Epilogo

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Mi svegliai lentamente, aprendo prima un occhio e poi l'altro, ritrovando un soffitto scuro e poco illuminato.
Non avevo idea di cosa stava succedendo, ma quando il tutto fù chiarito, improvvisamente da una luce, capii.

Mi trovavo in quello sporco, lurido, apatico ospedale, quello che era stato mio amico e nemico per così tanti anni, quello che avevo sempre immaginato al di fuori di una realtà, odiandolo, quello che mi aveva intrappolato prima e di nuovo, ma...come?

Iniziai ad agitarmi, ad alzarmi delicatamente poiché debole, stanco, quasi drogato da chissà cosa di così potente, tanto da avermi completamente fuso il cervello.
Mi voltai verso uno dei dottori che continuava a tenere d'occhio la macchinetta del mio battito cardiaco, rimanendo fisso a guardarlo.

Aveva lo stesso camice, lo stesso taglio di capelli e a tratti lo stesso viso del dottor Kim e, in un certo senso, pensandoci, iniziai a calmarmi perché sapevo di trovarmi in buone mani. Tutto cambiò, però, quando i suoi occhi si alzarono verso i miei e mai, e poi mai, il dottor Kim m'avrebbe rivolto uno sguardo così freddo, glaciale, come quello.

"Finalmente ti sei svegliato" tuonò con tono accusatorio, lasciandomi sentire in colpa per averlo fatto

"Perché...sono qui?" Sussurrai timidamente, impaurito

"Non ti sei mai spostato da questo ospedale e ti sei sentito male durante un colloquio con lo psichiatra"

"Credo che tutto ciò che sta dicendo è assurdo" scossi la testa corrugando la fronte "certo che sono uscito e di sicuro non ho fatto nessun colloquio con lo psichiatra"

"Come immaginavo" sussurrò sospirando, chiamando immediatamente uno dei suoi colleghi che, nonostate la folla delle stanze accanto, accorse velocemente

"Cosa succede?" Alzò un sopracciglio il medico, voltandosi verso di me "si è svegliato?"

"Si e la tua teoria era più che esatta, il paziente non ricorda nulla"

"Dobbiamo procedere con l'annullamento del mediciale Roipnol per poter andare avanti nello studio" annuì avvicinandosi ai vari macchiari sul quale ero legato, smanettandoci sù qualcosa.

"Vi prego, potete spiegarmi qualcosa? Non sto capendo nulla e questa cosa mi dà fastidio"

"A noi sá cosa dà fastidio, bimbetto? Il fatto che un criminale possa ancora avere diritto a delle cure mediche e una lingua per parlare, perché fosse per me..." Si avvicinò, guardandomi male "...ti avrei fatto decapitare subito" sussurrò lasciando che i fili dei vari aghi che avevo inseriti nelle braccia,  cadessero atterra, uscendo dalla stanza assieme al suo collega.

Rimasi perplesso a pensare a ciò che quel dottore mi aveva appena detto e, se all'inizio pensavo si trattasse tutto di uno scherzo, adesso non ci stavo credendo più. Le lenzuola, quei fili e il dolore che sentivo, erano così tanto realistici da non poter essere un sogno e tutto iniziò a prendere una piega diversa, quando sentii un qualcosa entrare nelle mie vene, più pesante di quanto potessi credere, che mi lasciò alzare gli occhi verso i due medici posizionati in una stanza difronte alla mia, divisa solo da un vetro, e nella quale c'erano bottoni, pulsanti e leve varie.
Sembrava che avessero iniziato a farmi degli esperimenti, altro che cure.

"Rilassati Park, si tratta solo di un medicinale più forte" sentii dagli altoparlanti in stanza, che nemmeno avevo notato fino a quel momento

"Non siamo tenuti a farti fuori, perciò non avere paura"

Chiusi lentamente gli occhi, sperando che quello fosse solo un grande incubo, volendo a tutti i costi tornare fra le braccia dei miei amici, assaporare le labbra del mio Yoongi, vivere quella libertà che avevo sempre cercato.

Face// YoonminOnde histórias criam vida. Descubra agora