Viva La Vita

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"Per favore salvami da questo posto, sbrigati e fammi uscire."

La mattina dopo Yoongi si svegliò con un forte mal di testa, ricordandosi alla perfezione ciò che era successo la sera prima, chi aveva incontrato e soprattutto di essere tornato sano e salvo a casa di Seokjin e Hoseok.
Si guardò intorno, notando che quest'ultimo aveva la testa appoggiata sulle sue gambe mentre ancora dormiva pesantemente in modo distratto, così decise di evitare di svegliarlo.

Si tolse i vestiti, appoggiandoli lentamente su una sedia restando in pantalocini e canotta, presi dall'armadio del maggiore, uscendo dalla camera trascinandosi dietro la stanchezza di una notte passata simil- insonne.
Guardò leggermente fuori dalla finestra, fermandosi ad osservare il suo scenario preferito mosso tra la freschezza del venticello che soffiava fra le foglie e il grigiore di nuvoloni pronti a scaricare della pioggia.

Sorrise.

Si sedette al tavolo della cucina, mentre aspettava che la macchinetta del caffè potesse riscaldarsi in modo tale da utilizzarla, tenendosi la testa fra le mani che, lentamente, si passò sul viso; ripensava spesso a quello che aveva fatto il giorno prima, come per essere sicuro di non dimenticarsi nulla, essere certo di aver vissuto quel momento non solo come un ricordo lontano o un presentimento.

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Lamentarsi della propria infanzia significherebbe giudicare quel piccolo ragazzino non ancora formato del tutto, ignaro dei pericoli della vita, delle cattiverie altrui, dei problemi, significherebbe giudicare quella parte di sé stessi che si trova nelle vesti migliori che potessimo indossare, nell'età più bella e spensierata che potessimo vivere, nella consapevolezza di non poter mai sbagliare come solo un adulto può fare.

Ma certe volte capita che l'adulto può rendersi conto delle situazioni avvenute in passato, può rendersi conto di tutto il male che gli è stato fatto, di tutti gli sbagli a cui ha dovuto sottostare e abbassare il capo senza proferire parola; certe volte l'adulto può decidere di cambiare il suo presente per dimenticarne il passato o, al contrario, lasciarsi mangiare vivo dai fantasmi.

Della mia infanzia ho vaghi ricordi, probabilmente legati a quei momenti in cui giocavo con i miei compagnetti, in cui ero realmente felice, in cui ridevo spesso e non mi facevo problemi nel socializzare; poi d'un tratto mi resi conto che qualcosa stava cambiando ed era l'esatto momento in cui stavo crescendo.

Dovetti avere la capacità di capire tutto da solo, di rendermi conto dei miei sbagli, delle mie vittorie senza l'aiuto di nessuno poiché quei genitori erano la fonte che mi donava rancore, tristezza, solitudine.
Non erano mai stati pronti per fare i genitori, non avevano mai voluto avere dei figli o addirittura sposarsi ma non appena nacqui io tutte queste cose vennero a galla.

Non avevano mai fatto paragoni così grandi tra me e mio fratello maggiore, ma sostanzialmente c'erano. Lui era normale,un figlio buono e giusto solo perché aveva scelto di dedicarsi allo stesso lavoro del padre ed era tutto ciò che si aspettavano anche da me, nonostante non capissero di cosa io realmente avevo bisogno e di quale fosse realmente la mia vera passione.

Mi piaceva leggere, mi piaceva scrivere, mi piaceva inventare delle storie realistiche, e non, nel quale immergere una parte di me, mi piaceva toccare con mano quella carta ruvida, profumata, lasciarmi cullare dalle onde di parole, delicate come canzoni, dal quale non potevo separarmi, mi piaceva perdere lo sguardo in quelle copertine e sperare un giorno di vedere il mio nome sù una di quelle.

Mai, in tutta la mia vita, avevo sentito una parola di conforto, un qualcosa che avrebbe aiutato me e i miei piccoli progetti a crescere in modo sano e costruttivo senza distruggere nessun sogno, mai i miei genitori avrebbe fatto una cosa del genere ed infatti tutto ciò che mi restava, oltre alle passioni, era il vuoto.

Face// YoonminWhere stories live. Discover now