppo tardi. L'unica cosa che potevo fare era ripensare alle nostre labbra vicine e al nostro bacio mancato.

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Mi capitava molto spesso di uscire con le cuffie alle orecchie e la musica ad alto volume.

Riuscivo a guardare il mondo con occhi diversi e percepivo un'energia che mi faceva sentire a tratti invincibile. Passeggiare, era sempre stato il mio passatempo preferito. Mi aiutava a scaricare la tensione e a prendermi più cura di me stessa. Cercavo sempre di uscire di casa abbastanza presto così da incontrare meno gente in giro.

In molti avevano paura della solitudine, convincendosi che fosse una cosa completamente sbagliata, ma perché mai doveva esserlo? La necessità di stare un po' da soli, era una componente fondamentale nella vita di ogni singola persona.

Camminai molto quella mattina. Leggendo il contapassi sul mio orologio mi resi conto che mancasse veramente pochissimo a natale. Con tutto quello che era successo, non avevo ancora preso un regalo per Eloise. Decisi così di approfittarne e iniziare a girare per i vari negozi con la speranza di trovare un qualcosa che potesse piacere alla mia migliore amica.

Passai davanti ad uno dei suoi negozi preferiti. Ero quasi certa che qui dentro avrei trovato il regalo perfetto per lei. Entrai, girovagando tra gli scaffali, fino a quando non notai una borsetta blu di piccole dimensioni e con la chiusura di colore oro. Era una tracolla, proprio il genere di borse che amava usare.

Anche qualcun altro, proprio come me, si accorse della bellezza di quella borsa. «Oddio, perdonami» ritrassi la mano, permettendole di afferrarla.

«Non scusarti, sei arrivata prima tu» la prese, porgendomela «Insisto, per favore.»

«Oh, grazie infinite» rigirai tra le mani la borsa, appurando che fosse proprio dello stile di Eloise. Ultimamente si lamentava sempre di non avere delle borsette piccole, quindi sapevo che questo sarebbe stato il regalo perfetto.

«Catherine Barker» si presentò, porgendomi la mano e ricambiando il gesto.

«Io sono Victoria Morgan.»

«Non vorrei sbagliarmi ma mi sembra di averti già vista da qualche parte. Forse in televisione eppure non ne sono proprio sicura.»

Ero finita in televisione solo una volta, precisamente durante la conferenza stampa in cui sia io che Richard eravamo stati presentati come nuovi soci della Universe Corporation.

Pensò alcuni secondi con un dito sotto il mento. «Ecco, ma certo. Sentendo il tuo cognome ci sarei dovuta arrivare subito. Sei Victoria Morgan della Universe Corporation, giusto?»

«Sì, sono proprio io» dissi «Quindi sei anche tu di New York?»

«Sono nata e cresciuta qui, ma ho vissuto tre anni all'estero per motivi lavorativi. Amo questa città e una persona in particolare che non vedo da tanto tempo ma che spero di poter rincontrare al più presto» estrasse un bigliettino da visita dalla borsa «Sono contenta di averti conosciuta. Se ti va qualche volta di uscire, questo è il mio numero di telefono.»

«Con molto piacere» sorrisi.

Anima di GhiaccioWhere stories live. Discover now