°Natale babbano part. 2

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28 dicembre 1891

Caro diario,

Ogni anno, il pranzo di natale a casa Mayfield si traduce come un sontuoso palcoscenico di eleganza e opulenza, e anche questo 1891 non ha fatto eccezione.

A capotavola sedeva Matthew Thomas Patrick Mayfield, mio padre, mentre alla sua sinistra prendeva posto mia madre vestita in un sontuoso abito di velluto color borgogna, impreziosita da innumerevoli gioielli, tanto da farla assomigliare all'abete che hanno portato e addobbato nell'androne principale della casa.

L'inizio del pranzo fu annunciato dal signor Carson, il nostro maggiordomo che, con la sua impeccabile solennità, ordinò ai camerieri, disposti in fila vicino al muro alle nostre spalle, di iniziare a servire le pietanze.

Una tavola imbandita con argenteria scintillante, cristalli finemente cesellati e piatti di porcellana dipinta a mano erano colmi delle pietanze e delle bevande più ricercate. Un pranzo aperto solo ai membri più stretti della nostra famiglia che, una volta l'anno, si radunavano tutti intorno a questa tavola, con i caminetti ai lati opposti della sala ben preparati dalla servitù per sprigionare - dalla mattina fino a sera inoltrata - una luce calda e dorata, creando un ambiente confortevole.

«Grazie Carson, puoi andare!» fu il commento asciutto, ma garbato di mio padre al suo affezionato servitore e, come una danza ben coordinata, la servitù uscì con i vassoi vuoti per lasciare la stanza solo ai membri della famiglia Mayfield.

«Ora, Matthew, dobbiamo decidere i dettagli della cerimonia - dichiarò mia madre, riferendosi a mio fratello maggiore, Matthew jr., che sedeva al lato opposto a lei - I fiori, la musica, gli inviti. Ho già parlato con la signora Whittaker per la creazione delle partecipazioni» disse portandosi alla bocca il calice di vino.

Ovviamente, parlava dell'attesissimo matrimonio di mio fratello maggiore che, unendo la nostra famiglia a quella facoltosa dei Whittaker, avrebbe apportato maggior prestigio e ricchezza da ambo le parti.

Matthew, con sguardo compiaciuto e il sorriso canzonatorio, rispose: «Dobbiamo? Grazie madre, ma preferirei lasciare la gestione delle nozze a voi signore. Sapete bene che io sarei d'aiuto quanto una giraffa in una partita di cricket.» poi girò il suo sguardo verso di me, che sedevo alla sua destra e aggiunse: «A proposito dì sport, come si chiama... Quitich? Ecco qualcosa che mi interesserebbe conoscere!»
Il mio viso si illuminò: qualcuno, quindi, leggeva le mie lettere! Ma nostra madre gli lanciò uno sguardo di rimprovero: «Matthew, tesoro, sai benissimo che la tua opinione conta. Vogliamo solo assicurarci che tutto sia perfetto!» replicò, facendo rumore con il coltello sul piatto, mentre cercava di tagliare il filetto.

«Perfetto? Madre, sapete che per me 'perfetto' significa un buon sigaro e un bicchiere di whisky nella sala fumatori. Lasciamo che le donne si occupino delle decorazioni e dei fiori. Io, nel frattempo, garantirò la mia presenza all'altare!» disse Matthew, alzando il bicchiere come se stesse brindando a una prospettiva di festeggiamenti futuri.

«Sei proprio come tuo padre» commentò lei con un sospiro, portandosi il boccone alla bocca.

«Ti dispiacerebbe mangiare composto?» fu il solo commento con voce pacata di mio padre, sollevando appena lo sguardo dal suo piatto, riferito a mio fratello più piccolo, Murray, il quale seduto al fianco di mia madre, faceva di tutto per attirare l'attenzione di lei.

Che comportamento infantile, eppure quest'anno ha compiuto ben dodici anni! Mi aspettavo di trovarlo più cresciuto. Le matricole ad Hogwarts, che hanno la sua stessa età, sono già allenate all'intraprendenza. Invece, lui eccolo lì: ancora con il suo fare lamentoso e bisognoso ad elemosinare attenzioni da mammina!

Hogwarts Legacy | Diario del 6° anno 1891 - 1892 IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora