°Desideri pericolosi (Parte 2)

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2 Settembre 1891

Mio caro Diario,

oggi ho fatto un incontro singolare mentre eravamo in piazza a fare compere.

Io e mia madre, accompagnate dalla nostra capo domestica Sarah, eravamo a Charing Cross Road intente a comprare nastri e nuovi merletti per i vestiti del ballo che la mia famiglia avrebbe ospitato nel loro palazzo questo fine settimana.

Si tratta un importante evento mondano, che chiude la stagione per le debuttanti dell'alta società londinese.

«Incredibile che nessuno si sia ancora fatto avanti per la tua mano.» Disse mia madre, mentre osserva le stoffe dei vestiti nel negozio più pregiato del quartiere: «Sicuramente quel tuo fare imbronciato non aiuta. Stai sù con la schiena, sembri ingobbita» Mi drizzò per le spalle facendomi male con la sua forte presa «Ai ragazzi piacciono le ragazze che ridono, tu non ridi mai! Almeno fai finta, non è difficile.» Le sue parole mi si conficcarono come unghie appuntite sulla pelle, ma cercai di scrollarmele di dosso e non di non rispondere, così da non accendere l'ennesima discussione sull'argomento.

«Non si preoccupi signorina Mayfield, il primo anno è sempre un giro a vuoto per capire come funziona, avete tempo. Se non avrete successo in quest'ultimo ballo, l'anno prossimo sono certa che sarete più che pronta!» intervenne gentilmente Sarah, la quale venne subito ripresa con una risposta caustica da mia madre: «Sarah, ma cosa dici?! DEVE trovare qualcuno in questo ballo. Che figura ci faccio io?! La figlia dei Talbot ha ricevuto una proposta il primo giorno di debutto, perché la nostra famiglia dovrebbe essere da meno?!»

«La vostra famiglia non ha l'urgenza di sistemare le sue figlie, per fortuna!» Sempre gentilmente, e astutamente, la domestica cercò di addolcire l'umore di mia madre, riuscendoci. Almeno momentaneamente: «Su questo hai ragione. Brava Sarah! La prossima volta che quella gallina di Mrs Talbot si avvicina per pavoneggiarsi, le dirò proprio questo: che almeno noi non dobbiamo sbrigarci a piazzare le nostre figlie per paura di scendere di rango!» Disse mia madre impettita. Sarah si girò verso di me e mi fece un occhiolino e, almeno per un istante, sentii il peso di quelle critiche e responsabilità scivolarmi di dosso.

Stavo guardando dei guanti in pelle bianca esposti nella vetrina, mi avvicinai per controllare il prezzo sul cartellino, quando la mia attenzione fu catturata da un riflesso sul vetro che proveniva dall'esterno del negozio. Erano i vestiti di un ragazzo che avevano dei colori così sgargianti che non si poteva non notare: un lungo cappotto viola, con i risvolti di un verde smeraldo che stonava visibilmente con la sua carnagione chiara. Aveva il viso ricoperto di lentiggini e una folta chioma rossa accesa, mentre i suoi occhi erano di un intenso color cioccolato.

I nostri sguardi si incrociarono, suscitando in me come una sorta di dejavù. Una sensazione di calore e di conforto mi attraversò il cuore, ma non saprei dire nemmeno io perché.

«Maeby, vieni a provare questo, è perfetto per te!» Urlò mia madre, probabilmente facendosi sentire fino a fuori in strada.

Il campanello della porta suonò per avvertire che un nuovo cliente era appena entrato nel negozio. Era il ragazzo che avevo visto fuori: «Maeby? Maeby Mayfield?» Domandò, sfoggiando un ampio sorriso sul suo viso, rimanendo sull'uscio della porta spalancata.

rimasi senza parole, colpita e intimorita da tanta spudoratezza, ma a rispondere alla sua domanda ci pensò mia madre: «E tu chi saresti? Non ti ho mai visto, come conosci mia figlia?».

Lo scrutò dalla testa ai piedi e - avendo lei solo due pensieri in testa - non ho fatto fatica a capire a cosa stesse pensando: "È un aristocratico forestiero che segue l'ultima moda di un paese lontano dal nostro, o è un borghesuccio senza gusto?".

Hogwarts Legacy | Diario del 6° anno 1891 - 1892 IN REVISIONEWhere stories live. Discover now