L'Estate

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Passarono diversi giorni da quando misi piede a casa del dottor Kim e l'armonia che si era creata, non appena feci conoscenza con la sua famiglia, aveva solo portato benefici nella mia vita, poichè quei rapporti erano aumentati e si erano rafforzati giorno dopo giorno.
Non mi sentivo ancora del tutto pronto per riprendere in mano la mia normale vita, quindi uscire di casa, anche solo con Namjoon, andare a scuola o trovarmi un piccolo lavoretto risultava ancora fin troppo pesante per me, ma mi ero sempre promesso di poterlo fare e di doverlo fare non appena ne avrei avuto la sicurezza giusta.

Namjoon non aveva scoperto la mia intera storia ma aveva capito cosa fosse successo, anche solo guardandomi vivere normalmente nella sua quotidianità, perché i miei atteggiamenti erano riconoscibili come quelli di chi è in una riabilitazione lenta e difficile, ma non aveva avuto paura di starmi accanto e di essere davvero un buono, primo e unico amico, anzi, aveva deciso di mettersi a lavoro per me e di assicurarmi delle lezioni scolastiche a casa, in cui avrei potuto studiare e imparare con lui tutto quello che avevo perso durante gli anni e non potevo lamentarmi vista la sua innaturale dote d'intelligenza.

Woonjin, invece, era felice di potermi vedere sorridere spensierato più spesso, di vedermi scherzare e soprattutto socializzare con qualcuno che non fosse medico, dottore o paziente nelle mie stesse condizioni, sapeva che mi faceva bene tutto questo ed era intenzionato a tenermi con lui per sempre, lasciandomi essere parte della sua famiglia a tutti gli effetti.

Tutto questo sembrava essere un vel lieto fine, sé solo non fosse stato per quel giorno.

Ormai l'estate aveva preso il sopravvento e il caldo non faceva altro che renderci tutti più stanchi, nonostante io amassi sentire il vento caldo battere contro la mia pelle.
Le giornate sembravano essere interminabili ed io calcolavo sempre la sensazione di avere più tempo, più possibilità per fare quello che dovevo, per riprendermi totalmente ed essere in grado di arrivare, per fine anno, pronto a rientrare effettivamente nella società.

Il tutto stava andando bene, nessuno si lamentava e quel pomeriggio eravamo seduti, io, Jung e Namjoon, sul divano intenti a giocare alla scacchiera del Monopoly, sogghignando contro il piccolo Jung che si lamentava in continuazione ogni qual volta notava il calare rapido di tutti i suoi soldi.
Nonostate tutto, ci stavamo divertendo come dei veri e propri bambini e tutto andava per il verso giusto, finché non bussarono alla porta, dapprima leggermente e poi insistentemente.

Quella forza non la sentivo da un po' e mi lasciò visibilmente turbato, impaurito, ricordando tutti quei pazienti che sbattevano le mani contro le loro porte, disperati, nel tentativo di poter scappare, pur sapendo che avrebbero colmato e calmato il tutto con una grossa siringa colma di tranquillante e, nonostate questo, bisognava tenere in conto anche il fatto che avevo avuto una brutta sensazione per tutto il tempo, un voltastomaco di ansia e panico, che avevo cercato di sopprimere.

Notando questo, quindi, Namjoon si offrì di andare ad aprire la porta ma subuto lo sorpassò Woojin, che dalla cucina balzò direttamente in salotto, pronto a scaraventarsi contro chi osava disturbare la quiete altrui in quel modo brusco.

All'inizio si pensava agli amici di Namjoon, che non avevano avuto tempo di andarlo a trovare in quei giorni, per via di vacanze in posti paradisiaci o impegni lavorativi, e che l'avevano fatto proprio in quel momento, comportandosi da stupidi come al solito, ma la sorpresa fù più grande di questa e, infatti, era tutt'altro che questo.
Il mio cuore si bloccò e tutto ciò che avevo represso fino a quel momento sembrò tornarmi a galla quando la porta si aprì e i miei occhi incontrano quelli delusi e arrabbiati dei miei genitori.

Mi alzai immediatamente dal mio posto, accorgendomi di essere stato visitato anche da mio fratello, fermo e immobile sull'uscio di casa Kim, dal viso scuro e gli occhi spenti come quelli di mia madre e mio padre che non facevano altro che spostarsi da un volto all'altro.

Face// YoonminWhere stories live. Discover now